L'Uomo Di Maggie

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“A noi.” Aiden alzò il bicchiere per brindare e lei ricambiò, un po' sorpresa dalla dedica.

“A noi,” gli fece eco, chiedendosi cosa volesse dire.

Era un uomo adorabile e le piaceva davvero la sua compagnia, ma sicuramente anche lui poteva vedere che non c'era futuro per loro, no? Un vero peccato.

Il sapore ricco del vino le solleticò la gola col gusto di spezie calde, erbe aromatiche e un pizzico di selvaggina. Poteva dire quasi con certezza che si trattava di un buon anno, forse il 2005 o il 2007, suppose, e si leccò le labbra mentre il gusto caldo le danzava sulla lingua. Chiuse gli occhi per assaporarlo meglio e fu sorpresa di vedere Aiden che la osservava da vicino quando li riaprì.

“Ti piace?” le chiese.

“Lo adoro,” rispose, “sia il vino che lo stesso Châteauneuf-du-Pape.” Si leccò di nuovo le labbra per godersi fino all'ultima goccia.

Aiden si raddrizzò sorpreso. “Ci sei stata?”

Maggie sorrise, rendendosi conto che Aiden non poteva immaginare la metà delle cose che aveva fatto nella sua vita, supponendo che fosse solo una ragazza di campagna all'antica.

Annuì. “Mi piaceva andare nel sud della Francia,” rispose, mentre il ricordo delle lunghe e calde giornate trascorse a visitare i vigneti come se fosse una specie di ospite speciale le attraversò la mente. “Il tempo lì è bellissimo e le persone sono davvero gentili e generose.” Ricordava quante casse di vino avevano ricevuto lei e il suo fidanzato prima di ripartire, una sorta di ringraziamento per tutti gli affari che avevano fatto fare alle piccole cantine.

Aiden sembrava impressionato. “Quando ci sei andata? Come ci sei arrivata? Era per una vacanza?”

“Qualcosa del genere.” Prese un boccone della tagliata appetitosa e gemette per il gusto che le accarezzò le papille gustative. Era passato davvero molto tempo dall'ultima volta che aveva mangiato qualcosa di così delizioso.

“Una donna misteriosa,” osservò Aiden.

“Non proprio,” rispose con un sorriso. “Ho solo vissuto un po' più di te e viaggiato più lontano, tutto qui.”

Lui la guardò con aria accigliata. “Non sei più vecchia di me,” protestò. “Anche se capisco che potresti aver viaggiato ben più di me. Non mi sono mai mosso dalla contea di Cavern County.”

Maggie era contenta che lui fosse troppo gentiluomo per chiederle la sua età e si limitò a sorridergli. Aveva visto giusto quando aveva immaginato che Aiden avesse avuto una vita protetta e di lusso.

“Ti dà fastidio?” chiese, un po' preoccupato.

“Dipende”, rispose, socchiudendo gli occhi, “da quello che stai pensando.” Sentì un bruciore allo stomaco mentre guardava i suoi occhi scurirsi. Era davvero un uomo stupendo, e lei avrebbe voluto portare le cose oltre con lui, ma…

“Voglio vedere ogni cosa di te.”

Le sue parti intime si strinsero nell'udire la sua voce profonda e lo sguardo nei suoi occhi le disse che era ben consapevole delle insinuazioni nella sua dichiarazione.

Deglutì a fatica. “V-vuoi farlo?” Si sentì scaldare e capì che stava arrossendo. Sperava che fosse troppo buio perché lui se ne accorgesse, anche se, ricordò con un sospiro, lei lo aveva chiaramente visto arrossire prima. La sua espressione le disse che se n'era accorto perfettamente.

“È un problema?” Allungò la mano sul tavolo e l'appoggiò sul braccio di lei.

Maggie si morse il labbro con ansia. Come devo rispondere?

Scosse lentamente la testa, sapendo dannatamente bene che le sarebbe piaciuto vedere di più di quel sexy cowboy, in più di un modo.

“Bene.” Le accarezzò il braccio prima di togliere la mano per prendere un sorso di vino.

La ragazza si sentiva quasi triste per non avere più le sue dita a contatto con la propria pelle. Bevve in fretta dal proprio bicchiere, cercando di trarre un po' di forza dalla calda ricchezza del liquore.

