Terapia Fisica

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Terapia Fisica
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Table of Contents

Books by Carol Lynne

Title Page

Legal Page

Book Description

Ringraziamenti

Riconoscimento dei Marchi Commerciali

Capitolo Uno

Capitolo Due

Capitolo Tre

Capitolo Quattro

Capitolo Cinque

Capitolo Sei

Capitolo Sette

Capitolo Otto

Capitolo Nove

Capitolo Dieci

Capitolo undici

Capitolo Dodici

Capitolo Tredici

Epilogo

More exciting books!

A proposito dell’autrice

Pride Publishing books by Carol Lynne

Single Books

Sunshine, Sex & Sunflowers

Harvest Heat

It was a Thursday

Sunset on Turtle Lake

Finnegan’s Promise

A Cowboy’s Secret

Campus Cravings

Coach

Side-Lined

Sacking the Quarterback

Off-Season

Forbidden Freshman

Broken Pottery

In Bear’s Bed

Office Advances

A Biker’s Vow

Hershie’s Kiss

Theron’s Return

Live for Today

Incoming Freshman

A Lesson Learned

Locky in Love

The Injustice of Being

Watch Me

Coming Clean

Professor Sandwich

Good-Time Boys

Sonny’s Salvation

Garron’s Gift

Rawley’s Redemption

Twin Temptations

It’s a Good Life

Cattle Valley

All Play & No Work

Cattle Valley Mistletoe

Sweet Topping

Rough Ride

Physical Therapy

Out of the Shadow

Bad Boy Cowboy

The Sound of White

Gone Surfin’

The Last Bouquet

Eye of the Beholder

Cattle Valley Days

Bent-Not Broken

Arm Candy

Recipe for Love

Firehouse Heat

Neil’s Guardian Angel

Scarred

Making the Grade

To Service and Protect

The O’Brien Way

Ghost from the Past

Hawk’s Landing

Shooting Star

Confessions

Shadow Soldier

Alone in a Crowd

Second Chances

Finding Absolution

Fingerprints and Muddy Feet

Snake Charmer

Journey to Lobster Cove

Karma

Grave Diggers MC

Solo

The Brick Yard

Fighter

Poker Night

Texas Hold Em

Slow-Play

Pocket Pair

Different Suits

Full House

Men in Love

Reunion

Bodyguards in Love

Brier’s Bargain

Taming Black Dog Four

 

Seb’s Surrender

I Love Rock N Roll

Seducing the Sheik

To Bed a King

Neo’s Realm

Liquid Crimson

Blood Trinity

Crimson Moon

Royal Blood

Seasons of Love

Spring

Summer

Fall

Winter

C-7 Shifters

Alrik

Seger

Lobster Cove

Welcome to Lobster Cove

Buck Wild

Cowboy Pride

Cowboy Rules

Anthologies

Fabulous Brits: Moor Love

Naughty Nooners: Dalton’s Awakening

Gaymes: Highland Gaymes

Unconventional at Best: A New Normal

Unconventional in Atlanta: Seeing Him

Unconventional in San Diego: Fate’s Bridge

Unconventional in Kansas City: Kiss Me, Cowboy

Cattle Valley

TERAPIA FISICA

CAROL LYNNE

Titolo originale dell’opera: “Physical Therapy” Copyright © Carol Lynne 2008

Cover Art: Copyright © Anne Cain 2008

Pubblicato nel 2007 da Pride Publishing

ISBN 978-1-80250-068-4

Traduzione italiana: “Terapia Fisica” Chiara Vitali 2021

Con la collaborazione di Noemi Mureu

Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in modo fittizio e non devono essere considerati come reali. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o a persone, in vita o defunte, è puramente casuale.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, fatta eccezione per brevi citazioni inserite nelle recensioni.

Attenzione: Questo libro contiene scene di sesso esplicite rivolte a un pubblico adulto.

Pubblicato nel 2020 da Pride Publishing, United Kingdom.

Pride Publishing is an imprint of Totally Entwined Group Limited.

