Danzando Verso La Felicità

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<<Wow, amo Roma è bellissima, però non riuscirei a viverci è troppo caotica e presa d’assalto dai turisti. Magari un giorno potrai tu farci da cicerone nella tua città. Non sono ancora riuscita a visitarla tutta.>>

<<Molto volentieri, quando vorrai Isabel sarò a tua disposizione.>> Dice senza nascondere un sorrisetto malizioso.

<<Me lo ricorderò quando vorrò evadere da Torino e dai miei mille impegni.>>

“E magari quando la smetterai di intimidirti guardandolo.”

Interviene il mio subconscio.

Tra una chiacchierata e l’altra il tempo è volato. Mia madre ci invita a prendere posto a tavola. In qualche modo mi ha nuovamente salvata.

Durante la cena Mattia è molto partecipe e per nulla in difficoltà cosa che mi porta in maniera inaspettatamente naturale a sperare in una sua repentina integrazione nel gruppo e, nuovamente, ad augurarmi di vincere altrettanto rapidamente l'imbarazzo che mi crea la sua presenza. Mi perdo ad osservarlo, ha qualcosa di misterioso. Quando è distratto mi rendo conto che i suoi occhi cambiano luce, cosa avrà che lo preoccupa? Bello e tenebroso… Devo smetterla di guardarlo così, prima o poi qualcuno se ne accorgerà e non va bene. Dò un occhiata all’orologio appeso alla parete e mi rendo conto che è davvero tardissimo, sono già le venti e tra un’ora Max sarà qui. Saluto e mi alzo per andare nella mia stanza. Quando sono vicino alla scala, mi rendo conto che Mattia mi ha seguita.

<<Ce la farai a sopportarci?!?>> lo sfido ironicamente mentre saliamo assieme.

<<Direi di si!>> esclama sorridendomi.

<<Immagino tu sia stanco… Ti conviene andare a riposare. Più tardi, quando rientrerò, farò in modo di non fare rumore per evitare di disturbarti.>>

<<Non sono affatto stanco. Penso di sistemare alcune cose in camera e poi mi dedicherò alla lettura di un libro. Mi spiace avere invaso il tuo spazio… sai, per il bagno...>>

<<Non preoccuparti potrò sopportarlo>> gli dico facendogli un sorriso.

Mattia è nella sua stanza e si butta sul letto pensando divertito all’esuberanza e all’impaccio di Isabel. Anche lui è frastornato dalle tante emozioni per la giornata appena trascorsa. Si sente attratto da quella ragazza. Ripensa al momento in cui l’ha vista volteggiare, sarebbe rimasto ore ad osservarla mentre danzava. Quando ha incontrato i suoi penetranti occhi nocciola non riusciva più a distogliere lo sguardo dal suo. E’ consapevole di averla messa in imbarazzo. Si sente attratto non solo dal suo aspetto ma dalla fragilità che vuole nascondere tramite ironia e sicurezza. Quando lei li ha raggiunti nel salone con indosso quel vestitino color crema che le lasciava scoperte le lunghe gambe toniche l’ha trovata irresistibile. Isabel: un viso particolarmente bello, incorniciato da lunghi capelli castani dai riflessi ramati, occhi grandi di un castano ambrato, bocca carnosa ben disegnata che fa da contrasto all’espressione fresca e innocente. Ha un corpo tonico, il fondoschiena rotondo e modellato, un seno generoso, vita stretta e con tutte le curve al posto giusto… Evidentemente lo sport ha aiutato a far sì che il suo fisico si modellasse nei punti giusti. Di certo non passa inosservatae tutto di lei gli rimanda perfezione e sensualità... Sommerso dal pensiero di Isabel dimentica per un po’ i suoi problemi e la vera motivazione che l’ha indotto a trasferirsi a Torino per un po’di tempo.

Al solo pensiero che ci sia solo un muro a dividermi da Mattia mi fa venire la pelle d’oca. Basta pensare a lui! Devo riprendermi e muovermi. Decido di indossare un abitino nero che metta in evidenza le forme senza essere volgare, decolleté nere, un filo di trucco sugli occhi e un po’ di lip gloss, qualche goccia di J’adore, l’ultima spazzolata ai capelli che lascerò sciolti e, finalmente, sono pronta.

Il cellulare incomincia a squillare e, come da copione, è Max per avvisarmi del suo ritardo. Non ce la può proprio fare ad essere puntuale!

<<Questa volta cosa ti è successo?>> gli domando sbuffando.

