L'Uomo Di Maggie

Text
0
Kritiken
Leseprobe
Als gelesen kennzeichnen
Wie Sie das Buch nach dem Kauf lesen
Schriftart:Kleiner AaGrößer Aa

* * * *

Fu una giornata tranquilla nella piccola tavola calda e Maggie passò quasi tutto il tempo a pulire. Era consapevole che la maggior parte delle cose non erano da fare, ma si sentiva così piena di energia da non riuscire a restare ferma.

Mentre spazzava sotto uno dei tavoli accanto alla finestra, notò un giornale dimenticato sulla panca sicuramente da uno dei clienti. I quotidiani erano un lusso che al momento non poteva permettersi, quindi fu contenta di vedere che era di quel giorno. Lo mise da parte, dicendosi che lo avrebbe letto durante la pausa caffè, che arrivò dopo pochi minuti dato che non c'era più niente da fare.

Si stiracchiò, poi saltò su uno degli sgabelli al bancone e si versò una bella tazza di caffè fumante. Non c'erano clienti da più di un'ora ed era sicura che presto avrebbe potuto chiudere il locale. Forse qui sopra ci sono altri annunci di lavoro? Appoggiò il giornale sul bancone e iniziò a leggere le notizie di cronaca della comunità locale.

Un articolo in particolare attirò la sua attenzione e si sentì gelare il sangue nelle vene. Oh, Dio. C'era una fotografia che ritraeva una coppia sorridente e un lungo articolo che parlava dell'uomo. Sembrava che un certo Robert Rossington si fosse fidanzato di recente con una donna del posto, Lorraine Parry, e che stesse pianificando alcuni cambiamenti significativi nella grande tenuta della fidanzata.

Maggie scosse la testa mentre l'articolo diventava ridondante, parlando del ricco uomo d'affari e della sua natura benevola, dipingendolo come una sorta di eroe che meritava di essere adorato per i suoi numerosi impegni benefici.

Ma non era un eroe. Era un prepotente… e un ladro. Maggie lo sapeva, anche se non aveva prove per dimostrarlo. Chiuse gli occhi mentre una voce del passato le riempiva la mente, informandola che uno dei suoi conoscenti aveva scoperto che il direttore della sua banca stava per essere indagato per frode.

Avevano vissuto in una grande casa di campagna che, sebbene ipotecata più volte, aveva rappresentato uno status symbol per Robert e un posto sicuro per Maggie. Robert aveva assunto una governante per permetterle di trascorrere più tempo a scrivere, dopo il successo del suo primo libro, Guida moderna al galateo sociale. Sembrava che molti dei proprietari terrieri si fossero fatti strada nei circoli più esclusivi proprio come loro, ma coloro che provenivano da famiglie già ricche li avevano guardati con perplessità.

Il suo libro era finito di colpo in cima alle classifiche, fornendole grandi guadagni e ottimi diritti d'autore, che l'avevano portata a essere invitata nei circoli e nelle riunioni della società locale, dove aveva tenuto discorsi e fatto interviste. Maggie era diventata una specie di celebrità ed era perfino apparsa in un programma televisivo diurno, che aveva fatto impennare le vendite e aumentato gli ingaggi per nuove presentazioni e interviste. L'educazione era una delle parti fondamentali descritte nel libro, e più volte le era stato chiesto di aiutare i “nuovi ricchi” su base individuale, aiutandoli a nascondere la propria ignoranza e i modi un po' rozzi dietro una falsa etichetta, pagandola profumatamente per il suo lavoro.

Il suo fidanzato, col quale stava da diciotto mesi, era improvvisamente diventato famoso per associazione, e aveva usato quella nuova posizione a proprio vantaggio, prendendo in prestito denaro e influenzando le decisioni della comunità in base al proprio nome… o meglio, in base a quello di Maggie.

Aveva anche iniziato a frequentare persone dalle quale Maggie si sarebbe tenuta alla larga, e ben presto era caduto nella presa del gioco d'azzardo in un modo così profondo da farla diventare una vera e propria dipendenza. Ovviamente, Maggie non si era accorta della gravità del suo problema fino a quando non era stato troppo tardi.

