La Presidenta

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Franco Parpaiola

La Presidenta

Laura Boldrini

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello!”
Dante.

Una rassegna delle migliori boldrinate politiche degli ultimi tre Anni nell’Italico Teatro delle marionette parlamentari riportate dalla stampa Italiana..

Klaptext.

Immigrati, dichiarazione di Laura Boldrini: “Il loro stile di vita sarà il nostro stile di vita”

“I migranti sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione. E ci offrono uno stile di vita che è uno stile di vita che presto sarà lo stile di vita di tutti noi”.

E’ ciò che ha dichiarato pochi giorni fa il presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione di un congresso sull’immigrazione.

www.freedom24.news.com

26 giugno 2014

Laura Boldrini sogna un Presidente Rom

Di: Andrea Pasini.

Italiani io, ogni giorno che passa, sempre di più mi domando come ancora riusciamo a tollerare senza ribellarci questa classe politica di inetti e traditori che hanno l'onore di governare il nostro paese e che non lo meritano. Noi italiani invece abbiamo il disonore di essere governati da questi anti italiani incapaci. Ma vi rendete conto che questi politicanti da strapazzo al posto che pensare di cercare in tutti i modi di risolvere i problemi seri che attanagliano il nostro popolo come, ad esempio, le migliaia di aziende che ogni giorno chiedono e dichiarano fallimento, i posti di lavoro che ogni giorno migliaia di italiani perdono, le milioni di famiglie italiane che non hanno più nemmeno i soldi per mangiare, i giovani che devono scappare dal nostro paese perché qua non hanno un futuro, le tasse che questo governo infame continua ad aumentare e che stanno strozzando chiunque, la burocrazia pachidermica che blocca qualsiasi tipo di investimento e sviluppo. E questi inetti politicanti a cosa pensano? Pensano a salvaguardare, a tutelare e a mantenere gli extracomunitari, i clandestini e i Rom e lasciano morire di fame gli italiani. VERGOGNA. È urgente una rivoluzione. Popolo italiano ribellatevi!!! Basta essere schiavi di questa classe di politici che hanno tradito, che hanno offeso, che hanno reso schiavo il nostro popolo e il nostro paese. Noi non meritiamo questo schifo. Il nostro popolo non merita questo trattamento. Fuori il coraggio, dobbiamo combattere per cacciarli e riacquistare la sovranità e il potere che spetta dalla costituzione al popolo italiano.

Da: Il Giornale.

Paolo Bracalini - Gio, 21/03/2013

I finti tagli dei presidenti delle Camere

Il trucco dei presidenti delle Camere: dicono di rinunciare al 30% dello stipendio, ma in realtà sarebbero appena 1.500 euro lordi.

Roma - Il cosiddetto «popolo della Rete», che abbocca a tutto, ha già fatto il monumento equestre a Boldrini e Grasso perché «si riducono lo stipendio del 30%».

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con i neo presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso

Sì, il 30% ma di cosa? Quale parte del ricco pacchetto (stipendio, rimborsi, diarie, benefit, appartamenti, spesa fatta dai commessi) da presidenti di Camera e Senato? Cioè alla fine, di preciso, a quanto rinunciano? Un conto è il compenso, un conto è l'indennità, cioè la parte che corrisponde allo stipendio reale, al netto di tutto il resto. Non è ancora chiaro a cosa si applichi la sbandierata riduzione del 30%, perché se riguarda l'indennità si tratterebbe della rinuncia a 1.500 euro circa sui 5mila di indennità, a cui però poi si aggiunge più del doppio. Sarebbero dunque briciole, più che una ventata francescana anche ai Palazzi italiani dopo quelli vaticani.