“Quindi te ne intendi di vino?” chiese Aiden riprendendo a mangiare ma al tempo stesso studiandola attentamente.

“Un po',” rispose con indifferenza.

“Ed è qualcosa che ti interessa?”

“Non particolarmente. È solo qualcosa che ho imparato nel corso degli anni. Quando entri nelle cantine, tutti sembrano volerti raccontare ogni cosa dei vitigni e della loro coltivazione. Ad esempio, sapevi che questo vino è ottenuto principalmente da tre tipi di uva: il granache noir, il syrah e il Mourvedre?”

Aiden la guardò meravigliato mentre posava il bicchiere. “No, non lo sapevo.”

“Più Mourvedre usano, più è possibile sentire il sapore di pianta, come in un vino più giovane,” continuò, bevendo un altro sorso.

“Beh, è affascinante,” ammise l'uomo, studiandola con interesse

Lei sorrise, contenta di averlo impressionato.

“Mi piacerebbe fare un viaggio laggiù” disse Aiden dopo un paio di minuti.

“Dovresti farlo.” Bevve un altro sorso appena prima che lui prendesse la bottiglia e le riempisse il bicchiere. “Penso che tutti dovrebbero viaggiare.”

“Potrei aver bisogno di portare una guida con me,” le disse in tono scherzoso.

“Sono il tuo uomo… cioè, donna,” si corresse.

Lui rise. “Sì, lo terrò a mente.”

La testa di Maggie stava diventando leggera, e la ragazza sapeva che probabilmente aveva bevuto troppo vino a stomaco vuoto, quindi si mise a mangiare. L'ultima cosa che voleva era ubriacarsi quella sera. Gli aveva già detto fin troppo…

Capitolo Tre

A Maggie non era passato per la mente che Aiden volesse riaccompagnarla al suo appartamento dopo la serata che avevano trascorso insieme. Certo, era un gentiluomo ed era ovvio che lo avrebbe fatto, ma Maggie non aveva immaginato la loro uscita fino a quel punto. Si era aspettata solo di fare un salto in un bar del posto, prendere un paio di drink e poi pagare un taxi per tornare a casa, mentre Aiden si incontrava con altri amici, o qualcosa del genere.

“È proprio qui,” gli disse, rabbrividendo. Quel posto era tutt'altro che elegante e Maggie sapeva che lui ne sarebbe rimasto sconvolto.

“Non ci sono lampioni da queste parti?” Aggrottò la fronte, accendendo i fari abbaglianti.

“No.” Si sentiva un po' imbarazzata. Di solito non le dava fastidio, anche se le ultime notti aveva avuto l'impressione che qualcuno la seguisse. Probabilmente era solo frutto della sua immaginazione, lo sapeva, e si era consolata pensando che con la sua corporatura sarebbe stata in grado di resistere a qualsiasi potenziale aggressore. Non è che avesse pochi soldi, non ne aveva nessuno, quindi qualsiasi ladro sarebbe rimasto deluso se avesse tentato di rubarle la borsa.

“Tu guidi?” chiese Aiden.

“No.” Non più.

“Quindi vieni qui da sola ogni sera dopo il lavoro?”

Lei sospirò. “Sì.”

L'uomo scosse la testa e Maggie lo guardò stringere le labbra come se fosse irritato.

“È questo qui.” Fu felice di poter cambiare argomento e indicare il piccolo condominio nell'angolo più lontano.

Aiden guardò l'edificio mentre fermava il pick-up.

“Beh, grazie per l'ottima serata.” Si slacciò in fretta la cintura di sicurezza, sperando di scendere dall'auto prima di lui.

“Ti accompagno alla porta.” Aiden era accigliato e Maggie pensò che fosse meglio non discutere.

Sospirò, un po' scoraggiata. Le piaceva davvero quel cowboy e aveva passato una serata fantastica in sua compagnia. Era molto divertente, oltre che un vero gentiluomo, e Maggie non voleva davvero rovinare tutto mostrandogli quanto fossero lontani i loro mondi.