<<Isabel scusami, ma ho avuto un imprevisto, quindi stasera purtroppo non possiamo vederci.>>

La reazione è immediata e piccata <<E me lo dici soltanto adesso, quindici minuti prima dell’ora “x”? Bravo, siamo alle solite!>>

<<Hai ragione ad arrabbiarti, ma mia madre si è sentita poco bene ed ha bisogno di me, mi dispiace. Giuro che domani mattina passo a prenderti prestissimo e ti porterò prima a fare colazione al bar e poi ti accompagnerò a scuola.>>

<<Va bene, anche per stavolta sei perdonato, ma per vendicarmi domani non darò peso alla mia linea e, visto che pagherai tu, mangerò tutto quello che mi capiterà sotto il naso. Non darmi buca di nuovo! Adesso vai da tua mamma e salutamela!>> dico smorzando il mio risentimento.

Capisco che questa volta è per una giusta causa, ma è seriamente difficile sopportare di ricevere costantemente dei bidoni.

Esco dalla stanza sbattendo involontariamente la porta. Non dovrei ma sono comunque molto arrabbiata è la terza volta che mi tira pacco negli ultimi dieci giorni. Sono talmente furiosa da non rendermi conto che la mia “delicatezza” nello sbattere la porta ha fatto uscire Mattia dalla sua stanza. I suoi occhi sono addosso a me che mi scrutano dalla testa ai piedi. Perché mi fissa così?

Rompendo il silenzio gli dico: <<scusami per il fracasso. Ma la mia dolce metà ha un innata e incredibile predisposizione a farmi infuriare…>> Continua a squadrarmi in maniera imbarazzante, praticamente mi sta mangiando con gli occhi!

Sono sicura d’essere diventata paonazza. Finalmente decide di dire qualcosa.

<<No, non preoccuparti per me. Dimmi tu piuttosto cos’è successo?>>

<<Max mi ha dato buca, di nuovo! E dire che mi sono fatta carina per lui.>>

<<Non avrà la minima idea di cosa si stia perdendo; sei bellissima!>>

E dopo questa affermazione arrossisco ancora di più.

<<Sai cosa ti dico, che niente va sprecato! Se a te può andar bene, uscirò io con te stasera.>> Mi propone Mattia.

<<Certo, ti porterò un po’ in giro per le vie di Torino!>> Rispondo entusiasta, preoccupata per le strane sensazioni che provo e per dover rimanere sola con lui.

<<Ti andrebbe se andassimo a fare una passeggiata in centro e poi in un pub a bere qualcosa?>>

<<Mi piace! Dammi solo il tempo di cambiarmi e sono subito da te.>> Mi risponde divertito per aver notato il mio sguardo sui suoi pantaloni della tuta, facendomi l’occhiolino. Arrossisco, rendendomi conto che anch’io lo stavo mangiando con gli occhi. Dio santo quest’uomo sarebbe super sexy anche con indosso un sacco della spazzatura.

Nell’attesa sono scesa in cucina per bere un bicchiere d’acqua fredda per riprendermi e fare calmare i bollenti spiriti anche se forse sarebbe meglio mandare giù qualcosa di alcolico il quale potrebbe rendermi più spigliata.

Mi dirigo verso il corridoio e nel frattempo noto Mattia che sta scendendo le scale per raggiungermi. Ha indossato un jeans, una maglietta di cotone nera con scollo a v e una giacca di pelle. È bello da fare male!

Mi prende la mano e mi chiede se sono pronta a portarlo in giro. Annuisco e respirando a fondo inizio a parlare a raffica: <<ti porto in auto fino in Piazza Vittorio Veneto, è tra le più grandi piazze d’Europa e da lì in poi andiamo a piedi per le vie principali del centro: Via Po, Piazza Castello, Via Roma e poi torneremo indietro da Via Lagrange per poi ritrovarci nuovamente in Via Po econcludiamo andando a berci qualcosa ai Murazzi.>>

<<Perfetto, mi fido di te!>> esclama divertito dalla mia improvvisa parlantina.

Raggiungiamo la mia auto, una Mito nera dell’Alfa Romeo.

Messa da parte la timidezza e sciolto il ghiaccio, incomincio a sentirmi a mio agio. Così per accelerare i tempi e conoscerlo meglio lo tempesto di domande riguardanti la sua città nativa e la sua vita privata. Quando mi ci metto sono davvero invadente.

<<Scusami se ti tormento, ma mi domando cosa diavolo ci fai qui a Torino, abitando in una città stupenda come Roma.>>

<<Lavoro>> risponde.

Nonostante le mie decolleté siano molto alte, sono riuscita a camminare tanto e seguire l’itinerario prefissato.

Raggiungendo i Murazzi gli faccio notare la chiesa della Gran Madre e il Monte dei Cappuccini.