Anche perché i due presidenti di Camera e Senato sono remunerati ancora meglio dei parlamentari normali. A chiedere chiarimenti è lo stesso Beppe Grillo, elettore (coi suoi 163 parlamentari) sia della Boldrini che di Grasso, sui cui il gruppo si è spaccato in due. «Si riducono stipendio del 30%, bene, ma si tratta di quello da parlamentare o dell'indennità aggiuntiva per i presidenti di Camera e Senato? Non è spiegato, ma è un dettaglio importante che i cittadini devono conoscere. Una proposta c'è già ed è molto semplice: 5mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi, rinuncia all'assegno di solidarietà e obbligo di giustificare, rendicontare e pubblicare ogni spesa rimborsata. Se Boldrini e Grasso proponessero questa misura il risparmio annuale sarebbe di circa 70 milioni».

Il comico parla del compenso totale dei parlamentari (11.283 euro), ma quello che spetta, ex lege, a Grasso e Boldrini è superiore. Se prendiamo i loro predecessori come parametro, troviamo uno stipendio netto mensile, tra indennità di funzione, indennità di carica e rimborsi forfettari (esentasse), di oltre 15mila euro al mese. Perché al compenso base si aggiungono 4.223,83 euro di indennità d'ufficio e un ulteriore rimborso spese telefonico di 154,94 euro. Il presidente del Senato, poi, ha diritto ad una residenza lussuosa nel cinquecentesco Palazzo Giustiniani a Roma, ma pare che Grasso sia intenzionato a risiedere a casa propria. Grasso poi, ex procuratore nazionale Antimafia e magistrato di Cassazione, ha maturato i requisiti per la pensione da ex toga, che nel suo caso (anzianità di servizio e metodo retributivo) equivale alla quasi totalità dei 14mila euro di stipendio, attorno agli 11mila euro. Che quindi si aggiungono all'emolumento da presidente del Senato, compensando largamente la rinuncia al 30% (non si sa ancora di cosa).

La cinquantenne Laura Boldrini, nuova presidente della Camera, non è in età da pensione (anche se all'Onu valgono regole molto particolari e il vitalizio si matura con precocità). Nel comunicato congiunto fatto con Grasso si legge che, oltre al famoso 30% di taglio, ci saranno risparmi anche «in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste, alcune delle quali potrebbero essere del tutto soppresse, quali ad esempio i fondi per spese di rappresentanza». E poi «una riduzione, a partire dal trenta per cento con l'obiettivo di arrivare al cinquanta, sarà applicata alle dotazioni delle segreterie particolari degli stessi titolari delle cariche istituzionali», a partire dai due presidenti. Chi farà, ad esempio, le foto ufficiali alla Boldrini (che ha subito iniziato assumendo portavoce e staff tra gli amici di partito)? Nel primo trimestre 2012 il «Cerimoniale» della Camera (che si occupa soprattutto della presidenza) ha speso 180mila euro in foto. Ma ce ne sono parecchi di privilegi che la Boldrini si ritrova suo malgrado. Un «plafond illimitato» relativamente al «Fondo spese di rappresentanza», l'autovettura di servizio, la franchigia postale e la dotazione di «apparati telefonici mobili» ad libitum. E poi lo staff a disposizione: un capo della segreteria, un portavoce, due addetti di V o IV livello, più nove addetti. Totale: 13 dipendenti. Basterà il taglio del 30%?

Boldrini come Tsipras ora s'improvvisa leader della sinistra anti Renzi

La minoranza Pd la usa come corpo contundente contro il premier che insiste: «Non spetta al presidente della Camera valutare i decreti»

Da: Il Giornale

Lucio Di Marzo - Gio, 21/03/2013

Assessora e avvocata: la grammatica paritaria

Il nuovo presidente della Camera, Laura Boldrini, ha deciso di dare retta alla provocazione di Beppe Grillo.

Il suo stipendio, per cui aveva già deciso un primo taglio del 30%, si riduce ancora.

Grasso: "Pronto per servire il Paese”

L'ex rappresentante del Commissariato per i rifugiati percepirà per il suo impegno politico la metà di quanti l'hanno preceduta. Insieme al decurtamento del 50%, la Boldrini ha deciso anche di rinunciare all'alloggio e al rimborso per le spese di viaggio e telefoniche.