Cattle Valley

I dottori Sam Browning e Isaac Singer hanno aperto la Cattle Valley Medical Clinic quando erano entrambi appena usciti dalla scuola di medicina. È la cosa migliore che abbiano mai fatto, oltre ad amarsi per più di venticinque anni. Il loro ambulatorio ha molto successo e la loro vita sessuale è particolarmente vivace, ma ultimamente la routine ha iniziato a prendere piede. Visto l`aumento della popolazione cittadina, i dottori decidono che è ora che la clinica assuma un fisioterapista. Pensavano entrambi che assumere Matt Jeffries per telefono e offrirgli l`affitto dell`appartamento sopra il loro garage fosse una buona idea. Questo finché Matt non si presenta alla loro porta con le valigie in mano.

Tre mesi dopo essere tornato dalla guerra in Iraq, Matt ha problemi ben più grandi dell`attrazione che prova per i suoi due maturi datori di lavoro. Incubi e flashback lo costringono a restare chiuso nel suo guscio. Riusciranno i due dottori a offrire al giovane fisioterapista ciò di cui ha bisogno?

Ringraziamenti

Questo libro è dedicato al dottor Chad Neal.

Grazie per l’aiuto e la comprensione.

Riconoscimento dei Marchi Commerciali

L’autrice riconosce lo stato di marchio e i proprietari degli stessi dei seguenti prodotti menzionati nell’opera:

Toyota Camry: TOYOTA JIDOSHA KABUSHIKI KAISHA TA Toyota Motor Corp.

Miller-Lite: Miller Products Company

Capitolo Uno

«Jeffries!» gridò il pilota quando saltò sull’elicottero.

Merda. Anche Matt si precipitò sul velivolo. Fece capire a Chuck che era tutto a posto alzando un pollice nel momento in cui il Blackhawk si sollevò da terra. Mentre volavano sopra la periferia di Baghdad, Matt sentì il sudore che iniziava a colargli lungo la schiena sotto il giubbotto antiproiettile. Quello era l’Iraq. Non importava che il sole fosse tramontato da ore, o che loro volassero a più di sessanta metri d’altezza, la temperatura era ancora intorno ai trenta gradi.

Poco più avanti vide l’incendio causato dall’autobomba che era stata guidata contro un avamposto dell’esercito, e il fumo che si alzava gli bruciò le narici. Dal rapporto che avevano ricevuto via radio, dovevano aspettarsi feriti gravi e diverse vittime.

A Matt venne un nodo allo stomaco. Era qualcosa a cui non si era mai abituato. Non importava se conoscesse o no i soldati coinvolti, erano comunque soldati e, per questo, suoi fratelli e sorelle.

Chuck fece atterrare l’elicottero con mano leggera. Senza perdere tempo, saltarono entrambi a terra e si misero a correre. Nei pochi caotici minuti che seguirono, venne fatto il triage sui feriti. I soldati che erano riusciti a scampare all’attentato senza ferite gravi aiutarono a caricare coloro le cui vite dipendevano dal loro arrivo al Sina Hospital di Baghdad.

Dopo pochi minuti, il Blackhawk era di nuovo in aria, mentre Matt cercava disperatamente di salvare un ragazzo di circa vent’anni. «Forza» disse mentre gli eseguiva il massaggio cardiaco.

Accanto a lui il suo amico Danny lavorava su un caporale a cui un pezzo di metallo volante aveva reciso una gamba.

Sangue. C’era sempre tanto sangue. Un odore ramato, qualcosa che non avrebbe mai dimenticato. «Come sta il tuo paziente?» chiese Danny attraverso l’auricolare.

Matt scosse cupo la testa. Sapeva che se avesse continuato con il massaggio cardiaco il giovane sarebbe arrivato vivo in ospedale, ma da quel momento in poi la prognosi sarebbe stata grave. Però i miracoli accadevano, e Matt sperava che quello fosse il caso.

Una mano gli strinse la manica. L’attenzione di Matt si spostò sul terzo soldato ferito a bordo dell’elicottero. L’uomo era privo di sensi quando lo avevano caricato, e aveva un frammento di scheggia conficcato nel collo. Sapevano tutti che era meglio non toccarlo, così si erano limitati a caricarlo a bordo e a somministrargli una flebo.

«Aiutami» ansimò il ferito rivolto verso di lui.