Su sua insistenza, dopo la soffiata sul manager fraudolento, Maggie aveva ritirato tutti i soldi dalla banca, temendo di perderli per colpa di una possibile bancarotta, e li aveva nascosti fino all'ultimo centesimo nella cassaforte posta all'interno dello studio di Robert. Erano passati solo un paio di giorni quando, dopo un evento letterario, era tornata a casa ed era stata informata che la cassaforte era stata svaligiata e che tutti i soldi erano spariti. Lo sceriffo non aveva indagato troppo a fondo, dicendole che trattandosi di contanti non segnati molto probabilmente non li avrebbe mai ritrovati. L'atteggiamento evasivo dei cosiddetti agenti di polizia aveva destato i suoi sospetti sulla natura della rapina, ma era stato solo quando le attività di Robert – compresa la sua dipendenza dal gioco d'azzardo – erano venute alla luce che lei aveva finalmente realizzato la verità.

Avendo accumulato debiti su debiti, il suo fidanzato aveva iniziato a giocare d'azzardo per cercare di tirarsi fuori dai guai. Poteva anche essere una soluzione veloce e prolifica, se solo fosse stato un bravo giocatore di poker, cosa che non era, quindi aveva solo accumulato altri debiti. Per alleviare il dolore delle perdite continue si era gettato sull'alcol, riducendosi sempre a uno stato di ubriachezza pesante, aiutato e incoraggiato dai suoi nuovi “amici” che, ovviamente, erano sempre più che disponibili a unirsi a lui per aumentare il suo conto al bar locale.

Il lavoro promozionale e i seminari di Maggie avevano riempito la maggior parte del suo tempo e non era stata in grado di scrivere un altro libro, nonostante fosse il suo più grande desiderio. Ignara dei problemi economici del suo fidanzato, aveva iniziato a donare parte dei suoi guadagni a enti di beneficenza locali, un gesto di cui Robert si era preso tutto il merito… a insaputa di Maggie.

I suoi sforzi per discutere di questioni finanziarie con lui avevano avuto come unico risultato quello di far aumentare la sua furia, e una notte, quando aveva insistito più del solito, si era beccata anche un occhio nero. Non era stato solo il suo fidanzato a picchiarla, quella notte. La verità l'aveva colpita con molta più violenza.

Capitolo Cinque

“Glielo hai chiesto?” sussurrò Josie mentre toglieva i piatti della cena dal tavolo.

“Non ancora. Volevo darle un po' di spazio dopo essermi scusato. Voglio dire, abbiamo appena fatto pace.” Aiden scrollò le spalle mentre la seguiva, portando altri piatti verso il lavello.

“State parlando della donna misteriosa?” domandò Ben, arrivando alle spalle di Aiden e facendolo sobbalzare.

“Non è misteriosa.” Aiden mise il broncio.

“Allora non parlarne come se fosse un fantasma. Sputa il rospo. Chi è?”

“Fatti gli affari tuoi.” Aiden sorpassò suo fratello maggiore e finì di sparecchiare.

Ben ridacchiò. “Lo scoprirò prima o poi,” gli promise, dando a Josie un bacio veloce sulla guancia.

Aiden gli lanciò un'occhiataccia, sapendo che era vero. Non era mai stato in grado di tenere qualcosa nascosto a lungo.

“A che ora torna Greg?” domandò Ben alla sorella, prendendo il cappello.

“Tra un'ora, o giù di lì, immagino. La sua cena è pronta per essere riscaldata appena chiama per dire che sta arrivando.” Josie si asciugò le mani con uno spesso asciugamano.

“Non affaticarti troppo,” l'avvertì Ben, ammiccando mentre se ne andava.

Lei sorrise. “Stai tranquillo.”

“Spero che questa cena non sia troppo impegnativa per te.” Aiden aggrottò le sopracciglia, ricordando solo in quel momento che Josie era incinta. “Hai molte persone che ti stanno dando una mano, vero?”

“Sì, naturalmente. I ristoratori si occuperanno di tutto il cibo e ho ingaggiato un servizio di catering per il servizio. E ovviamente ci sarà Maggie. Pensavo che potesse incaricarsi di accogliere gli ospiti. Cosa ne pensi?”

