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Buch lesen: «Danza macàbra», Seite 2

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SCENA I

All'alzare della tela, Giacomo e Ambrogio stanno accendendo le candele e i lumi del Salone e della Galleria. – Tommaso, in frak e cravatta bianca, entra dalla destra dello spettatore, seguito da Vittorio che ha in mano lettere e carte

Tomm. (ai servi) Accendete da per tutto… anche la Galleria… (a Vittorio) Vediamo… ho altro da dirle?.. (pensa) Ah, sì!.. (levando di tasca una carta) Bisogna spedire questo telegramma… e poi… poi non c'è più nulla!.. Può andare a dormire… (ridendo) e questo è l'ultimo ordine che le do!..

Vitt. L'ultimo!?

Tomm. Sì!.. Il Principe aderisce al desiderio da lei manifestato… e la impiega negli Ufficj della Società per il quartiere Lanfranchi…

Vitt. (con gioja) Davvero!? —

Tomm. Lui stesso… gliene darà domani la lieta notizia.

Vitt. (con espansione) Che lei, signor Tommaso ha voluto anticiparmi?.. Grazie!..

Tomm. (sempre ironico) È proprio contento di lasciarmi… di sottrarsi al mio giogo?!..

Vitt. (con sollecitudine) Le rincresce?!

Tomm. Di perderla?!.. Oh, no!.. Anzi mi fa piacere…

Vitt. (maravigliato) Come!?

Tomm. Non per lei… che, in fondo, è un bravo ragazzo…; ma perchè posso così impiegare un giovinetto intelligente… attivo… un vero lavoratore… che mi sta molto a cuore…

Vitt. Allora…

Tomm. Tutti contenti… e buona fortuna!.. (lo saluta con la mano).

Vitt. Oh, non mi congedo!

Tomm. Perchè?

Vitt. Dovrò vederla ancora, signor Tommaso, parecchie volte in questi giorni… La signora Duchessa mi ha dato una quantità di commissioni…

Tomm. Quali?

Vitt. Oh, le solite!.. Una lista di famiglie povere da visitare… per riferire, poi, sul vero stato… e sulle vere cause della loro miseria…

Tomm. (di cattivo umore) Dia a me… ci penserò io!

Vitt. Non vorrei che la signora Duchessa…

Tomm. (imperioso) Ho detto che ci penso io!

Vitt. Preme tanto alla signora Duchessa… e lei, signor Tommaso, è così occupato!

Tomm. Dia qui!.. Se lei deve stare al banco… è chiaro che non può correre la città per fare inchieste sul vero stato de' mendicanti…

Vitt. (consegnandogli la carta) Ha ragione… eccole la nota…

Tomm. Vada subito alla posta… altrimenti, troverà chiuso.

Vitt. Vado… (via a destra).

Amb. e Giac. (si avvicinano a Tommaso).

Tomm. (leggendo la nota rivolto a' servi) I soliti accattoni!

Amb. e Giac. (lo ascoltano ridendo e approvando) Già!..

Tomm. (c. s.) La vedova… con quattro marmocchi… l'operajo… ch'è caduto dalla fabbrica… La puerpera che non ha latte… L'artista a cui manca lavoro… ci sono tutti!.. (con sarcasmo). E tutti cantano miseria!.. La Duchessa se ne commuove… e manda il signorino… a verificare… e il signorino dice sempre sì, sì… perchè, trattandosi di elemosina, gli riesce facile… (con malignità) maneggiar quattrini!.. Ma è finita anche questa cuccagna!.. Da qui in avanti le informazioni sopra tutti questi morti di fame, le darò io!.. (Ambrogio e Giacomo ridono forte) Silenzio!.. Viene il Marchese… (I servi si ritirano in fondo, e tutt'e tre assumono un contegno rispettoso).

SCENA II

Gustavo, in frak; e detti

Gust. (entrando dalla sinistra) Auff!.. Come mangia male il patriziato romano!.. Questa cucina bastarda, caro signor Tommaso, mi ha impinzato… senza nutrirmi!.. Delle pietanze romane… condite all'inglese… da un cuoco francese!..