Come la Boldrini ha fatto anche il suo omologo al Senato, Pietro Grasso, che ha voluto dare un ulteriore segnale, dimezzando la scorta da cui è seguito nei suoi spostamenti. In una nota ha voluto spiegare perché ha mantenuto alcuni degli uomini che gli sono assegnati: "a partire dal maxiprocesso - ha detto - non è stata un privileggio ma una dolorosa necessità".

In serata si sono saputi oggi i nomi dei due onorevoli che affiancheranno Grasso e Boldrini, sostituendoli alle Camere. I vice della Boldrini saranno Luigi Di Maio, 26enne campano del Movimento 5 Stelle, Maurizio Lupi (Pdl), Marina Sereni e Roberto Giachetti (Pd). I questori saranno Paolo Fontanelli (Pd), Gregorio Fontana (Pdl) e l’ex magistrato Stefano D’Ambruoso, di Scelta Civica.

A sostituire Grasso al Senato, invece, ci saranno Maurizio Gasparri (Pdl), Valeria Fedeli (Pd), Roberto Calderoli (Lega) e Linda Lanzillotta (Sc). A palazzo Madama il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un questore, Laura Bottici. Accanto a lei Lucio Malan (Pdl) e Antonio De Poli (Sc).

L'ultima crociata femminista della Boldrini: vuole insegnare a scrivere ai giornalisti

L'esponente di Sel lancia un vademecum sulle professioni al femminile: "Usare il linguaggio in un modo o in un altro è una scelta politica" La signora comunista indulgente coi carnefici

Le esternazioni barricadere del presidente della Camera stupiscono molti. Ma ricalcano le posizioni di estrema sinistra dei suoi elettori

Da: Il Giornale

Redazione - Mer, 17/04/2013

 

Lo spilloIl metodo Boldrini: arroganza al potere

Il 16 marzo è stata eletta presidente della Camera dei deputati con 327 voti su 618 votanti. Malgrado non sia stato un nome condiviso e considerato che Sel, il suo partito di origine, ha preso un 3% alle Politiche, oggi la miracolata Laura Boldrini si permette pure scatti di arroganza. L'ex portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, dall'alto del suo scranno, ha accusato gli italiani di «immaturità nel rapporto tra eletti ed elettori» perché «per anni hanno votato figure poco trasparenti nella speranza di trarne vantaggi». Ma certo, con la Boldrini oggi è tutto diverso. Da che pulpito, poi, parla la «presidente di tutti»…

Da: Il Giornale.

Redazione - Mer, 01/05/2013

La Boldrini insiste: "La crisi rende carnefici le vittime"

"L'emergenza lavoro fa sì che la vittima diventi carnefice, come purtroppo è successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi"

Nel giorno del Primo Maggio il presidente della Camera Laura Boldrini torna a parlare della crisi economica e delle sue conseguenze.

Con un evidente riferimento alla sparatoria di domenica scorsa davanti a Montecitorio. "L'emergenza lavoro" fa sì che "la vittima diventi carnefice, come purtroppo e' successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi". Queste le parole del presidente della Camera, Laura Boldrini, auspicando dal governo "risposte tempestive all'emergenza delle emergenze". Poi il presidente della Camera ha precisato su Facebook le sue posizioni sul caso Preiti: "Nel giorno del Primo maggio il pensiero va al brigadiere Giuseppe Giangrande, gravemente ferito sul lavoro, ed a sua figlia Martina, che tornerò presto a trovare. Il lavoro, oggi più che mai, è la madre di tutte emergenze - aggiunge Boldrini - a cui la politica è tenuta a dare soluzioni. La grave crisi economica che colpisce il nostro Paese mette a dura prova tutti, specialmente chi nel futuro non vede speranza. In alcuni casi, la disperazione porta a gesti estremi ed inaccettabili, contro se stessi e contro altri.

