Lo Scrittore E La Cineasta

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Lo Scrittore E La Cineasta
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Manu Bodin

Lo scrittore e la cineasta

Novella

Tradotto dal francese da Alessandra Maffioli

Indice

  Lo scrittore e la cineasta

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Lo scrittore e la cineasta

Ogni tanto, la domenica pomeriggio, passo il tempo in un bar del quartiere non lontano da casa mia. Da lì, osservo la gente per strada e scrivo. Scrivo un po’ di tutto, soprattutto sulle relazioni umane. Mi ispiro ai frammenti di vita degli individui che sento parlare, osservo i loro gesti e i loro tic. Traggo anche elementi drammaturgici da quella dei miei amici o dalle esperienze che ho vissuto. Negli ultimi anni, scrivere è diventato indispensabile, per me. La scrittura mi è apparsa inaspettatamente, un giorno, come una scappatoia di fronte alla sterilità che attribuivo alla nostra società contemporanea, che mi permetterei di descrivere come ansiogena e malata e che, di tanto in tanto, mi dava un’ineffabile voglia di fuggire dall’altra parte del mondo per rintanarmi da qualche parte, lontano da tutto, al riparo da costrizioni e contraddizioni, circondato da persone semplici che si accontentano di una vita umile e modesta.

Mentre entro nel bistrot, noto una bambolina dai capelli biondo dorato che si era sistemata in un angolo. Un discreto numero di uomini sembra sbirciare nella sua direzione. Davanti a lei c’è un tavolo libero, che scelgo subito per sistemarmi.

Mi avvicino alla ragazza soppesandola per un po’ e la supero ammirando al passaggio il suo décolleté generoso. È assorbita dal suo cellulare, messaggiando chissà cosa, chissà con chi. Sul tavolo rotondo, giace una grande borsa di un giallo appariscente, socchiusa. Al suo interno posso distinguere un gran disordine. Accanto a questa, troneggiano un bicchiere di vino bianco e diversi scontrini del bar che aspettano di essere pagati e che si ammassano sotto un portacenere di metallo. Sembra che quella bella bambolina abbia fatto molte ordinazioni. Quando appoggio la giacca sullo schienale della sedia di fronte a lei, mi lancia un’occhiata con aria assente, come se non le importasse della mia presenza, poi torna a rivolgere l’attenzione al suo smartphone agitando di nuovo i pollici uno dopo l’altro sul touch screen.

Mi siedo dandole le spalle e tiro fuori un taccuino in formato A4 e una penna a sfera dal mio zaino. Da dove mi trovo, posso contemplare la folla di passanti che circola per strada: la materia prima per i miei testi.

Prendo un respiro e inizio a mettere insieme un paio di parole. Le frasi si formano a poco a poco, i paragrafi si succedono, le pagine si anneriscono. Sono ispirato, devo riconoscere che non è stato sempre così.

Dopo un po’, durante uno di quei momenti di riflessione intrinseca a ogni scrittore, sento un «ehi!» che arriva da dietro di me. Ritorno al presente, allontanando i miei pensieri almeno per il momento, e giro la testa.

«Cosa stai scrivendo? Sei uno scrittore?» mi domanda la bella bionda che avevo notato al mio arrivo.

Questa volta mi fissa dritto negli occhi ben decisa a iniziare una conversazione.

Le rispondo con un pigro sì, disturbato dalla sua aura che mi abbaglia. Mi ha appena stregato, con i suoi occhi verde smeraldo.

«Come, sì? Sei uno scrittore, giusto?», mi chiede con tono veemente.

Per affrontarla meglio, mi giro di più, appoggiato allo schienale della sedia su cui sono seduto.

«Sì, esatto. Sto lavorando a un romanzo.»

Mentre termino questa frase, vedo le pupille della ragazza mettersi a brillare. Si alza di un balzo, e afferra il suo drink e la borsa. Nel movimento, questa colpisce il posacenere e i tre scontrini finiscono sul pavimento. Mi sembra che pensare di pagarli sia l’ultimo dei suoi problemi.

Fa qualche passo per avvicinarsi e scopro, in quel momento, una bomba sexy, minuta, di circa un metro e mezzo. Le sue tette dovevano flirtare con una quinta coppa D, o giù di lì. Dopo aver ammirato la parte superiore, abbasso la testa per guardarle le cosce. La corta gonna blu pastello non le oltrepassa il sedere. E che sedere! Un bocconcino, bello carnoso. I suoi lunghi capelli biondi scendono fino a sfiorarlo. Le sue gambe sono slanciate. Proprio il tipo di ragazza con cui mi piacerebbe passare la notte.

«Adoro gli scrittori. Sono così fantasiosi... Non ti dispiace se mi siedo con te? Mi annoio da sola. Il mio ex mi sta facendo impazzire con dei messaggi patetici, in cui si giustifica per avermi piantata in asso al nostro appuntamento. Che stronzo! Giuro che i ragazzi... davvero, a volte faccio fatica a capirvi. Cioè, non lo dico per te, non ti conosco nemmeno. Ma in generale... siamo d’accordo, no? Mi hai capito.»

Ipnotizzato, guardo la ragazza sedersi su una sedia, di fronte a me, al mio tavolo, propinandomi quella marea di parole insensate. Non ho idea di cosa mi stia succedendo.

Il timbro della sua voce si rivela piacevole all’udito, di una sonorità molto soave che contrasta con l’energia di cui questa donna trabocca.

«Allora dimmi tutto, su cosa scrivi?»

La biondina mi divora con i suoi grandi occhi verdi, come affascinata. Le sue labbra brillano, chiedendo solo di farsi baciare e succhiare.

Senza nemmeno aspettare che le spieghi di cosa tratta la mia storia, la biondina si inclina sopra la mia spalla, cercando di decifrare ciò che avevo scarabocchiato sul foglio pieno di cancellature e frecce, che puntano in diverse direzioni e che mi servono per collegare blocchi di testo incorniciati e numerati.

«C’è un bel casino sul tuo foglio, non è davvero facile da decifrare...»

«Sono soprattutto idee e annotazioni a cui darò una forma a casa mia, ricopiandole e strutturandole in paragrafi intelligibili.»

«Uhm... ho l’impressione che non ci siano molti dialoghi. Scrivi un sacco di descrizioni che sono mescolate a ogni tipo di pensiero. Non ti piacciono le cose vive?»

«Io preferisco l’introspezione.»

«Bah... non sembra così introspettivo, e poi... è un po’ volgare... nei tuoi passaggi più o meno romantici...»

Quest’ultima frase risuona dolcemente nella cavità del mio orecchio, con un tono quasi lussurioso. Mi ha appena sussurrato queste parole nello stesso modo in cui una donna dice al suo compagno che lo ama, che desidera farsi scopare da lui, lì, subito e non il giorno dopo, senza che nessuno, intorno a lei, possa dubitare della situazione. Sono sicuro di essermi imbattuto in una ragazza che ha bisogno di un uomo per calmare un po’ i bollenti spiriti. L’appuntamento con il suo ex doveva essere solo una scopata tra due ex amanti... secondo me il suo ex è stato un idiota a rinunciare all’appuntamento. La sua voce sensuale e il suo soffio caldo risvegliano immediatamente la concupiscenza della mia terza gamba. Mi sento improvvisamente un po’ meno a mio agio. La mia erezione è piegata sulla destra, nei pantaloni, devo riuscire a rimetterla al centro delle mutande o calmarmi in fretta, altrimenti potrei avere grossi problemi. Ma come posso rimanere insensibile di fronte a questo flusso di erotismo che sta solleticando il mio essere?

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