Evidentemente durante il trasbordo sull’elicottero la scheggia di metallo nel collo doveva essersi leggermente spostata. Spruzzi di sangue arterioso schizzavano verso l’alto a ogni respiro che l’uomo faceva.

Matt si guardò intorno all’interno del Blackhawk. Nessuno era libero per aiutare quell’uomo che si stava dissanguando. Matt sapeva che se avesse fermato il massaggio cardiaco sul giovane di cui si stava già occupando, il ragazzo sarebbe sicuramente morto a pochi minuti dall’ospedale. Merda.

Quella era la parte peggiore del suo lavoro. Era come giocare a essere Dio ogni santo giorno. Come si faceva a vivere con il senso di colpa per aver sacrificato un paziente per salvarne un altro?

Con un respiro profondo, Matt continuò con le compressioni. Guardò l’uomo sanguinante accanto a lui. «Cerca di rilassarti. Siamo quasi arrivati.»

«Per favore» lo implorò lui.

«Mi dispiace» rispose Matt. «Non posso fare altro, hai bisogno di un chirurgo.» Anche mentre lo diceva, Matt vide gli occhi del soldato che iniziavano a chiudersi. Nel momento stesso in cui il Blackhawk toccò terra, Matt vide la vita scorrere via dal soldato sanguinante.

Matt aprì gli occhi e si mise a sedere dritto, mentre un urlo echeggiava ancora nella stanza. Si strofinò gli occhi intanto che provava a calmarsi. Era sempre lo stesso sogno, soldati diversi ma stesso risultato.

Scansò le lenzuola umide di sudore e mise le gambe giù dal letto. Sapeva per esperienza che non sarebbe più riuscito a dormire. Dopo essersi infilato un paio di pantaloni e una maglietta, aprì la porta dell’appartamento sopra il garage e uscì sul pianerottolo.

La notte era fresca, quasi fredda, ma era proprio ciò di cui aveva bisogno. Scese giù per le scale fino al piccolo giardino sul retro della casa di Isaac e Sam, poi si mise seduto su una comoda chaise longue.

Si concentrò sugli appuntamenti del giorno dopo così da sgombrare la mente. Kyle stava facendo enormi progressi con la fisioterapia, e cercava di spingersi oltre i suoi limiti durante ogni seduta.

Come dargli torto? Il desiderio di Kyle era quello di percorrere la navata insieme al suo futuro marito il giorno del loro matrimonio.

Un suono che proveniva dalla finestra sopra la sua testa catturò l’attenzione di Matt. Proprio là, illuminato dalla luna, vide Isaac. Dannazione. Era stato beccato. Non era la prima volta che quell’uomo lo sorprendeva sveglio nel bel mezzo della notte. Almeno quella volta era vestito.

Una settimana dopo che aveva cominciato a lavorare per i dottori Browning e Singer, si era svegliato di soprassalto, come sempre a causa di un incubo. Aveva cercato rifugio in giardino e non si era preoccupato di mettersi niente addosso se non una vestaglia.

Era successo un sabato sera in cui i suoi capi erano andati allo Sheridan per una specie di cena di gala. Gli avevano chiesto di unirsi a loro, ma non si sentiva a suo agio nel passare troppo tempo con la coppia. Non perché non gli piacessero, anzi, era l’esatto contrario. I suoi sogni a occhi aperti erano pieni di visioni di quei due a diversi stadi di nudità.

Steso sulla chaise longue, aveva cercato di pensare a qualcosa, a qualsiasi cosa, che non fosse il sogno. Quella fatidica notte, proprio come in quel momento, Matt aveva sentito un rumore provenire dalla finestra sempre aperta al piano di sopra.

Quelli che erano cominciati come sussurri, troppo bassi per essere capiti, si erano trasformati velocemente in gemiti di piacere.

Chiudendo gli occhi, Matt aveva immaginato di essere nella stanza con loro. Aveva abbassato la mano per slacciarsi la vestaglia, poi si era afferrato l’erezione mentre i suoni si facevano più concitati.

«Dio santo, scopami!» aveva sentito Sam urlare.

