Promette Di Amarti

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Promette Di Amarti
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Promette di amarti

Copyright © 2021, Ines Johnson. Tutti i diritti riservati.

Questo romanzo è un’opera di fantasia. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti in questa pubblicazione sono usati in modo fittizio o sono interamente fittizi. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, se non da un rivenditore autorizzato o con il permesso scritto dell'autore.

Stampato negli Stati Uniti d'America

Prima Edizione febbraio 2021

Indice

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Capitolo 15

Capitolo 16

Capitolo 17

Capitolo 18

Capitolo 19

Capitolo 20

Capitolo 21

Capitolo 22

Epilogo

Capitolo Uno

Un vento fresco spostò una ciocca sciolta di capelli dalla fronte di Saylor Silver. Di solito i suoi capelli erano raccolti dietro la testa in una coda stretta. Il suo stile era pratico e le permetteva di avere una visione chiara per fare il suo lavoro con gli animali grandi e piccoli.

Quel pomeriggio non stava lavorando nel fienile. Non c’erano animali feriti in giro che nitrivano o stridevano di dolore. Si udì un suono gioioso mentre la sorella maggiore di Saylor si piegava in avanti per baciare il suo nuovo marito.

Il sorriso di Scout era così ampio, i suoi occhi blu così luminosi e pieni di amore, che Saylor sentì quel calore anche se non era diretto a lei. Lincoln Rawlings, il nuovo genero di Saylor, sorrise alla sua sposa mentre stava per baciare le sue labbra. La folla di famiglia e amici esultò e urlò durante quella dimostrazione di affetto. Quando la coppia ruppe il bacio, Linc guardò Scout con stupore, come se non credesse ancora alla sua fortuna nell’aver trovato la donna che stava davanti a lui, facendo giuramento di onorarla, amarla e proteggerla fino alla fine dei suoi giorni.

Altri capelli sciolti svolazzarono sulla fronte di Saylor. Lei li scostò con le dita, prendendosi un momento per asciugarsi il sudore dagli occhi. Quando lo fece, vide l’uomo che stava dietro Linc fare lo stesso.

Jefferson Moore era il testimone di Linc. Come molti soldati, i suoi capelli erano rasati a zero. Ciò significava che nessuna ciocca di capelli ribelli poteva svolazzargli in faccia. Ciò significava che per lui era impossibile eseguire un movimento drammatico come scostarsi i capelli dagli occhi. A differenza di Saylor, Jeff non cercava di usare i capelli come scusa.

Con l’indice della mano destra, Jeff si asciugò il sudore dagli occhi. Poi colse il suo sguardo. Saylor sapeva di dover distogliere lo sguardo. Agli uomini non piaceva che le donne li guardassero nei momenti di debolezza. Invece di accigliarsi per quell’intrusione, Jeff le rivolse un sorriso.

Non era neanche un sorriso timido. Era un sorriso complice. Come se anche lui avesse visto le sue lacrime e le fosse vicino in segno di solidarietà.

A Saylor piaceva quella sensazione, la sensazione di essere unita con qualcuno. Troppo spesso si sentiva sola al mondo. Anche se era sempre circondata di gente. Dalle sue sorelle agli animali di cui si occupava come veterinaria.

E dall’uomo della sua vita. Il suo ragazzo, Nick. Che era seduto non troppo lontano. Ma quando lei lo cercò nella piccola folla di ospiti seduti dal lato della sposa, non lo vide né sentì.

Era andato via? Le aveva detto che odiava i matrimoni. Le aveva detto che erano noiosi e compiacenti e una perdita di tempo. Lo aveva pregato di venire. Gli ci erano voluti giorni per cedere e acconsentire. E in quel momento se ne era andato.

No, aspetta. Lei vide i suoi capelli rossi. Si era spostato dal lato della navata dello sposo. Forse voleva essere carino con gli amici soldati di Linc che erano lì.

Ma no, Nick non era gomito a gomito con uomini dalle spalle larghe, la schiena dritta e i capelli rasati. Una donna si buttò indietro i capelli scuri mentre si appoggiava su di lui. Un’altra gli toccò l’avambraccio per riportare l'attenzione su di lei.

Quando Nick alzò la testa, il suo sguardo non incontrò quello di lei. Quando lui alzò la mano per scostare le ciocche di capelli rossi dal viso, i suoi occhi luccicarono. Non di lacrime. Tutta l’umidità sarebbe evaporata nello sguardo infuocato che divideva tra le due ragazze.