Tomm. Al quale fanno perdere la testa!.. Il principe la vuole in un modo… La Duchessa, in un altro… Don Fabrizio dà un ordine!.. Il Duca gli contraddice!

Gust. E… tutti insieme… cospirano per far mangiare male i loro invitati!.. L'ho detto anche a tavola… I padroni ne hanno riso… ma è la verità!.. Se il Principe Lanfranchi non ha più nemmeno una buona tavola, non vedo che cosa possa giovarmi l'essere suo nipote!..

Tomm. Il signor Marchese ha voglia di scherzare!..

Gust. No… dico sul serio!.. Danaro non me ne dà!.. Dunque!?

Tomm. (ridendo) Oh, oh!.. Sempre di buon umore!..

Gust. E… almeno… ci fosse del cognac bevibile!..

Tomm. Ne abbiamo… e dell'eccellente, signor Marchese!

Gust. Allora… non è quello che servite in tavola!?

Tomm. Voglio portarglielo io stesso… (fa per andare)

Gust. (trattenendolo, col gesto) No!.. Me lo faccia portare… ma lei resti… perchè vorrei dirle una parola…

Tomm. (tra sè) Ci siamo!.. (fa cenno ad Ambrogio che esce e torna col cognac servendo Gustavo).

Gust. (avvicinandosi a Tomm.) E così?!..

Tomm. (con sussiego) Ecco… se si tratta d'un migliajo di lire… avrei trovata la persona…

Gust. Ma io ho bisogno di 5000 lire!.. Quanto alla terza persona… via… son ferravecchi!.. Le pare?! (sorseggiando il cognac) Eccellente davvero questo cognac!

Tomm. Ferravecchi!.. Come se il signor Marchese non sapesse che io sono un povero maestro di casa… a 60 scudi il mese!

Gust. (subito) E gl'incerti…

Tomm. Oh, ma molto incerti!

Gust. (sorridendo ironicamente) Già, già… anche quando s'amministra da 15 anni uno de' più grandi patrimonj di Roma!

Tomm. Mi son lasciato indurre a prestare qualche risparmio… che avevo fatto…; ma non mi ci prendono più!.. Lei sa bene che la settimana scorsa m'avrebbero sequestrato i mobili… per una cambiale protestata col mio avallo… se non fosse intervenuto il Principe… tanto buono!

Gust. Tre volte buono!.. Perchè a me, quell'affare del sequestro… non l'avrebbe dato a bere!.. È stato… sì, un colpo da vero maestro… di casa… ma a me… ripeto…

Tomm. (fingendo dolore) Mi maraviglio come il signor Marchese… possa credere a certe calunnie!

Gust. Calunnie!?.. Perchè?!.. Prima d'ogni altra cosa, si cercava di dissipare certe voci… di certi prestiti dati a grosso interesse… co' danari del Principe… dunque niente di male!.. E poi ho fatto una piccola inchiesta per mio conto… e il compiacente cugino della cambiale… potrebbe… nel caso…

Tomm. Insomma, cosa vuole che le dica?.. Dal momento che anche lei, per altro, non ci trova niente di male…

Gust. E le cinque mila lire?..

Tomm. Ebbene… sì… farò il possibile!

Gust. Sono parole un po' troppo vaghe!.. Mi occorrono questa sera.

Tomm. (spaventato) Questa sera?!

Gust. Già… altrimenti dovrei cavarmi il capriccio di parlare al Principe di quel tal sequestro… non foss'altro per sapere se, anche lui, è del nostro parere circa il… niente di male!..

Tomm. Ebbene… signor Marchese… a questa sera!..

SCENA III

Esther, con Enrichetto, dalla destra, attraversa la scena verso la sinistra. – Ambrogio e Giacomo portano l'occorrente per servire il caffè, deponendo tutto sulla tavola in fondo. – Detti

Gust. (a Tomm.) Oh, la bella Esther!.. (salutandola) Madamigella… come va il mio cuginetto?