La mano libera di Matt era andata automaticamente verso il suo sedere, di cui nessuno si occupava da troppo tempo. Aveva cominciato a roteare i polpastrelli intorno a quella rosetta stretta e ruvida mentre il rumore della carne che sbatteva contro altra carne echeggiava nella notte fresca.

Si era portato entrambe le mani alla bocca, sputandoci sopra, e in un attimo una era tornata al suo posto intorno all’erezione mentre le dita dell’altra avevano spinto la saliva dentro il suo culo.

Mentre si penetrava con due dita, Matt si era masturbato più velocemente, cercando di tenere il passo con i rumori che provenivano dal piano di sopra. Era stato sul punto di venire quando aveva sentito le due voci esplodere di piacere.

 

I gemiti di estasi dei due uomini avevano fatto muovere la sua mano alla velocità della luce, e le dita avevano cercato di colmare il vuoto che così disperatamente aveva bisogno di essere riempito. Matt aveva cominciato a fantasticare, e si era immaginato schiacciato tra i due dottori. L’orgasmo gli era esploso attraverso il corpo, ricoprendogli il petto del suo stesso seme. Non si era accorto di aver urlato, ma quando il respiro era tornato normale, aveva visto qualcosa che lo aveva paralizzato. Isaac, alla finestra sopra di lui, completamente nudo. I loro occhi si erano incontrati per quelle che gli erano sembrate ore, ma che in realtà non erano stati altro che pochi secondi.

Improvvisamente imbarazzato, Matt aveva richiuso velocemente la vestaglia sopra il petto appiccicoso ed era rientrato dentro il suo appartamento sopra il garage. Non avevano mai parlato di quella notte, e Matt ne era eternamente grato. Un conto era avere delle fantasie sessuali sui suoi datori di lavoro, un altro era farsi una sega ascoltandoli scopare.

Scrollandosi di dosso quel ricordo, Matt alzò di nuovo gli occhi verso la finestra. Vide Isaac dire qualcosa sopra la sua spalla prima di scomparire di nuovo nel buio.

Rivolgendo la sua attenzione ai fiori primaverili visibili al chiaro di luna, Matt cercò di capire cosa fare. Aveva già iniziato a guardare gli annunci immobiliari per trovarsi un altro posto in cui vivere. Kyle gli aveva detto che poteva prendere in affitto l’appartamento sopra la panetteria, visto che lui si era trasferito da Gill, ma Matt stava cercando una vera e propria casa. Naturalmente, se le cose tra lui e i suoi attuali padroni di casa fossero peggiorate, gli sarebbe andato bene anche quello.

Appoggiando la testa all’indietro sulla chaise longue, Matt non poté impedire ai suoi occhi di alzare lo sguardo ancora una volta. Con sua enorme sorpresa, c’era Sam, in quel momento, che lo osservava dall’alto.

Un rumore alle sue spalle lo fece alzare di soprassalto e cadere per terra. Chiuse gli occhi mentre combatteva contro le immagini che cercavano di inghiottirlo. Immagini del fuoco dei cecchini e della morte di Danny. Danny.

Un grido squarciò l’aria intorno a lui. Fu solo quando mani confortanti iniziarono a strofinargli la schiena, che Matt si rese conto che quel grido proveniva da lui stesso. Alzò lo sguardo sul viso preoccupato di Isaac.

«Stai bene?» gli chiese Isaac, mentre Sam irrompeva dalla porta finestra aperta.

Matt chiuse gli occhi e annuì. «Sto bene. Mi hai spaventato.»

Isaac lo aiutò a rimettersi a sedere sulla chaise longue e si mise accanto a lui. «Hai bisogno di parlarne?» gli chiese Isaac.

«No» rispose Matt. «È solo uno dei tanti regali che ho portato a casa dalla guerra.»

Che Dio lo aiutasse, ma gli ci volle ogni grammo di volontà per non appoggiarsi a Isaac e accettare il conforto che il dottore era ovviamente disposto a dargli.

Non poté fare a meno di notare lo sguardo che i due medici si scambiarono. A Matt non era stata ufficialmente diagnosticata la PTSD, la sindrome da stress post traumatico, ma solo perché si era rifiutato di vedere un dottore. Buffo, ora se ne trovava di fronte due, che lo guardavano entrambi con gli occhi velati di pietà.