“Grazie.” Afferrò la mano che lui le porgeva per aiutarla a scendere, poi lasciò che la guidasse verso l'edificio mentre frugava nella borsetta alla ricerca delle chiavi.

Sentì la sua mano sulla parte bassa della schiena, anche attraverso il cappotto, e sorrise. Era un gesto carino e protettivo che le piaceva da morire, sicuramente qualcosa che non aveva mai sperimentato prima.

“L'ascensore non funziona,” lo informò rapidamente quando lui la condusse verso di esso.

Aiden non disse niente ma la seguì su per le scale. Erano solo poche rampe e tutte le volte Maggie mentiva a se stessa dicendosi che non era altro che un buon esercizio fisico quotidiano.

“Vuoi un caffè o…?”

Nonostante sperasse in una sua risposta negativa, Aiden annuì.

Maggie fece un respiro profondo e aprì la porta di casa. Sapeva che quella sarebbe stata la fine di qualsiasi loro relazione, anche come amici.

“Bene, siamo arrivati.” Una volta dentro accese la luce, mostrandogli il minuscolo appartamento che era stato la sua casa nell'ultimo paio di anni.

Aiden doveva aver sentito l'odore di muffa e, quando entrò in soggiorno, i vecchi mobili mal assortiti e macchiati o scortecciati in più punti dovevano avergli fatto venire voglia di voltarsi e fuggire più in fretta possibile. Maggie lo osservò guardarsi intorno, soppesando il tappeto logoro, la carta da parati antiquata che si staccava dalle pareti e il vento che fischiava penetrando dalle fessure nel telaio della finestra.

“Vuoi restare per un caffè?” gli chiese lentamente, non sapendo se lui avrebbe cambiato idea ora che aveva visto come viveva.

Aiden si voltò nella sua direzione con la fronte aggrottata. “Sì, grazie.”

Fu sorpresa ma si sentì anche sollevata mentre attraversava il piccolo angolo cottura per mettere su il bollitore. Le due stanze erano separate da uno stretto passaggio, così lei poté guardarlo togliersi il cappello e scrutare bene i soprammobili.

Almeno non è scappato appena entrato. È un buon segno, vero?

 

“Ti piace leggere,” le disse quando Maggie tornò con il vassoio.

Era in piedi di fronte a una libreria molto logora che dominava tutta una parete. Si chiedeva se avesse notato che non c'era la televisione, quindi non c'era molto da fare in casa, ma le andava bene così. Non era mai stata una che si stravaccava davanti alla TV, neanche quando ne aveva avuta una in ogni stanza della casa.

Sorrise mentre metteva il vassoio con i caffè su un tavolino e si sedeva sul divano bitorzoluto. “Sì, molto.”

Aiden esaminò alcuni titoli pieni di orecchie che lei aveva raccolto su una mensola prima che la sua mano ne estraesse uno che sembrava incontaminato rispetto agli altri.

Guida moderna al galateo sociale” lesse ad alta voce. Ne sfogliò alcune pagine. “Quindi è così che hai imparato un sacco di cose sui vini costosi.”

Maggie si sentì scaldare percependo quella lieve presa in giro, e scattò in piedi. “Non esattamente,” ribatté, afferrando il libro dalle sue mani. “Non sai niente, quindi non parlare di cose che non conosci.”

“Io… mi dispiace, Maggie. Non volevo dire…”

“Vattene.” Teneva il libro con una mano e con l'altra indicava la porta.

“Volevo dire che è un bene che tu sappia quelle cose. L'auto-miglioramento è sempre…”

“Vai!” Maggie aveva sentito abbastanza.

Aiden sembrava ferito e imbarazzato mentre afferrava il cappello e si dirigeva rapidamente verso la porta.

“Mi dispiace,” ripeté mentre usciva, ma lei non stava ascoltando. Sbatté invece la porta e la chiuse a chiave appena lui se ne fu andato, prima di crollare in lacrime sul pavimento, stringendo ancora al petto il libro.

* * * *

“Altri pancake?”

Aiden scosse la testa. Quella mattina davvero non aveva fame. Si sentiva malato.

“No, Josie, grazie. Ho mangiato anche troppo.”

Lei roteò gli occhi. “Ricordo che una volta mangiavi il doppio e avevi ancora appetito,” osservò, indicando il suo piatto.