<<Lo sapevi che Torino è una città magica? La prossima volta ti porto in Piazza Statuto. Anticamente era una porta della città considerata infausta e fuori da questa vi erano le crocifissioni. Per i suoi precedenti storici si pensa che la piazza nasconda qualcosa di malefico, addirittura si suppone che sotto l’aiuola centrale ci sia la porta per l’inferno. Torino è il vertice del triangolo della magia nera con Londra e San Francisco e anche della magia bianca con Praga e Lione. Il punto preciso del vertice della magia nera è un piccolo obelisco costruito nel 1808 su un punto geodetico secondo calcoli trigonometrici ed è situato in un aiuola del piccolo giardinetto.>>

<<Davvero?>>

Annuisco. Poi gli indico le tre statue della Gran Madre e gli spiego cosa rappresentano.

<<La statua al centro rappresenta Vittorio Emanuele I, quella di destra l’allegoria della religione con la tiara ai piedi, mentre, quella a sinistra l’allegoria della fede, una donna che regge un calice. Si ritiene che la statua volga lo sguardo verso il luogo in cui si nasconde il Santo Graal. Invece una delle leggende esoteriche vuole che non lo sguardo ma che l’indice della mano indicasse il luogo in cui è sepolto il Graal, per questo ignoti l’hanno distrutto.>>

 

<<Interessante.>>

<<Magari appena entrambi avremo un po’ di tempo libero, ti porto a fare un tour, facendoti visitare la Torino misteriosa, sotterranea e esoterica.>>

<<Mi piacerebbe molto.>>

<<Non credo in queste cose… anche se in fondo l’esoterismo mi affascina e spaventa al tempo stesso.>>

<<Anch’io non credo in queste cose. Anche se in questo momento un po’ di magia la percepisco e più che alla porta dell’inferno, mi sento in quella del Paradiso.>> Mi dice guardandomi negli occhi.

<<Sapevo che ti sarebbe piaciuto qui…>> gli dico fingendo di non capire. Perché penso che non si stesse riferendo alla città… sono la solita presuntuosa.

Mentre siamo al pub e continuiamo a bere, Mattia mi elenca i posti che vorrebbe visitare. Successivamente mi racconta qualcosa della sua famiglia, di avere delle sorelle e di esser molto affezionato a loro.

<<Mi sono trasferito qui per questioni di lavoro. Sono un consulente finanziario, mia zia mi ha detto di conoscere delle persone che necessitano di me ed io ho bisogno di avere più clienti e accumulare esperienze, così ho deciso di trasferirmi! Conoscendo i tuoi, mi ha aiutato a trovare una sistemazione, ha chiesto loro la possibilità di ospitarmi nella vostra pensione. Purtroppo a casa sua non c'è molto spazio per ospitarmi.>>

<<Io non ho mai conosciuto tua zia, mia madre mi ha detto che è una sua amica di vecchia data che ancora non ho avuto il piacere di conoscere. Stando a quello che dice, non abita in città. Sarei curiosa di incontrarla, potrebbe rivelarmi qualcosa che mia madre combinava da giovane. Non si sa mai, potrebbe tornarmi utile quando mi starà con il fiato sul collo!!!>> Commento con un sorrisetto compiaciuto.

<<Se vuoi un giorno ti ci porterò, vive in Val di Susa da quando si è sposata.>>

<<Grazie, mi piacerebbe molto.>>

Vorrei chiedergli anche se è fidanzato, ma penso che non sia il caso, potrebbe pensare che io possa avere “altri” interessi nei suoi riguardi.

Parliamo ancora molto continuando a mandare giù birra, cosa che mi rende più sicura e meno timida. Ridiamo e ci divertiamo per tutta la serata. Senza rendercene conto il tempo è volato.

<<E’ tardissimo!>> esclamo guardando l’ora. Sono quasi le tre del mattino e tra poche ore devo andare all’università.

<<Hai ragione, il tempo è passato velocemente, non pensavo fosse così tardi!>>

<<Già… E’ ora di andare a dormire>> dico molto dispiaciuta di dover interrompere la piacevole chiacchierata.

<<Grazie mille per la bella serata...>> dico facendo una pausa per prendere coraggio e raccontargli di averlo già visto.

<<Sai, stamattina mentre andavo all’università ti ho incrociato; eri fermo ad un semaforo con la cartina stradale in mano. Non ho potuto fare a meno di notarti e sono rimasta affascinata dal tuo aspetto, pensavo fossi inglese o Irlandese… sei particolarmente interessante!>> esclamo e poi cerco di riparare <<Scusa, mi fa male bere tanto, perdo il controllo e non penso a quello che dico…>> arrossisco e evito di guardarlo in faccia.

Mi sorride e mettendo due dita sotto il mento mi costringe a guardarlo negli occhi: <<Evidentemente è un segno del destino che noi dovessimo incontrarci.>>

<<Forse...>> gli rispondo intimidita da lui, dai suoi occhi e dalla situazione.

<<Non ti sfugge niente! In parte hai indovinato, ho origini Irlandesi da parte di mia madre.>> Mi comunica orgoglioso.