Riconoscerlo - sottolinea il presidente della Camera - non vuole essere in alcun modo una giustificazione alla violenza, che va con forza condannata perché non può mai essere mai una risposta.

Da: Il Giornale

Stefano Filippi - Ven, 03/05/2013

Camera e Senato, i vice e questori Boldrini e Grasso: mezzo stipendio

Per i deputati ottiene un nome anche M5S, che chiedeva si riconoscesse il suo ruolo istituzionale. Ai presidenti tagli anche su alloggi e rimborsi.

Il Foglio ha scritto che è il volto bello del comunismo, e che se facesse amicizia con Mara Carfagna le due parlamentari rappresenterebbero la bellezza delle larghe intese.

Ma più che dall'avvenenza o dal taglio delle giacche nere, di Laura Boldrini colpiscono le esternazioni barricadere e combattive. Segreto di Stato, 25 Aprile, il disagio sociale, la sparatoria davanti a Palazzo Chigi: gli italiani sono sconcertati da una presidente della Camera che sembra prendere a spallate le istituzioni più che puntellarle.

«Mi unisco a chi chiede l'abrogazione completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo perché in un Paese civile verità e giustizia non si possono né barattare né calpestare», ha detto a Milano alla manifestazione per l'anniversario della Liberazione. Una festa in cui, stando alle sue parole, gli «italiani liberi» sarebbero soltanto quelli presenti nelle piazze, «piazze vive» perché «festeggiano la riconquista della libertà». E sulla crisi l'erede di Gianfranco Fini a Montecitorio ha usato la bilancia a due pesi. Da un lato «non è lecita alcuna confusione tra chi spara e chi viene colpito», ma dall'altro «sulla crisi le istituzioni e la politica devono tornare a intervenire e dare risposte quanto prima, anche perché in più di un caso - lo stiamo vedendo con frequenza crescente - la crisi trasforma le sue vittime in carnefici».

Le vittime diventano carnefici per colpa della crisi. Sembra ricalcato dal manuale del perfetto marxista, laddove si teorizza che non esistano responsabilità personali ma soltanto sociali. Le colpe sono pubbliche, della «politica che non dà risposte», dei «cattivi esempi». Un modo per giustificare a prescindere, perché se non c'è peccato non c'è neppure il peccatore. La solidarietà della Boldrini al brigadiere Giangrande e alla figlia è arrivata in un secondo momento.

E per fortuna che i due carabinieri feriti non hanno preso in parola l'ex portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. Anch'essi, i militari, sono vittime. Vittime colpite non dalla crisi, ma dai proiettili esplosi dalla pistola di Luigi Preiti. E se si fossero trasformati in carnefici? Se avessero sparato contro l'attentatore? Non sarebbero finiti loro sul banco degli imputati per eccesso di legittima difesa, come purtroppo è successo già troppe volte in questo nostro Paese?

In realtà non c'è nulla di cui stupirsi nelle parole di Laura Boldrini. La signora è coerente con se stessa, con il suo passato e le sue idee coltivate negli anni. Idee di sinistra, giustificatrici a prescindere, per le quali le colpe sono sempre collettive e mai personali, anche se Preiti ha pianificato con lucida follia in 20 giorni l'agguato di domenica mattina.

Non c'è proprio niente da meravigliarsi per le cose dette da una parlamentare eletta con il partito di Nichi Vendola. Nelle piazze e sui giornali ricalca le posizioni espresse quando lavorava per le Nazioni Unite. A ogni sbarco di disperati sulle coste italiane, l'allora portavoce dell'alto commissario scaricava le colpe dell'accaduto sul «sistema», particolarmente quando al governo c'era Silvio Berlusconi. Le emergenze, le ondate di sbarchi da decine di migliaia di persone erano parole da esorcizzare.