“Suona bene. Spero solo che sia libera.” Aiden aveva cominciato a chiedersi se domandarglielo il giorno prima della festa rappresentasse un preavviso troppo breve, ma aveva pensato che chiederle aiuto per il giorno seguente avrebbe fatto sembrare la situazione più disperata e il suo aiuto indispensabile.

“Mmh.” Josie annuì, pensierosa. “Sarebbe bello se potesse dare un'occhiata al tavolo e a tutto il resto per assicurarsi che sia tutto perfetto prima che arrivino gli ospiti. Poi potrebbe salutarli e prendere i loro cappotti. Lo farei io ma si tratta di molti ospiti quindi dovrei fare avanti e indietro più volte e rischiare di stancarmi. Dopodiché ho pensato che potremmo bere qualcosa come aperitivo in salotto. Se non fa troppo freddo potremmo aprire le porte finestre e uscire in veranda.”

Aiden annuì. “Sembra perfetto. Potrebbe essere l'occasione giusta per parlare con Rossington degli affari che abbiamo in mente.”

“Chiamami in mattinata allora. Fammi sapere se è libera.” Josie seguì il fratello fino alla porta. “Buonanotte.”

Aiden si chinò e diede alla sorella un bacio delicato sulla sommità della testa. “Notte, sorellina. Chiamami se hai bisogno di qualcosa.”

Lei sorrise e Aiden la lasciò andare per tornare al proprio cottage, che era distante solo poche centinaia di metri.

* * * *

Maggie sentì un brivido scenderle lungo la schiena mentre usciva dal proprio appartamento nell'oscurità che precedeva l'alba. Si stava sicuramente avvicinando l'inverno, ma non era solo l'aria fredda a farla sentire a disagio. Sebbene non ci fosse nessuno in quella piccola viuzza, si sentiva come se qualcuno la stesse guardando… di nuovo!

Scuotendo la testa con un sospiro ironico, si ripeté che era solo la sua immaginazione. Aveva avuto spesso quella sensazione, però, soprattutto nelle ultime settimane. Probabilmente il commento di Aiden sulla mancanza di illuminazione in questa zona mi sta rendendo più suscettibile del solito.

 

Bracken Ridge era un piccolo villaggio normalissimo e in quel momento la maggior parte degli abitanti stava dormendo, ricordò a se stessa. Stringendosi nel cappotto consunto, accelerò un po' il passo e si diresse verso la tavola calda.

Dopo aver acceso la caffettiera e aver sfornato il pane, che rilasciò un profumino paradisiaco in tutto il locale, si sentì molto meglio. I fiori sul bancone erano ancora perfetti, le rose stavano già sbocciando, allargando quei piccoli boccioli rossi. Maggie sorrise. Aiden Fielding era senza dubbio un uomo molto affascinante e lei era lusingata che le stesse rivolgendo tutte quelle attenzioni. Essendo solo un paio di anni più grande di lei, Maggie di solito non avrebbe preso in considerazione alcun tipo di relazione con lui, ma in realtà Aiden sembrava più maturo della sua età. Era colpita dal modo in cui si occupava degli affari, e di come avesse intenzione di espandere il ranch, oltre al fatto che l'idea di dare lezioni di equitazione fosse davvero ottima. Nessun altro ranch nei dintorni le offriva, quindi era un mercato che avrebbe sicuramente interessato molte persone. I Fielding sapevano senza dubbio quello che stavano facendo, e Maggie avrebbe voluto avere le idee altrettanto chiare sul proprio futuro.

“Buongiorno, bellezza.”

Come se un incantesimo lo avesse fatto uscire direttamente fuori dai suoi pensieri, Aiden le si parò davanti.

“Aiden.” Ansimò per la sorpresa, non avendolo neanche sentito entrare.

L'uomo aveva un sorriso smagliante che lei non poté fare a meno di ricambiare.

“È presto,” gli ricordò. “Non ho ancora messo i dolcetti alla cannella in forno.”