Esth. (saluta Gustavo con civetteria e con affettata pronunzia francese) Sempre bene, signor Marchese.

Gust. (accarezzando Enrichetto) Lo accompagna dal nonno?

Esth. (sorridendo) Tutte le sere… alle frutta… La signora Duchessa… non lo vuole a tavola… prima…

Gust. Perchè Enrichetto è cattivo! (prendendolo in braccio) Dammi un bacio, birichino. (resta in disparte con Enrichetto).

Tomm. (a Esther, in maniera che odano i servi) Madamigella… una parola…

Esth. (rispettosa) Mi comandi, signor Tommaso…

Amb. (a Giacomo) Ora tocca a madamigella!..

Tomm. Lei è uscita oggi in carrozza?!

Esth. (con calma) Per ordine della signora Duchessa…

Tomm. (c. s.) E… ha fatto correre, per due ore, sotto l'acqua… una pariglia di ottomila lire!

Esth. Dovevo sbrigare tante… commissioni!

Tomm. Ragione di più per andare a piedi… o in vettura da nolo!..

Esth. Ma la signora Duchessa…

Tomm. (pronunziando forte le parole) La signora Duchessa può far quello che vuole… ma lei, per girare Roma, non ha bisogno d'una pariglia inglese!..

Esth. (con ira mal repressa) Sta bene… un'altra volta anderò a piedi…

Tomm. (con durezza) Ha preparato quella nota?

Esth. Sì… eccola!.. (gli dà una carta con atto dispettoso).

Amb. (piano a Giac.) Ci ho tanto gusto!.. M'ha fatto prendere tanta di quell'acqua… la signorina!

Tomm. (s'avvicina a Esther, fingendo di leggere la nota, e le dice piano) Sei in collera?..

Esth. (con malumore) Lo domandi?!.. Certo!.. Perchè questa scena?..

Tomm. (c. s.) Era necessaria!.. Ambrogio ha fatto la spia… e il Duca è furioso, perchè hai fatto bagnare i suoi cavalli…

Esth. (guardando i servi – a Tommaso con malizia) Allora… alza pure la voce… ma farai pagare dal Duca una toilette di più!..

Tomm. (ridendo) Questo s'intende!

Esth. (c. s.) E… quanto ad Ambrogio…

Tomm. Al primo bicchiere che rompe… avrà il fatto suo!.. (ridono tutt'e due. – Poi Tommaso ripiglia un contegno severo) Va bene… (forte, mettendo in tasca la nota) domani sarà pagata.

Esth. (riprendendo il bambino) Signorino… andiamo… Signor Marchese… (via, con Enrichetto a sinistra. I servi s'allontanano dalla Galleria).

SCENA IV

Gustavo e Tommaso; poi un Servo

Gust. (seguendo Esther con lo sguardo) È bella questa ragazza?!.. Un vero bijou!.. E ci vuole un bel cuore a trattarla come fa lei… con tanta severità!

Tomm. L'ho messa io in casa del Principe… e… capirà… ci tengo che mi faccia onore… Il signor Duca è così tenero per i suoi cavalli!

Gust. (con malizia) Ah, dunque, l'ha messa lei in questa casa?!.. Bravo!.. Si vede proprio che lei ha un buon gusto in fatto di belle donnine… Ma… già… tutti sanno… che lei…

Tomm. (protestando) Ah, signor Marchese… questo poi!.. Ma via… alla mia età!.. Oh, davvero che il mondo è proprio cattivo!

Gust. Calunnie anche queste, eh?!.. Come quella del sequestro?! —

Tomm. (mortificato) Signor Marchese…

Gust. Animo… via!.. Come vuole che certe cose non le sappia io… io che sono amatore del genere… come lei!.. E anche in questo… non c'è nulla di male!.. Si può metter la mano sul fuoco, che anche il Principe direbbe così… Lui che… ancora alla sua età… malgrado gl'impicci del famoso quartiere che sta costruendo… malgrado la sua serietà… lasciamola lì!.. Del resto, ognuno ha la propria vocazione… Mio cugino, per esempio, va matto per i cavalli!.. Bisognava vederlo a Londra… e a Parigi!.. Ed è curiosa come le passioni s'appiccicano!.. Anche mia moglie… a star con lui… ha preso la stessa mania!.. Di giorno… nelle scuderie… o alle Corse… di sera, al Circo!