Saylor distolse lo sguardo da quella scena. Quando voltò la testa, i suoi occhi si posarono su Jeff. La sua bocca era contratta in una linea dritta di disapprovazione. Saylor pensò subito a cosa potesse avergli fatto di male. Seguendo lo sguardo di Jeff, vide ciò che lo turbava.

Saylor voleva rassicurare Jeff che Nick non la stesse tradendo. Era solo un flirt. Tutti gli uomini flirtavano. Tutti gli uomini guardavano le altre donne. Non significava nulla.

Bastava pensare a suo padre. Abe Silver aveva avuto tre mogli in dieci anni. Era normale, almeno nel suo mondo.

Nick era un bell’uomo. Era normale che le donne lo notassero. Non poteva aspettarsi che lui non guardasse. Ma l’attenzione di Nick ritornava sempre su di lei. Proprio come aveva fatto suo padre con sua madre. Quella era la vera prova d’amore, che ritornavano.

La musica della marcia nuziale riportò l’attenzione di Saylor sul lieto evento. Era ora che Linc e Scout cominciassero la loro marcia lungo la navata come novelli sposi. In quel momento la sorella maggiore di Silver, che era stata la sua prima amica, stava andando via con la persona più importante della sua vita. Saylor era in piedi sulla piattaforma rialzata, sentendosi totalmente sola.

Al suo fianco, Saylor sentì lo sguardo di Padre Matthew su di lei. Aveva appena officiato un matrimonio. Saylor sperava che avrebbe presieduto quello suo e di Nick. Se il pastore avesse visto Nick fare lo scemo con quelle due donne, avrebbe potuto fraintendere.

Ma Padre Matthews non stava guardando lei. Non guardava nemmeno Nick. Sghignazzava verso Jeff e gli dava delle pacche sulla spalla.

"Allora sarai il prossimo?" disse Padre Matthews.

"Se solo fossi così fortunato," fu la risposta di Jeff.

Con la mano destra, Jeff si strofinò il braccio sinistro. Il sinistro era posto in un’imbracatura, ferito e intorpidito dopo la sua ultima missione militare, che aveva tolto la vita a suo padre e aveva portato gli uomini del Presidente lì, al Silver Star Ranch.

Quei sei uomini dell’unità di suo padre erano stati lì al Silver Star Ranch per poco più di una settimana. E in quel tempo, uno di loro aveva conosciuto, si era innamorato e aveva sposato la figlia maggiore del loro ex comandante.

Era stato il generale Abe Silver a far promettere ai suoi uomini prima della sua morte di dare un’occhiata alle sue figlie. Era stato il generale a scrivere nel suo testamento che affinché le sue figlie potessero tenere il ranch, dovevano sposarsi tutte o il terreno e la casa in cui erano cresciute sarebbe andato alla loro ex matrigna, che non avrebbe esitato a vendere il terreno e intascarsi il profitto. Catherine, o Crudelia, come le sorelle Silver avevano cominciato a chiamare la loro matrigna, era ancora arrabbiata del fatto che il suo ex marito avesse scelto di tornare dalla sua prima moglie.

Quella mossa non aveva sorpreso per nulla Saylor. Il primo amore non muore mai, le aveva detto sua madre. Nick era stato il primo amore di Saylor. Sarebbe sempre tornata da lui.

Anche se non si era alzato per andare da lei quando il matrimonio era finito.

Jeff tese il braccio per Saylor. Era il suo braccio destro. Saylor esitò, ma prese il suo braccio. Appena cominciarono la camminata lungo la navata e verso i tavoli apparecchiati per il ricevimento, non si sentì più tanto sola.

Si sentiva stanca. Voleva chiudere gli occhi e seguire Jeff. Voleva sprofondare nel suo calore accogliente e addormentarsi. Voleva mettere le dita tra le sue mani e chiedergli di non lasciarla andare.

 

Gli occhi di Saylor si spalancarono. Scosse la testa per liberare la mente. Da dove venivano quei pensieri?

"Stai bene?" Chiese Jeff, con la voce bassa così che solo lei potesse sentire.

"Certo," disse Saylor. "Perché non dovrei?"

"È un grande cambiamento. Tua sorella si è sposata." Jeff la guardò negli occhi, vedendo più di quanto lei volesse mostrare. Il suo sorriso era dolce. I suoi lineamenti non la stavano giudicando per ciò che chiaramente aveva visto. "Pensi che sarai la prossima?"