“Va tutto bene. Posso farcela senza quelle meraviglie per questa volta,” rispose, con un sorriso furbo.

Maggie lo guardò con curiosità. “Va tutto bene?” Lasciò la porta della cucina aperta mentre tornava verso il forno, in modo che potessero continuare a parlare mentre lei metteva il cibo nel forno.

“Sì, tutto okay. Ti dispiace se mi servo un po' di caffè?” In un secondo fece il giro del bancone, diretto verso di lei.

“Sicuro. Scusa, avrei dovuto…”

“No, no. Sei occupata. Si vede. E poi hai ragione. Sono un po' in anticipo. Non ti chiederei mai di smettere di lavorare per servirmi. Posso farlo anche da solo.” Sorrise mentre prendeva la caffettiera e se ne versava una tazza. “Ne vuoi un po'?”

“Sì, grazie.” Accese il timer e lo raggiunse dietro il bancone.

“Ecco qui.” Le porse una tazza fumante e lei sorrise per l'ironia del fatto che lui la servisse.

“Non stiamo facendo le cose al contrario?”

Lui ridacchiò. “Penso che, dopo il modo in cui tutti i giorni corri per servire i clienti, sia proprio ora che qualcuno serva te.”

Maggie sorrise, prendendo un sorso. “Mi piace come suona,” rispose.

“Bene.” Le fece l'occhiolino, poi torno dall'altra parte del bancone, dove si sedette al suo solito posto.

“I fiori sono bellissimi,” disse Maggie, indicando la brocca che aveva posato sul ripiano.

Aiden sorrise. “Li hai sistemati molto bene.”

Lei rise. “Non ho dovuto fare molto, sono già belli di suo. Anche se, in realtà, ho seguito alcuni corsi per la disposizione dei vasi e dei centrotavola.”

“Speravo che lo dicessi.”

Maggie inarcò un sopracciglio, sollevata dal fatto che lui non avesse inteso le sue parole come un tentativo di vantarsi.

“Mia sorella sta organizzando una cena, stasera, e mi chiedevo se ti piacerebbe venire con me? Che rimanga tra me e te, Josie non è proprio abituata a dare cene eleganti e potrebbe farle comodo un po' di aiuto da qualcuno che sa come trattare con le persone e sistemare piatti, posate e tutto il resto. Cosa ne pensi?” Sembrava imbarazzato e Maggie lo fissò sorpresa.

“Io?”

“Sì. Non è niente di esagerato ma è un evento importante, beh, lo è per la nostra famiglia. Il fatto è che Josie è incinta e non vogliamo che si stressi troppo, quindi mi chiedevo solo se volessi…”

“Mi piacerebbe!” Maggie era raggiante. Erano passati anni da quando era stata invitata a un qualsiasi tipo di evento sociale.

“Sei sicura? Non penserai che…”

“Non penserò niente. Non vedo l'ora. A che ora devo essere lì? Qui non finirò prima delle sei, purtroppo.” Si morse un labbro mentre la sua mente viaggiava. Sapeva che qualsiasi cosa ci fosse tra lei e Aiden era solo all'inizio, ma quello sembrava sicuramente un passo nella giusta direzione per approfondire il loro rapporto, cosa che lei sperava davvero tanto che accadesse. Era davvero dolce il modo in cui sembrava imbarazzato mentre le chiedeva di aiutarlo, e lei immaginò che fosse nervoso all'idea di presentarla alla sua famiglia.

Aiden si fermò, apparendo sorpreso. Pensava forse che Maggie avrebbe letto troppo in quella richiesta? Aveva avuto paura che lei pensasse che le cose stavano andando troppo velocemente tra loro? Non aveva bisogno di preoccuparsi. Maggie era abbastanza felice di prendere le cose con calma.

Strinse le labbra pensieroso. “Abbiamo fatto in modo che gli ospiti arrivino alle otto, e che la cena venga servita alle nove, quindi vieni appena puoi.”

“Non preoccuparti. Non ti deluderò,” gli promise, mentre una giovane coppia entrava nel locale.

“Lo so. Sei fantastica, Maggie. Lo apprezzo davvero tanto.”