Dalla sua famiglia ne aveva ricevuta abbastanza per una vita intera. Alzatosi in piedi, Matt cercò di comportarsi come se stesse bene, sapendo che la realtà era ben diversa. «Provo a dormire ancora un paio d’ore. Scusatemi se vi ho spaventati» disse, mentre si avviava verso le scale che lo avrebbero portato alla sicurezza del suo appartamento.

«Matt» lo chiamò Sam.

Lui smise di camminare ma non si voltò. Non poteva. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era vedere le espressioni sui loro volti.

«Ci saremo quando ti sentirai pronto a parlare. Se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, faccelo sapere» disse Sam.

Matt annuì e proseguì verso le scale. Sì, aveva decisamente bisogno di trovarsi un altro posto dove vivere.

* * * *

Mentre Isaac osservava Matt salire le scale, sentì il petto stringersi ulteriormente. Le braccia di Sam lo avvolsero da dietro, e lui si voltò per abbracciare l’uomo che era il suo amante da oltre vent’anni. «Sei pronto per tornare su?» chiese a Sam.

Annuendo, Sam gli diede un bacio veloce. Si voltarono e tornarono in casa mano nella mano. Dopo aver chiuso la porta, si diressero verso la camera da letto.

Dopo essere scivolati sotto le coperte, Isaac si accoccolò contro la schiena di Sam, nella posizione in cui erano abituati a dormire da sempre. Mentre i minuti passavano, capì che Sam era sveglio quanto lui, ma nessuno dei due aveva voglia di parlare.

Mai, in tutti gli anni in cui erano stati insieme, Isaac era stato tentato di tradirlo. Tirò Sam più vicino a sé, con il bisogno di provare un senso di normalità. Matt lo aveva agitato e confuso così tanto, ultimamente, che il loro rapporto ne aveva risentito.

Respirando il profumo dello shampoo agli agrumi che Sam aveva ancora nei capelli, Isaac si chiese cosa riservasse loro il futuro. Amava Sam dal profondo del cuore. Allora perché all’improvviso aveva cominciato a sognare Matt? Diavolo, quel ragazzo era così giovane da essere suo figlio. Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe stato meglio non affittargli l’appartamento sopra il garage.

Isaac aveva sentito una scintilla speciale quando si erano stretti la mano, il primo giorno di lavoro di Matt. Aveva sentito quella scintilla solo un’altra volta, in passato, ed era successo con l’uomo meraviglioso e amorevole che aveva tra le braccia.

«Sei preoccupato per Matt?» La voce di Sam lo sorprese.

Non poteva dire al suo amante che stava pensando a Matt in un modo che esulava dalla preoccupazione. «Sì» rispose alla fine.

«Dovremmo convincerlo a incontrare Ben Zook.»

La mano di Isaac scese, spostandosi dallo stomaco di Sam fino a sfiorare i morbidi peli sull’inguine. «Forse, ma non credo che sia pronto ad ammettere di avere un problema.»

Fece scorrere la punta delle dita sulla mezza erezione di Sam. Erano passate più di due settimane dall’ultima volta in cui avevano fatto l’amore. In quel periodo era già tanto se dormivano nello stesso letto. Non avevano litigato, ma per loro non stare appiccicati tutto il tempo era come averlo fatto.

Sam si spostò in modo da mettersi sulla schiena. La nuova posizione dava alle mani di Isaac molto spazio per giocare, e così le loro labbra potevano raggiungersi.

«Ti amo» disse Isaac, guardando gli occhi azzurri di Sam.

«Sei il mio mondo» gli rispose Sam, prendendo in mano l’erezione di Isaac.

Baci naturali e confortevoli li guidarono lentamente verso l’orgasmo, in cui si schizzarono reciprocamente il seme sulle mani e sullo stomaco.

Una volta finito si baciarono ancora, senza la fretta di pulirsi. Isaac guardò l’orologio. Entro due ore avrebbero dovuto alzarsi per iniziare la loro giornata. Due ore in cui sapeva che probabilmente avrebbe sognato Matt. Due ore in cui si sarebbe vergognato di se stesso.

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