Saylor voleva ridere tanto quanto voleva piagnucolare. Voleva essere la prossima. Avrebbe voluto essere la prima sorella Silver a sposarsi, sin da quando era abbastanza grande per sapere cosa fosse il matrimonio.

Voleva un ragazzo che la guardasse e la scegliesse come moglie, come amore della sua vita. "Sì, voglio essere la prossima."

"La prossima per cosa?"

E come se niente fosse. La stanchezza che aveva provato, la solitudine che la avvolgeva, la abbandonarono con il suono della sua voce.

"Ehi, Nick," disse Saylor.

Lasciò il braccio di Jeff e prese quello del suo ragazzo. Le mani di Nick erano sul suo telefono. E anche il suo sguardo. Ma era lì. Si era lasciato alle spalle quelle altre donne ed era andato da lei. Tornava sempre da lei.

"La prossima a sposarsi," disse Jeff.

Ciò fece alzare lo sguardo di Nick. Saylor rimase completamente immobile nel silenzio. Un'altra ciocca le svolazzò in faccia, ma la sua visione era chiara.

Invece di sorridere dolcemente a Saylor, le sopracciglia di Nick arrivarono fino all’attaccatura dei capelli. Le sue labbra si trasformarono in un broncio. Il suo naso si arricciò come se sentisse l’odore di qualcosa di marcio.

E poi scoppiò a ridere. "Siamo troppo giovani per sposarci. Personalmente, non ho intenzione di farlo finché non avrò almeno trentacinque anni. Bisogna spassarsela, no?"

Nick alzò la mano per battere il pugno.

Jeff non alzò il pugno.

Nick abbassò lo sguardo verso la mano sinistra di Jeff, al sicuro nell’imbracatura. "Oh, scusa, amico."

Nick non sembrava affatto dispiaciuto. Il volto di Saylor ardeva per i modi del suo ragazzo. Voleva spiegare a Jeff che Nick non sempre notava le cose. Che a volte le diceva grosse. Che non sempre era consapevole dei sentimenti delle altre persone.

Non ne ebbe l’occasione.

Jeff diede le spalle a Nick. Il suo sguardo era concentrato su di lei. Alzò la mano destra, la mise sulla sua spalla e le diede una strizzata.

"Mi concederai un ballo più tardi?" Disse Jeff.

Di nuovo il suo tocco la pervase di calore. Era un calore calmante, rassicurante, come una coperta riscaldata in una notte fredda. Saylor non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva dormito tutta la notte. Scommetteva che ci sarebbe riuscita se Jeff fosse stato la sua coperta.

Di nuovo, dovette sbattere le palpebre e scacciare quel pensiero errante. Scosse la testa come per rifiutare.

"Oh, no," si affrettò a dire. "Voglio dire, non devi."

Jeff le rivolse un sorriso a denti stretti. Con un leggero inchino come se fosse uscito da un romanzo storico, si sistemò e girò sui tacchi. Portando con sé il calore e il conforto e lasciandola da sola con Nick.

Capitolo Due

Jeff si massaggiò la pelle sul braccio sinistro. La mano destra strizzava e massaggiava, ma lui non sentiva niente. Avrebbe voluto che anche il resto del suo corpo fosse così fortunato. Il suo corpo era inondato di sensazioni. Il cuore per lo più.

Sin dal primo giorno lì, dalla prima volta che l’aveva vista, sembrava che il suo cuore stesse facendo un’audizione come acrobata in un circo. Aveva fatto un salto mortale la prima volta che lo sguardo di Saylor Silver si era posato su di lui. Aveva fatto un salto in alto quando gli aveva sorriso così dolcemente mentre la presentavano agli uomini della sua unità. Era stato un sorrisetto, perché doveva allungarsi per salutare tutti e sei gli uomini del Presidente. La curva delle sue labbra non mostrava interesse verso di lui. Solo cortesia.

Saylor era cortese. Era gentile. Era premurosa.

Quando il suo sguardo era scivolato sul suo braccio penzoloni, aggrottò la fronte. Non per un interesse macabro come alcune. O per idolatria come altre. Nemmeno per una pietà ingiustificata come alcune donne che aveva conosciuto negli ultimi mesi. Donne sole che lo guardavano con uno sguardo calcolatore, che potevano prendersi cura di lui e guadagnarsi il suo amore eterno.

A Jeff non interessava un tale scambio. Per lui l’amore era incondizionato. Non commerciale. Non era un dare e avere. Solo un cuore aperto donato incondizionatamente senza politica sui resi.

Quindi quando il suo sguardo incontrò quello di Saylor Silver e il suo cuore sprofondò, lo seppe.