“Sono contenta che tu me lo abbia chiesto.” Gli sorrise.

“A che ora devo venire a prenderti? Possiamo scambiarci i numeri di cellulare?”

Maggie prese un tovagliolo e scarabocchiò in fretta il proprio numero, ridendo dentro di sé per il modo sottile in cui lui era riuscito a chiederglielo.

“Chiamami, almeno salvo il tuo,” gli disse sorridendo.

“Ottimo. Grazie, bellezza.” Si infilò il tovagliolo in tasca, poi afferrò il cappello prima di chinarsi sul bancone per darle un rapido bacio sulla guancia.

Maggie si sentì scaldare dall'interno. Guardò lo splendido cowboy lasciare la tavola calda prima di rivolgere la propria attenzione ai clienti appena entrati. Quella giornata non sarebbe mai passata abbastanza in fretta.

* * * *

Dopo aver trascorso tutto il giorno a pensare a cosa indossare quella sera, Maggie corse a casa per cambiarsi appena finì il turno. Era passato molto tempo dall'ultima volta che era stata invitata a una cena formale e non vedeva l'ora di partecipare. Dopo una doccia veloce, si asciugò i capelli sistemandoli in un elegante chignon con un sacco di spille e alcuni fermagli ricoperti di brillanti. Il trucco richiese più tempo del previsto e, appena ebbe finito di sistemare le ciglia, sentì il cellulare squillare.

Il numero sconosciuto poteva essere di una sola persona e Maggie sentì una sensazione di calore riempirle lo stomaco mentre accettava la chiamata.

“Maggie? Sono Aiden.”

Sperava fosse lui. “Va tutto bene?” Non poté fare a meno di notare una certa preoccupazione nella sua voce e, per un orribile secondo, pensò che le avrebbe detto che aveva cambiato idea sul portarla con sé quella sera.

“Sono solo in ritardo, bellezza. Niente di cui preoccuparsi. Sono ancora ad Almondine a sistemare alcune cose. Ho chiamato un taxi per portarti al ranch. Ci vediamo lì. Va bene per te?”

Il corpo di Maggie si rilassò. “È davvero gentile da parte tua, Aiden. Non dovevi farlo.”

“Mi dispiace da morire non poter venire a prenderti io, bellezza, soprattutto perché ci stai facendo un enorme favore. È solo che non voglio che tu faccia tardi per colpa mia.”

Il suo cuore si sciolse. Gli sto facendo un favore? Chiaramente non aveva idea di quanto significasse per lei averle chiesto di accompagnarlo quella sera.

“Va bene, Aiden, davvero. Comunque sono quasi pronta,” gli assicurò.

“Ottimo. Il taxi dovrebbe arrivare da te tra una decina di minuti, credi di farcela?”

Maggie rimase a bocca aperta, guardando l'orologio. Altro che in ritardo, a quel ritmo sarebbe stata senza ombra di dubbio la prima ad arrivare.

“Assolutamente. Ci vediamo dopo.”

“Grazie bellezza. Non vedo l'ora.”

Maggie era raggiante mentre riponeva il cellulare sul mobile. Il suo miglior abito da sera era appeso all'esterno dell'armadio dove lei stessa lo aveva sistemato. Osservandolo mentre indossava l'intimo e le calze, lasciò che la sua mente vagasse verso l'ultima volta che aveva avuto la possibilità di indossarlo. Era stato alcuni anni prima, quando lei e Robert avevano organizzato una festa per alcuni clienti importanti. Lui aveva comprato quel vestito apposta per lei e Maggie si era sentita bellissima, anche se un po' imbarazzata.

Lasciò che le dita vagassero sulla stoffa morbida e scintillante prima di tirarlo giù e indossarlo. Quando lo aveva provato la prima volta, era rimasta un po' sconvolta nel vedere la profondità della scollatura e anche sorpresa che Robert non le dicesse di cambiarsi. Poi lui aveva detto che sarebbe stato molto utile se gli ospiti fossero stati più concentrati a guardarle le tette che a leggere correttamente i contratti che gli stava proponendo. Robert sapeva proprio come rovinare le cose.