Le emergenze erano provocate dal governo, dai politici, «dal sistema che non funziona come avrebbe dovuto». Oppure dagli italiani stessi, nei quali «a prevalere sono l'ansia, la paura e la non disponibilità». La Boldrini lamentava che «non si parla di gente che sta arrivando dal Nord Africa per motivi umanitari, bensì di “clandestini”, che è una parola con un'accezione negativa che dovrebbe essere messa al bando». E i negrieri che organizzano la tratta? La complicità dei governi nordafricani che chiudono gli occhi davanti ai mercanti dei nuovi schiavi? Quello che vedeva la Boldrini era che «c'è molto poco slancio nel dare aiuti» perché «questi arrivi vengono percepiti come invasioni». È la posizione di quando l'immigrazione era governata da Livia Turco. Laura Boldrini è soltanto una persona coerente con le proprie idee e con quelle di quanti l'hanno eletta al Parlamento.

Da: Il Giornale.

Raffaello Binelli - Mar, 14/05/2013

Aggressione a Brescia, scontro in aula tra il Pdl e la Boldrini

Brunetta rimprovera duramente alla Boldrini di non aver condannato l'aggressione subita a Brescia. Lei ribatte: "Non condanno ogni episodio che attiene alla politica"

Tensione alle stelle, a Montecitorio, tra la presidente della Camera, Laura Boldrini, e i deputati del Pdl.

La discussione si è accesa sui disordini di Brescia, avvenuti sabato scorso durante la manifestazione di piazza del Pdl e le contestazioni, alcune molto violente, messe in atto dai militanti della sinistra. A dare il via alla polemica è Simone Baldelli (Pdl). La Boldrini glissa con alcune venature ironiche. Arrivano poi gli interventi di Rosato per il Pd e Di Battista per M5S.

Baldelli ricorda "il clima d’odio di questi giorni" e, rivolgendosi alla presidente della Camera, dice che "l’art.8 prevede anche, oltre al lodevole impegno contro il femminicidio, che lei rappresenti la Camere, sia detto senza polemiche, un principio di solidarietà democratica verso le forze che rappresentano la nazione". E, proseguendo nel suo intervento, va all'attacco: "Avremmo avuto piacere di ascoltare parole di solidarietà, immediate e incondizionate come lo sono state da parte nostra nei suoi confronti per i fischi con i quali lei è stata ingiustamente contestata a Civitanova e per gli insulti che ella ha annunciato di aver ricevuto via Internet". Applaude il Pdl. Baldelli aggiunge che "questa è solidarietà democratica, al di là delle divisioni tra noi su giustizia, processi e questioni economiche nel Paese".

Gelida e molto sintetica la replica della Boldrini: "Pensavo che il suo fosse un intervento per richiamo al regolamento.

Evidentemente avevo capito male...", ripete un paio di volte, calcando sulle parole. Forti applasi da una parte dell'emiciclo. Il dibattito che ne segue, a colpi di "fioretto", spazia da Brescia, al caso Kyenge, alle aggressioni di Milano.

A inasprire i toni del dibattito è il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta che già all’inizio del suo intervento polemizza con la presidente Laura Boldrini: "Visto che mi ha chiamato onorevole e sono invece presidente del gruppo, io non la chiamerò presidente". Poi Brunetta torna sulla questione della mancata solidarietà sulle contestazioni a Brescia: "Io c’ero a Brescia e ho visto le bandiere e gli insulti del suo partito e i teppisti che stavano sotto le bandiere del suo partito, Sel. Le chiedo se lei usa due pesi e due misure per esprimere la solidarietà".

Pressata dal Pdl la Boldrini ricorda che la presidente della Camera "non solidarizza o condanna ogni episodio che attiene allo svolgimento di attività politiche o di partito. Non si può pretendere questo perché così facendo il presidente della Camera finirebbe per entrare nell’agone politico, a danno del suo ruolo di garanzia indispensabile per il funzionamento del sistema".

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