“Penso che abbia il mal d'amore, sorellina.” Ben scoppiò a ridere dall'altra parte del tavolo.

“Molto divertente.” Aiden non era dell'umore giusto per essere preso in giro, quel giorno. Sbadigliò.

“Allora siamo tutti d'accordo? Organizzeremo una cena e inviteremo questo Rossington e sua moglie. Presumo che ne abbia una?” Josie stava prendendo appunti in un grande quaderno mentre parlava.

“Mmh, penso che dovremmo invitare anche qualcun altro per non risultare troppo ovvi,” disse Ben. “Sono sicuro di poter invitare alcuni personaggi di spicco locali che potrebbero impressionarlo.”

“Buona idea,” concordò Greg, appoggiando una tazza di caffè appena fatta sul tavolo prima di prendere posto accanto alla moglie. “Ma non voglio che Josie esageri con i preparativi e l'organizzazione.” Le mise un braccio intorno alle spalle in modo protettivo.

“Greg, sono incinta non malata,” gli fece notare lei, alzando gli occhi al cielo.

“Lo so, ma la gravidanza è ancora all'inizio. Devi stare attenta.” Greg era irremovibile.

“Beh, forse potrei trovare qualcuno che mi aiuti,” cedette Josie con un sorriso. Si morse le labbra mentre tornava a guardare il quaderno. “A quante persone stavate pensando, ragazzi?”

“Allora, se vogliamo fare colpo su Rossington dobbiamo invitare lui e la moglie, e, con noi quattro, penso sia una buona idea invitare almeno un'altra coppia o un altro paio per non far sembrare la cosa troppo palese,” rispose Ben, contandoli sulle dita.

“Un altro paio di coppie, intendi?” Aiden aggrottò la fronte, bevendo un sorso di caffè.

Josie ridacchiò, con i riccioli castano scuro che le danzavano intorno alle spalle. Di sicuro appariva graziosa. “Oh, penso che avremo bisogno di più di un paio di coppie,” disse, con gli occhi lampeggianti di gioia.

“Quindi, è più di una coppia o di una coppia di coppie? Per la miseria, ragazzi!” Aiden scosse la testa frustrato mentre gli altri ridevano.

“Lascia fare a me. Inviterò io alcuni ospiti,” disse Ben con una risatina, quando si alzò. “Grazie per la colazione, Josie.” Si chinò sul tavolo e diede un bacio sulla guancia della sorella prima di lasciare la stanza. “Vado in città. Devo prendere alcune cose. Ci vediamo più tardi.”

“Aspetta,” lo fermò Josie appena raggiunse il corridoio.

Ben tornò indietro, facendo capolino dalla porta della cucina.

“Porterai qualcuno? Alla cena, intendo.”

Ben guardò il fratello, scoccandogli un sorrisino furbo. “Nah. Penso che sarebbe meglio rimanere concentrati sugli affari, non è vero, Ade? O stavi morendo dalla voglia di presentare la tua ultima ragazza alla famiglia?”

Aiden sentì una fitta di emozione allo stomaco, poi scosse la testa. “No. Hai ragione, Ben. È una cena di lavoro, dopotutto.”

“Bene.” Josie annuì e scribacchiò qualcosa sul quaderno mentre sentivano la porta d'ingresso sbattere, segno che Ben era uscito.

“È meglio che vada a vedere i cavalli,” disse Greg, poi si alzò. Baciò affettuosamente Josie in cima alla testa prima di andarsene. “Non esagerare, capito?”

Lei roteò gli occhi ma fece un sorriso contento, felice per la sua preoccupazione.

“Sono felice di averti tutto per me,” si rivolse ad Aiden mentre iniziava a sparecchiare. “Chi è questa ragazza? È qualcuno che conosco?”

Aiden fece una smorfia. “In realtà stavo per parlarti di lei.” Si alzò e la aiutò con i piatti. “So che Ben non l'approverebbe ma forse tu potresti farlo.”

Lei lo fissò, incuriosita. “Vai avanti.”

“È che questa ragazza mi piace molto, ma non usciamo insieme. Cioè, ieri sera siamo usciti, ma…”

“Ma…? Ti sei divertito?” I suoi occhi brillarono di curiosità.