Non avrebbe rovinato anche quella serata, però. Era sicura che Aiden avrebbe apprezzato come appariva il suo corpo in quel vestito, e Maggie aveva intenzione di portarsi dietro anche uno scialle nel caso in cui fosse poco appropriato di fronte alla sua famiglia.

Si alzò in piedi per tirare su la cerniera sul fianco, notando che era più stretto di quanto ricordasse. Fece una smorfia nello scrutare il proprio riflesso, delusa di sembrare tanta, ma ormai non c'era più tempo per cambiarsi. Poteva sentire il rumore di un motore acceso in strada.

“Scendo tra un attimo!” gridò dalla finestra all'autista del taxi, che le rispose con un gesto della testa e un sorriso.

Maggie si prese un altro paio di minuti per ricontrollare i capelli e il trucco, poi prese la borsetta argentata e ci mise il cellulare e le chiavi di casa. Un'ultima occhiata allo specchio appeso nel corridoio prima di uscire la convinse che, se non altro, il blu notte del vestito si abbinava perfettamente ai suoi occhi. Scese le scale con cautela. Era passato un po' di tempo da quando aveva indossato i tacchi e i passi incerti e traballanti mal si accompagnavano all'abito da cocktail e ai sandali con il cinturino.

Mentre il taxi viaggiava, Maggie salvò il numero di Aiden nella rubrica, inviandogli un breve messaggio per dirgli che era in strada. Mentre aggiungeva una X alla fine, si sentiva come se una decina di farfalle avesse preso residenza nel suo stomaco.

“Eccoci arrivati,” disse l'autista poco dopo, fermandosi ai piedi della scalinata che portava alla casa principale del ranch.

“Grazie.” Frugò nella borsetta.

“La corsa è già stata pagata, signorina,” le disse l'autista, facendo il giro dell'auto per aprirle la portiera.

“Oh.”

Udì le note di un valzer mentre saliva con cautela i gradini e riuscì a sentire delle risate giungere dall'interno della casa. Prendendo un respiro profondo per calmare i nervi, alzò lo sguardo quando qualcuno aprì la porta.

“Salve.” L'uomo era un po' più vecchio di lei e sembrava sorpreso di vederla. Era molto bello, però, e indossava uno smoking molto elegante con i gemelli in oro.

“Sono Maggie Welch,” lo salutò con un sorriso.

Sembrava leggermente divertito mentre si faceva di lato per permetterle di entrare. “Benvenuta, Maggie. Sono Ben Fielding.”

“Il fratello di Aiden? Sono felice di conoscerti.” Sorrise educatamente e gli porse la mano, che lui strinse apparendo leggermente perplesso.

“Posso prendere il tuo scialle?” chiese gentilmente.

“Ehm, no. Credo che lo terrò un altro po'. Grazie,” rispose, stringendoselo addosso quando vide i suoi occhi scivolarle per un attimo sull'ampio seno.

Ben aggrottò le sopracciglia, chiaramente pensieroso, e Maggie si chiese quanto avesse detto di lei Aiden alla propria famiglia.

“Penso che Josie sia ancora in cucina, che è in quella direzione,” le disse, indicando in fondo al corridoio.

Maggie guardò nella direzione che lui aveva indicato, chiedendosi se le stesse dicendo di andare a cercarla. Quella famiglia chiaramente non ne sapeva molto di etichetta.

“Temo che l'ospite d'onore sia arrivato in orario,” disse Ben sottovoce.

“Oh.” Era arrivata con soltanto un paio di minuti in ritardo. Un leggero ritardo era di moda, pensò lei, e ritenne che fosse strano che Ben glielo facesse presente.

 

Un cameriere di passaggio attraversò l'ampio corridoio con un vassoio pieno di bicchieri, e Maggie rimase inorridita quando Ben ne prese uno per sé, iniziando a sorseggiarne il contenuto mentre il giovane si allontanava. Apparentemente ignaro della sua espressione, Ben la guidò in direzione della cucina. Avevano fatto solo pochi passi quando una ragazza giovane e carina con una divisa da cameriera si precipitò nel corridoio verso di loro.