Saylor l’aveva guardato e gli aveva sorriso. Aveva guardato il suo braccio e l’aveva valutato. Ma quelle valutazioni non erano su come renderlo debitore nei suoi confronti. Saylor vide una ferita che voleva curare perché era semplicemente il suo istinto.

Nell’ultima settimana, lui l’aveva vista stare in piedi per quarantotto ore filate con un’attempata giumenta incinta. A confortare la vecchietta mentre dava alla luce il suo ultimo puledro. Lui l’aveva guardata da lontano mentre steccava la zampa rotta di un gallo. Gli altri ragazzi erano rimasti delusi del fatto che non avrebbero mangiato insalata di pollo a pranzo.

Sfortunatamente, l'anima guaritrice di Saylor si protendeva anche verso delle specie di animali indegni.

Jeff spiava Coso dall'altra parte della pista da ballo all’aperto. Coso, come lo chiamavano le sorelle di Saylor. Nemmeno una delle sorelle Silver si degnava di usare il nome di quell’uomo.

La mano di Coso scivolò lungo l’avambraccio di una donna. E si posò sul suo fondo schiena. E poi andò ancora più giù.

E niente di tutto ciò sarebbe stato un problema. Se solo il fondo schiena in questione dove la mano di Coso era posata in quel momento fosse appartenuto alla sua ragazza.

Non era il fondo schiena di Saylor. Lei era seduta su una sedia, non lontana dalla scena. Vedeva chiaramente ciò che stava succedendo. Invece di alzarsi e andare verso il suo ragazzo, voltò le spalle alla scena. Fece un respiro profondo e sfoggiò un sorriso ampio.

Anche da quella distanza, Jeff avrebbe potuto capire che i suoi occhi non stessero realmente sorridendo. Era un sorriso spento e pesante. Era annebbiato e distratto, cercava di cancellare ciò che aveva appena visto.

Jeff conosceva troppo bene quello sguardo. Sua madre lo metteva su quando erano in pubblico. Le donne della loro piccola cittadina le ridevano alle spalle e la guardavano con pietà.

Audrey Moore aveva un sorriso sereno come se fosse ignara delle scappatelle di suo marito. Ma Jeff aveva visto cosa faceva suo padre. Aveva anche visto i lividi che sua madre cercava di nascondere oltre al suo cuore spezzato.

Jeff non aveva visto dei lividi su Saylor. Tutte le sue ferite sembravano essere interne. Sapeva per certo che quelle erano le più dolorose.

Serrò il pugno destro, desiderando di poterlo ficcare nella gola di Coso. Ma poi non sarebbe stato migliore di suo padre. Ancora peggio, aveva un sospetto smanioso che ciò non avrebbe cambiato l’opinione di Saylor sul suo ex infedele.

Quindi invece di dare un pugno a Coso, Jeff si massaggiò l’avambraccio. I nervi erano danneggiati e non ricevevano i segnali. Proprio come il suo cuore non riceveva i segnali che stare dietro a Saylor Silver fosse un tentativo sprecato.

"Eccoti."

Jeff alzò lo sguardo per vedere la sposa andargli incontro. Il sole era tramontato sul matrimonio di Scout e Linc, ma la festa era appena cominciata.

"Speravo che ballassi con mia sorella," disse Scout.

Jeff si rallegrò un po’. Aveva chiesto a Saylor di concedergli un ballo. Ma non era ancora riuscito ad andare da lei. Era stato troppo occupato a guardare le buffonate del suo ragazzo, come Saylor aveva fatto finta di non vederle.

"Dovresti ballare con Brig." Scout spinse la sua sorella minore nelle braccia di Jeff.

Con l’attenzione ancora puntata su Saylor, Jeff quasi non prese Brig. Fortunatamente, la giovane donna indossava degli stivali da cowboy e non i tacchi, quindi riuscì a bilanciarsi quando lui la prese con una mano sola.

Brig si girò per guardare la sua sorella più grande. Scout fece l’occhiolino alla Silver più giovane prima di avvolgere suo marito con le braccia e spingerlo a pochi passi di distanza. Linc alzò le spalle in segno di scusa verso Jeff prima di seguire sua moglie.

"Sembra che tu abbia preso il bastoncino più corto," disse Brig.

"Scusa?" disse Jeff.

"Scout ti voleva con me perché pensa che tu sia il più innocuo."