“Sì, ci siamo divertiti molto.” Sospirò ripensando alla serata che avevano trascorso insieme. Era stata fantastica fino a quando…

“Quindi è ovviamente molto carina. Perché quella faccia lunga, Ade?”

“È una cameriera,” spiegò.

“E?” Josie era chiaramente imperturbabile.

“Beh, non ha molti soldi. L'ho portata da Sebastian senza pensarci. All'inizio temevo che si sarebbe rifiutata di entrare, ma alla fine è andata bene. In effetti, una volta dentro si è comportata come se appartenesse a quel posto. Sapeva tutto del vino che abbiamo bevuto, ha detto che è stata anche in Francia. Ci siamo divertiti sul serio.” Sorrise.

“Ma?” Josie aggrottò la fronte. “Cos'è successo?”

Sua sorella riusciva sempre a leggerlo come un libro aperto.

Sbuffò. “L'ho accompagnata a casa. Non crederesti mai al modo in cui vive quella ragazza, Josie. Quel posto è freddo e pieno di spifferi e lei non ha mobili o tappeti decenti, e l'ascensore non funziona. Mi sentivo così…”

“Colpevole?” Josie lo abbracciò con affetto.

Aiden annuì. “Non volevo che si sentisse a disagio per avermi portato lì. Ho cercato di non sembrare sconvolto o altro ma ho finito per sconvolgere lei.”

Lei si allontanò bruscamente. “In che modo? Cosa le hai detto?”

Aiden le raccontò del libro sul galateo e della conversazione che avevano avuto dopo averlo trovato nella libreria di Maggie. Josie sussultò.

“Non so perché l'ho detto. Stavo solo scherzando.”

“Riesco a capire perché si è arrabbiata.” Josie annuì lentamente.

Lui sospirò di nuovo. “Lo so.”

“Sembra una donna orgogliosa, anche se non possiede molto,” continuò sua sorella pensierosa.

“È molto orgogliosa. Ho dovuto lottare quando si è trattato di pagare il conto. Voleva fare alla romana.” Sentì lo stomaco annodarsi per la situazione che sembrava sempre meno promettente.

“Forse possiamo chiederle di venire a darci una mano con la cena? Mi hai detto che si è trovata bene da Sebastian e ovviamente la pagheremo. Ci aiuterebbe entrambi. Pensi che vorrebbe farlo?” Gli occhi di Josie brillarono mentre guardava suo fratello.

Lui si accigliò. “Non lo so.” Si morse il labbro.

“Beh, immagino che sia un lavoro migliore della tavola calda, quindi potrebbe aiutarla sia dal punto di vista del morale che dello stipendio,” rifletté Josie. “E solo il cielo sa che con la gravidanza ho bisogno di tutto l'aiuto che riesco a trovare.”

“Su questo hai ragione.” All'improvviso si sentì un po' meglio. “Ne parlerò con lei dopo averle chiesto scusa per il pasticcio che ho combinato,” disse con decisione. “Grazie, sorellina.” Si chinò e le diede un bacio affettuoso sulla guancia prima di afferrare il cappello e dirigersi verso la porta. Finalmente qualcosa sembrava andare nel modo giusto.

* * * *

Aiden sorrise mentre saliva sul pick-up e si dirigeva alla piccola tavola calda di Bracken Ridge. Sapeva che Maggie non avrebbe voluto vederlo ma lui doveva fare qualcosa.

La ragazza lo guardò accigliata dal bancone quando entrò portando un grosso mazzo di fiori. Aiden si aspettava quella reazione, però, e le rivolse un sorriso smagliante. Sebbene lei si stesse deliberatamente tenendo occupata servendo i pochi tavoli occupati, lui prese posto al bancone, dove sempre, e l'aspettò.

Alla fine fu costretta ad avvicinarsi.

“Buongiorno, Maggie. Ti ho portato questi.”

Lei scosse la testa. “Non li voglio. Non voglio niente da te. In effetti, preferirei che te ne andassi adesso e non tornassi più. Credi di potercela fare?” Il suo volto era teso e il tono freddo come il ghiaccio.

Lui le sorrise. “No.”