“Oh, Theresa, questa è Maggie,” disse Ben.

La ragazza sembrava sorpresa. “Sì, giusto. Josie ti stava aspettando. Ha bisogno di aiuto con le tartine,” disse Theresa, guardandola dalla testa ai piedi.

“Oh, certo.” Si rivolse a Ben, che sembrava ansioso. “Va tutto bene. Tuo fratello mi ha detto che vostra sorella aveva bisogno di aiuto.

Ben sorrise, rilassandosi visibilmente. “Menomale. Stavo iniziando a chiedermi se tu in realtà pensassi di…”

“Ben, eccoti qui!”

Maggie sentì il sangue gelare nelle vene quando udì quella voce familiare rimbombare nel corridoio, e tutti si voltarono in tempo per vedere Robert Rossington camminare verso di loro con una signora bella ed elegante al suo fianco.

“Robert, mi dispiace, stavo solo…” Ben sembrava un po' a disagio.

“Margaret?” Robert la fissò incredulo, e un attimo dopo i suoi occhi le si piantarono sul seno.

Lei strinse ancora di più lo scialle, coprendogli la visuale con un brivido. Robert era ancora più corpulento di quanto Maggie ricordasse, e sfoggiava un paio di baffi che sembravano troppo sottili per la sua faccia rotonda e butterata. I suoi capelli rossicci erano ben più radi che in passato e aveva una chiazza calva ben visibile in cima alla testa, che Maggie immaginò si estendesse anche sulla nuca.

La voce di Aiden dietro di lei la fece voltare all'improvviso, e rimase sorpresa nel vedere una bella donna vestita di nero che portava un vassoio pieno di tartine mentre camminava dietro di lui.

“Maggie?” La sua voce sembrava quasi strozzata mentre l'uomo la fissava con stupore.

“Oh, tu sei Maggie, ti ho portato il…” La donna vestita di nero le porse il vassoio, poi lo tirò indietro velocemente guardando con aria interrogativa Aiden.

“Credevo che fosse qui per aiutare,” sbuffò Theresa.

“Beh, sì, ma…” La donna vestita di nero passò lo sguardo da Maggie ad Aiden, che si dimenò a disagio.

“Aiutare? Intendi come… servire?” Robert non riusciva a contenere la propria allegria.

“Sì, ma…” balbettò di nuovo la donna, annuendo lentamente.

“Non capisco. Chi è questa ragazza?” La signora insieme a Robert si accigliò perplessa, indicando Maggie, che si sentiva bruciare, dentro e fuori. A peggiorare le cose, la compagna di Robert era alta ed elegante, con una perfetta struttura ossea e capelli biondo platino fissati in uno splendido chignon, con alcuni riccioli sciolti ad incorniciarle lo splendido viso.

“È stata assunta come cameriera eppure eccola qui, vestita come una regina… beh, come il cane di una regina da quattro soldi!” sghignazzò Robert.

Le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Maggie quando si rese conto dell'errore e fissò Aiden inorridita. L'uomo la stava guardando a bocca aperta, mortificato.

“Oh, no.” Ben sembrava lievemente divertito mentre passava lo sguardo da Maggie a Robert, che ora stava praticamente rotolando in preda alle risate.

Maggie sentì le lacrime finirle anche in bocca e si precipitò verso la porta d'ingresso il più velocemente possibile sui tacchi alti.

“Maggie!” Sentì la voce di Aiden chiamarla, ma sbatté la porta alle proprie spalle e fuggì.

Non smise di correre fino a quando non fu ben lontana dal ranch. Voleva chiamare un taxi per farsi riportare a casa ma non aveva segnale sul cellulare, quindi si tolse le scarpe e camminò sul ciglio erboso della strada, cercando di ricordare il percorso fatto dal taxi poco prima.

Nonostante il caldo della sera, non poteva sfuggire ai brividi gelidi che le ricoprivano il corpo intero o al flusso costante di lacrime che le offuscava la vista mentre incespicava miseramente nell'oscurità sempre più fitta.

Sie haben die kostenlose Leseprobe beendet. Möchten Sie mehr lesen?