Jeff sapeva che Scout stava cercando di sistemare tutte le sue sorelle single con l’intento di rispettare la data di scadenza del padre. Se tutte le sorelle Silver non si fossero sposate entro tre mesi, il ranch sarebbe andato alla loro matrigna, che Jeff aveva capito volesse vendere il ranch per trarne profitto e mandarle tutte via a calci.

"Innocuo?" Ripeté Jeff. "Io?"

"Sì."

Scout non aveva idea di quanto si sbagliasse. Jeff aveva avuto una brutta reputazione fino a un anno prima. Le amava e le lasciava. Tutti gli uomini del Presidente avevano una reputazione simile prima della separazione dall'esercito. Avevano tutti tenuto le loro vite piccole e contenute abbastanza da metterle in un borsone. Una donna non c’entrava in quel bagaglio.

"Eppure non ci credo," disse Brig. "Sei troppo silenzioso per essere innocuo. Mio padre diceva sempre di guardarsi dai tipi silenziosi."

"Nemmeno tu sei silenziosa," disse Jeff mentre faceva fare una giravolta a Brig.

Il volto di Brig si trasformò in un ghigno, confermando i suoi sospetti. "Non sono neanche la sorella Silver su cui hai messo gli occhi, giusto?"

Jeff non poté farne a meno. Alzò lo sguardo. La localizzò immediatamente. Sapeva esattamente dov'era Saylor. Era come una luce per lui.

In quel momento era in piedi. Parlava con una signora più anziana. Ma lo sguardo di Saylor continuava a ritornare su Coso.

Il traditore stava ancora parlando con la donna dalla pelle scura. Almeno le sue mani non erano sul corpo di lei. Erano sul telefono. Stava battendo i tasti. Anche la donna picchiettava sul suo telefono. Si stavano scambiando i numeri?

"Penso potremmo aiutarci a vicenda," disse Brig. "Anzi penso che potresti aiutarci tutte."

"Aiutare?" disse Jeff. La sua mente non stava elaborando le parole di Brig mentre guardava i lineamenti spenti di Saylor crollare. "Come?"

"Dobbiamo liberarci di lui."

Jeff non aveva bisogno di chiedere chi intendesse Brig con lui. Sapeva anche che probabilmente era un’impresa inutile. Saylor sapeva chiaramente cosa accadesse sotto il suo naso. Di solito lo sapevano quelli che vivevano delle relazioni abusive. Perché sia chiaro, tradire il proprio partner è un abuso emotivo.

Le ragioni di una donna per stare con un uomo che la picchiava o la insultava spesso non erano molto diverse da quelle per stare con un uomo che tradiva la sua fiducia. Cercare di separare una vittima di abuso dallo sfruttatore era una missione difficile. Una missione in cui Jeff aveva già fallito in precedenza.

"Non possiamo liberarcene," disse Jeff, anche se era una pillola amara da mandar giù. "Deve farlo lei."

"Ti sembra felice?"

Coso non guardava più il suo telefono. Era sulla pista da ballo. Aveva il corpo premuto contro la donna che non era la sua ragazza mentre ballava lo shimmy davanti a lei.

Il sorriso sul volto di Saylor si spense. Stava chiaramente trattenendo le lacrime. Questa volta non erano di gioia come quando guardava sua sorella baciare il suo nuovo marito. Perfino Jeff aveva pianto in quell’occasione felice.

No, Saylor non sembrava felice in quel momento.

"Ma perché sta con lui?" chiese Jeff.

"È stato il suo primo ragazzo. Continua a tornare da lui. Proprio come ha fatto mamma con nostro padre. Nel caso non l’avessi notato, abbiamo tutte complessi legati a nostro padre."

Jeff non riusciva a capire perché. Avrebbe pagato oro per essere cresciuto da un uomo come il generale. Invece era stato cresciuto da un mostro a cui piaceva mettere le mani su sua madre.

 

Jeff sentì un formicolio nel palmo della mano sinistra. Di tanto in tanto l’intorpidimento retrocedeva, lasciandolo con una scarica di sensazioni. Non sperava più di riavere indietro l’uso completo del suo braccio. Ma se avesse potuto usarlo di nuovo, sapeva esattamente cosa avrebbe fatto.

No, non l’avrebbe usato per commettere atti di violenza. L’avrebbe usato per far innamorare Saylor Silver e portarla via da quel mezzo uomo. Poi l’avrebbe stretta forte a sé e non l’avrebbe lasciata più andare.

Ma quello era solo un sogno. Lei rimase immobile, irraggiungibile dall’altra parte della pista da ballo. Lui rimase paralizzato a guardarla.

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