Maggie sbuffò, incrociando le braccia sul petto mentre lo fissava con aria di sfida.

Aiden sapeva che la ragazza non avrebbe fatto una scenata con altri clienti presenti ma in fondo era preoccupato soprattutto che lei volesse che se ne andasse sul serio.

Maggie strinse gli occhi. “Cosa vuoi da me'”

“Un caffè e uno dei tuoi deliziosi dolcetti alla cannella, per favore.” Sorrise, sperando di vederla sciogliersi un po'.

Non si sciolse per niente.

Anzi, serrò le labbra con forza e guardò gli altri clienti. Aiden aveva avuto ragione nel pensare che non volesse fare una scenata in pubblico. Gli servì il caffè e gli porse un dolcetto caldo. Aveva un profumo delizioso.

Aiden sorrise e prese il piatto, rimanendo sorpreso quando lei non lo lasciò andare subito. Invece, si chinò verso di lui e parlò a bassa voce, a denti stretti.

“E ti sarei grata se lasciassi l'importo corretto sul bancone. Non ho bisogno delle tue mance esagerate. Non ho bisogno di niente, da te.”

Lasciò andare il piatto così in fretta che Aiden quasi cadde all'indietro dallo sgabello. Il suo cuore sprofondò. La guardò ma lei, invece di restare lì a parlare come faceva di solito, si allontanò e andò a pulire alcuni tavoli. Dannazione!

Capitolo Quattro

Maggie sentiva la pancia dolere mentre si dava da fare per pulire tutti i tavoli del piccolo locale. Strofinò le tovagliette di plastica fino a quando non furono tutte perfettamente lucide, poi prese una brocca d'acqua per riempire i piccoli vasi con i mazzetti di fiori selvatici che aveva posizionato al centro di ognuna.

Aiden era ancora seduto al bancone quando finì, così decise di dedicarsi al lavaggio delle finestre, qualunque cosa per evitare di dovergli parlare. Con un po' di fortuna, lui avrebbe capito il suggerimento e se ne sarebbe andato.

La gola le faceva male dopo aver pianto per la maggior parte della notte, e sapeva che il suo aspetto non era messo meglio. Le erano comparse delle borse sotto gli occhi e la pelle appariva pallida per colpa della stanchezza. Non aveva quasi chiuso occhio, il che era davvero ridicolo. Erano usciti insieme solo una volta, ma era stata una serata perfetta dall'inizio alla fine. Non si era accorta di quanto lui le piacesse fino a quando non lo aveva cacciato. Le era sembrato davvero genuino e non era apparso scioccato quando aveva visto le condizioni del suo appartamento. Ma, a pensarci bene, tornava tutto. Aveva avuto pietà di lei e le aveva dato dei consigli ogni volta che era andato alla tavola calda, dandole anche dei soldi con la scusa della mancia. Aveva flirtato con lei e le aveva fatto credere di essere interessato prima di chiederle di uscire. Era un uomo intelligente. Poi l'aveva volutamente portata in un ristorante chic dopo averle detto che uscivano solo per un drink, al massimo per un pasto veloce da qualche parte. Stava chiaramente cercando di farla sentire a disagio e fuori dalla sua portata. Beh, era davvero un idiota se pensava di poterla prendere ancora in giro. Sorrise mentre ricordava la loro conversazione sul vino, poi ricordò anche come poco dopo lui aveva pensato che le sue conoscenze provenissero tutte da un libro.

 

Non sa proprio niente.

“Posso avere un altro caffè?” le chiese quando Maggie andò dietro il bancone per prendere un secchio di acqua pulita per sciacquare le finestre.

I suoi grandi occhi azzurri sembravano tristi, e di sicuro non stava sorridendo.

“Certo.” Prese la caffettiera e gli riempì di nuovo la tazza.

Aiden appoggiò la mano sopra la sua mentre lei si allontanava, e Maggie si voltò sorpresa.

“Maggie, mi dispiace per la scorsa notte.” La sua voce era bassa e gentile.

Lei si strinse nelle spalle. “Non ti preoccupare. Non sono così arrabbiata.”