Tomm. (con malizia) Sarà stata una vera penitenza per lei?!

Gust. Oh, per me, di giorno… mi ci pigliavano… ma di sera!.. Ah, quella Parigi!.. che città!.. che donnine!.. C'è mai stato lei?

Tomm. Pur troppo, no!.. E… ora… alla mia età!..

Gust. Avesse cent'anni… ci vada prima di morire!

Tomm. (ridendo) Dunque, da quelle parti, signor Marchese, nessuna scarsità di prodotti?!

Gust. Ah, no!.. al contrario!.. Ma la ricerca dell'articolo «Parigi»… per l'esportazione e il consumo interno… è tanta… che la merce autentica non ha più prezzo…

Tomm. Ci saranno sempre i prodotti falsificati… per le piccole borse!

Gust. Americane… spagnuole… russe… tedesche… italiane… molte italiane!.. con etichetta francese, s'intende!.. A che servirebbe, del resto, l'insegnamento di questa lingua nelle nostre scuole magistrali?.. Il Governo, che improvvisa tante maestre… per non pagarle… almeno apre loro così una… carriera proficua! (ridono; poi Tommaso, vedendo entrare Riccardo, saluta e s'allontana, dando ordini al servo).

SCENA V

Riccardo, in frak, dalla Galleria, introdotto da un servo. – Detti

Ricc. Oh, Marchese, ben tornato! (si danno la mano).

Gust. Arrivai ieri… Venni subito per vederti… ma non eri in Ufficio…

Ricc. Ero sul lavoro…

Gust. Ebbene, eccoti qui!.. Sei dunque contento d'aver lasciato il nuovo mondo per il vecchio?!.. Dimmelo francamente… perchè, avendoti proposto la Direzione della nostra Società… e fatto accettare da essa… non vorrei aver rimorsi!

Ricc. Rimorsi!?.. Tu scherzi!.. Eh, via!.. Fosse stata la mia rovina, tu non ci avresti colpa! – Non forse ti parlai… fino alla noja… della nostalgia invincibile, che m'aveva preso dopo sei anni di vita americana!?.. Ma già… noi Italiani siamo tutti così!.. Non possiamo star lontani dal nostro paese… E… poi… quando ci si torna…

Gust. Ebbene… quando ci si torna!? —

Ricc. La vita è fatta così… Ciò che non si ha… par sempre più bello!.. E… poi…

Gust. E poi!? —

Ricc. Vuoi che ti dica, l'idea, che mi son fatta in questi otto mesi… dacchè sono qui?.. È questa… che gli Americani sbagliano quando vogliono scimmiottare gli Europei… e noi sbagliamo quando vogliamo scimmiottare gli Americani!.. Laggiù vanno matti per le nostre anticaglie… noi, diventiamo così per le loro enormi imprese… per i loro affari colossali!.. E qui… son capitato proprio nel mondo più adatto… a osservare questa… pazzia!

Gust. Vuoi dire!?

Ricc. Voglio dire questo mondo di patrizj romani… de' parrucconi che vogliono posare a Jankee!.. Oh, che gente!.. Loro… voler fare delle imprese americane… come questa di costruire una città come Roma!.. Ma dovranno contentarsi di figurare come decorazioni de' loro vecchi palazzi… de' loro vecchi ambienti!

Gust. Il male si è… mio caro… che non lo hanno potuto!..

Ricc. Anche questo è vero!.. La borghesia americana… da per tutto… li aveva superati in ricchezza… ed essi… per la solita albagia della superiorità… si son lasciati tentare a gettarsi a capo fitto nel mondo degli affari… Credevano di raddoppiare i proprj patrimonj… e vi lasciano, invece, le penne!

Gust. Dunque, gli affari della nostra Società… van male!?..