Il dolore negli occhi di Aiden era ben visibile e Maggie si sentiva male solo a guardare quello sguardo chiaro, ma non c'era modo che gli permettesse di vedere quanto l'avesse fatta stare male in realtà. Maggie aveva stupidamente pensato che ci fosse qualcosa tra loro, ma per tutto il tempo l'uomo l'aveva solo presa in giro, mostrandole fino in fondo quanto fosse povera in confronto a lui. E ci è riuscito.

“Per favore Maggie, lascia che ti spieghi.” Le strinse forte la mano mentre lei tentava di allontanarsi, e la ragazza si guardò rapidamente intorno per vedere se qualche cliente li stava osservando. Nessuno sembrava fare caso a loro.

“Non c'è niente da spiegare, Aiden. Hai già detto e fatto tutto.” Strinse di nuovo i denti mentre sentiva le lacrime minacciare ancora una volta di scenderle lungo le guance. La sua gola era stretta da un nodo che quasi le impediva anche di respirare, lo stesso che era cresciuto durante la notte e che non sembrava per niente disposto ad allentarsi.

“Non volevo insultarti,” le disse con fermezza.

“Allora perché lo hai fatto?” Lo fissò, trovando più facile mostrargli la propria rabbia piuttosto che il proprio dolore.

“Stavo solo scherzando. So che sei una persona intelligente e gentile. Diavolo, è una delle cose che più amo di te. È stato così bello uscire con te ieri sera che quando me ne sono andato avevo già voglia di rivederti. Voglio ancora rivederti.” Parlava in fretta e Maggie faticò a stargli dietro perché era ancora concentrata sulla prima parte del discorso. “È una delle cose che più amo di te.” L'aveva detto davvero?

I suoi occhi la stavano implorando di credergli, e Maggie sospirò mentre con lo sguardo seguiva una coppia che usciva dalla tavola calda.

“Pensi di essere migliore di me, vero?” sbottò.

“No.”

“Hai pensato che mi sarei sentita in imbarazzo in quel ristorante, che mi sarei resa ridicola. Speravi che mi sentissi fuori luogo e usassi la forchetta o il coltello sbagliati, o una cosa del genere. Eri così scioccato quando ho iniziato a parlare di quel maledetto vino. Scommetto che la mia conoscenza enologica ti ha rovinato la serata.”

Aiden scosse con forza la testa. “Ti sbagli, Maggie.”

“E hai insistito per pagare completamente il conto perché pensavi che non me lo sarei potuto permettere, non è vero? Mi hai persino accompagnato a casa per poter storcere il naso di fronte al mio minuscolo appartamento. Bene, Signor Sapientone, hai avuto la tua dose di divertimento. Ma sai una cosa? Non mi interessa. Ho più conoscenze nel dito mignolo di quante potrai mai averne tu in tutto il corpo, quindi non pensare di essere migliore della povera cameriera che hai invitato fuori ieri sera, perché non conosci proprio un bel niente di me.” Gli sputò quelle parole con rabbia, socchiudendo gli occhi nel tentativo di rimandare indietro le lacrime che le pungevano con forza le palpebre.

Fallì miseramente.

Voltandosi in fretta in modo che lui non potesse vederla piangere, strappò la mano dalla sua presa e fuggì nella piccola cucina. Non le dava alcuna privacy, dato che la parete era formata da vetri che le permettevano di tenere d'occhio la sala quando era intenta a cucinare, ma sbatté lo stesso la porta e ci si appoggiò contro.

Prese un fazzoletto dalla tasca del grembiule e si soffiò velocemente il naso prima di asciugarsi il viso. Consapevole di essere osservata, andò verso il lavandino e si lavò le mani, le asciugò e solo a quel punto lanciò un'occhiata al di là del vetro. Fu sorpresa di vedere che anche l'ultimo cliente se n'era andato, lasciando i soldi sul tavolo, e che Aiden era l'unica persona rimasta lì dentro. Era ancora seduto su quello sgabello dietro il bancone.

Maggie ribolliva dalla rabbia. La scenata che gli aveva appena fatto aveva fatto fuggire i clienti? Se era così, il Signor Burton non avrebbe dovuto scoprirlo, o l'avrebbe senza dubbio licenziata. Aprì la porta e si diresse verso il bancone, dove Aiden stava sorseggiando il caffè.

“Se perdo il lavoro saprò chi ringraziare,” gli disse con veemenza.

Lui fece schioccare la lingua. “Se perdi questo lavoro di sicuro ne troverai uno migliore. Lo sa il cielo se sei in gamba.”

Non era la risposta che Maggie si era aspettata, e in qualche modo la spaventò.

Aiden alzò le sopracciglia di fronte al silenzio che giunse da lei. “Sei molto più di una semplice cameriera che cucina e serve ai tavoli in una piccola tavola calda, vero?” disse. “Si capisce a occhi chiusi che non appartieni a questo posto. Sei… molto più di tutto questo.” Agitò una mano, indicando quello che li circondava.

Maggie si sentì svenire. Aiden aveva ragione. Era molto, molto più di una semplice cameriera.

“Co-come fai a saperlo?” La voce le uscì più debole di quanto avesse desiderato, ma quel groppo in gola le impediva ancora di parlare nel modo giusto.

“È ovvio, Maggie.” Scosse la testa con un sorriso. “Hai ragione riguardo all'esperienza. Di classe e intelligenza ne hai a bizzeffe, e sì, hai più tutto di quanto io avrò mai.”

“Non volevo dire…” Si sentì improvvisamente imbarazzata per il modo in cui gli aveva parlato poco prima. Dopotutto era un Fielding.

“No, dico sul serio. La classe è qualcosa che non puoi imparare. O ce l'hai o non ce l'hai, e tu, mia cara, ne hai da vendere.” Le sorrise. “Non so dirti quanto mi dispiace per come sono andate le cose ieri sera, bellezza. Mi sono divertito così tanto con te. Non volevo affatto che finisse, figuriamoci che finisse in quel modo. Sono un idiota. Lo riconosco.”

Il cuore di Maggie si sciolse mentre parlava, e la ragazza si ritrovò a fare un passo nella sua direzione.

“No, dispiace a me. Avrei dovuto capire che stavi solo scherzando. Ho reagito in modo esagerato. Temo di avere la tendenza a farlo. Sono un po' troppo suscettibile per il mio stesso bene.” Il nodo alla gola iniziò lentamente a sciogliersi mentre sentiva anche il peso sullo stomaco cominciare ad alleggerirsi.

All'improvviso Aiden era dall'altra parte del bancone, intento ad avvolgerla con le sue braccia calde e muscolose e a baciarla con un trasporto e una dolcezza che Maggie non aveva mai provato in vita sua. L'odore della sua acqua di colonia la circondò in una nebbia di felicità e tutto il suo corpo si rilassò come non le accadeva da molti anni. Dovette stringere le cosce per alleviare la tensione quando sentì l'erezione di Aiden premerle contro, mentre il loro bacio si faceva ancora più intenso. Maggie fece scorrere le dita tra i suoi capelli biondi e morbidi mentre si perdeva nelle profondità dei suoi occhi azzurri. Dio, era bellissimo.

Entrambi sussultarono e si separarono di scatto nel sentire la porta aprirsi. Maggie arrossì quando Aiden le rivolse un sorriso prima di tornare dall'altra parte del bancone.

“Va tutto bene, bellezza?” Le fece l'occhiolino e prese il cappello.

Maggie annuì mentre un grande sorriso contento le allargava le labbra.

“Bene. Non dimenticarti di metterli nell'acqua, okay?” Indicò il grande mazzo di fiori che aveva appoggiato sul bancone.

“Grazie.” Maggie li sollevò, lasciando che il loro odore la circondasse.

Aiden le rivolse un cenno della testa e si diresse verso la porta proprio mentre la coppia appena entrata prendeva posto a un tavolo. Il modo in cui i due clienti sorridevano le fece capire che avevano visto il bacio, ma a Maggie non importava. Era orgogliosa che un uomo bello come Aiden avesse voluto baciarla. E che volesse rivederla.

Entrò in cucina e riempì una grande brocca con dell'acqua a temperatura ambiente in cui infilò con cura i fiori. Li mise sul bancone, rendendolo subito molto più caldo e accogliente. Adesso poteva lavorare e ammirarli al tempo stesso, ricordando nel frattempo lo splendido cowboy che glieli aveva regalati.