Ricc. Non dico questo… ma bene neppure!.. Basta… speriamo!.. (pausa) Fatto sta che… in otto mesi che sono qui… io non ho potuto ancora veder bene nelle cose… Oh, che amministrazione!.. Un labirinto!.. E quanti ostacoli!.. La politica… e il Governo… entrano da per tutto!.. Questo Principe romano… che ha voluto fare il Costruttore in grande… ha fatto le cose da Principe… e non da costruttore!.. Ci vuol altro!.. E tutti gli hanno mangiato addosso!.. Figurarsi!.. Una Società impegnata per 20 milioni… con tutte le azioni emesse… È in mano di chi!?.. Otto milioni spariti nelle fondamenta… cioè… no… nelle tasche di uomini politici… per procurarsi l'appoggio governativo… caso mai… o per contrarre prestiti onerosi, co' quali far fronte a' mancati pagamenti degli azionisti!.. Otto milioni!.. (breve pausa). A proposito… anche tu hai delle azioni?

Gust. (imbarazzato) Sì…

Ricc. E… devi ancora i due ultimi pagamenti… mi pare?

Gust. Sì!.. (rinfrancandosi) E pagherò!.. ma… caspita… con te posso parlar schietto… pagherò quando tu mi potrai assicurare…

Ricc. Oh! te lo ripeto… per ora non c'è nulla di minaccioso… e se non saltano fuori magagne… mi capisci?.. spero di condurre le cose a buon porto…

Gust. Benissimo!.. E se saltano fuori?!

Ricc. Oh, non lo credo!

Gust. E neppur io!.. Ma… quando si hanno pochi danari come me… che, per fare que' pagamenti, sarei proprio costretto a gravi sacrificj… tu comprenderai che ci vorrebbe almeno una certa sicurezza… un'intiera fiducia…

Ricc. E tu non l'hai?!

Gust. Sì… in te… nel Principe!.. Ma… capirai… ci sono degli altri…

Ricc. Chi!?

Gust. Io non ho peli sulla lingua… con te, specialmente!.. Non ti parlo di Maurizio, che si occupa solo di cavalli… o di caccia!.. Fabrizio, per esempio!.. Ah, questa è una volpe fina!.. Ma per quanto fino sia lui… io non son tanto gonzo da credere che… lui… il cadetto… non abbia profittato di questa bella occasione di maneggiar milioni… per rifarsi delle nostre leggi… patrizie!.. La volpe spende e spande… e… in somma… io farò… sì… i miei due pagamenti… ma, prima, fammi tu un gran favore… Fruga… fruga bene… specialmente negli scartafacci de' primi contratti… e… poi… ne riparleremo!

Ricc. Bah!.. Come vuoi…

Gust. Grazie!.. E in premio… voglio darti un consiglio… perchè vedo che sei nella buona strada per giudicare il nostro patriziato… e vorrei affrettare la tua educazione definitiva!.. Noi… in somma… siamo un vecchio mondo in isfacelo di giocatori… di oziosi… di scettici… di donnajuoli… d'ignoranti… d'ignoranti, sopra tutto!.. I nostri avi, almeno, avevano qualche gusto d'arte… noi neppur questo!.. Dimmi quanti patrizj, oggi, spendono una infinitissima parte delle loro rendite per comprare una statua… un quadro… de' libri!?.. Molta vernice… spesso nera… per coprire le macchie… ma sotto!.. (pausa) Gli uomini migliori… come il vecchio Principe… sono delle nullità… che vorrebbero far l'Ercole degli affari!.. Il solo vero gentiluomo sono ancora io… credimi… modestia in tasca… perchè io, almeno, non fo l'ipocrita!.. Sono uno scavezza collo… e non la pretendo a gran Costruttore… o a modello di nessuno!.. Quanto alle nostre dame… avendo l'abitudine di confessarsi spesso… hanno sempre qualche cosa… di nuovo… da dire al confessore!.. Osa tutto con esse!.. Non far mai l'ingenuo… perchè questa è la sola colpa che non ti perdonerebbero mai!

Ricc. (sorridendo) Oh, che scettico!