<<Me lo hanno suggerito i tuoi lineamenti, il colore degli occhi e dei capelli. Sei la classica bellezza del nord Europa.>> gli confesso diventando color porpora. Meno male che ho smesso di mandare giù birre. Non oso immaginare cosa non potrei ammettere… ad esempio che se non fossi fidanzata gli sarei saltata addosso. E adesso da dove mi escono questi pensieri peccaminosi?!?

Ci dirigiamo verso l’auto, entriamo e metto le mani sul volante fingendo d’essere attenta a quello che sto facendo. Non voglio che si accorga del mio volto ancora paonazzo per via della mia confessione di qualche minuto prima.

Mattia è immerso nei suoi pensieri ed io non voglio aprire bocca per evitare altri strafalcioni. Il silenzio è quasi confortevole.

Finalmente siamo arrivati a casa, rimanendo sempre in silenzio saliamo le scale e ci troviamo davanti al corridoio dove ci sono le nostre stanze.

Rompendo il silenzio gli sussurro: <<Notte Mattia e grazie ancora per la bella serata.>>

Lui mi guarda e si avvicina per darmi un bacio sulla guancia. <<Notte Isabel.>>

Entriamo nelle nostre rispettive camere e nonostante le grandi emozioni provate durante la giornata appena trascorsa mi addormento non appena appoggio la testa sul cuscino.

III

Suonano alla porta: è Max che ha mantenuto la promessa. È venuto a prendermi per fare colazione insieme e per accompagnarmi all’università. Scendo velocemente le scale pronta per affrontare una nuova giornata e quel inaffidabile del mio fidanzato.

Indossa un jeans, una t-shirt bianca e una giacca blu scuro. Mi sembra di non vederlo da una vita. Moro, occhi verdi attenti e luminosi, carnagione olivastra, alto e fisico asciutto. Avevo quasi dimenticato quanto fosse affascinante. Stiamo insieme da un anno e ci conosciamo dai tempi delle medie. Lui è stato il mio primo partner, sono sempre stata troppo concentrata sulla danza per pensare all’amore, ho avuto qualche infatuazione ma niente di più. Povero Max mi ha sempre amato in silenzio per anni e durante il corteggiamento è stato molto paziente e insistente. Forse avrò ceduto per sfinimento.

Lo raggiungo e gli dico ironicamente: <<Ciao, sei reale oppure un ologramma?>>

<<Sono reale e sono qui tutto per te.>> Risponde, smorzando un sorrisetto colpevole.

Nel frattempo Mattia stava scendendo le scale per raggiungere la sala. Indossa un completo grigio aderente e una camicia bianca, classico look da uomo d’affari, è impossibile descrivere come stia magnificamente bene in quel completo. Cerco di non guardarlo più di tanto concentrandomi solo su Max.

Mi sento davvero in imbarazzo, speriamo non se ne accorga nessuno. Ma poi perché devo sentirmi così? Studio psicologia da qualche anno e ancora non sono in grado di analizzare la mia mente. Le emozioni di questi giorni sono un enigma! Vedo Max che guarda Mattia e poi me. Forse si aspetta delle presentazioni...

<<Ciao Mattia, ti presento Max il mio ragazzo nonché il mio tira-pacchi preferito...>>

<<Piacere!>> esclama Mattia con aria sconsolata allungando la mano per stringergliela.

<<Max, lui è il ragazzo di cui ti ho parlato ieri al telefono.>> Dico cercando di affievolire la tensione. Sembra irrigidito, la conoscenza e l’esistenza di Mattia sembra non essergli altrettanto gradita e appare palese nel modo in cui si affretta a prendere le distanze.

<<Adesso andiamo altrimenti rischierai di arrivare tardi all’università e, oltretutto, a stomaco vuoto!>> mi sorride e fa un cenno con la testa di saluto verso Mattia.

Mentre ci dirigiamo verso il bar gli racconto come ho trascorso la serata precedente. Ero indecisa se farlo o meno, poi decido che sarebbe meglio dirglielo, altrimenti potrebbe pensare che avessi avuto qualcosa da nascondere, nel caso in cui ne venisse a conoscenza per altre vie. E onestamente non ho fatto niente di male!

<<Brava, così dopo nemmeno poche ore che l'hai conosciuto, ci sei uscita insieme, complimenti!>> mi rimprovera.

<<Adesso fai anche il geloso? Ti ho già spiegato che è il nipote di una cara amica di mia madre e non c'è niente di male nell'avere un nuovo amico! È qui solo da ieri e si sente spaesato. Visto come si era conclusa la serata di ieri, a me andava di svagarmi un po’ e a lui di iniziare a conoscere la nostra città. Dai, adesso accompagnami a scuola, che per la colazione si è fatto troppo tardi, gelosone!>> esclamo senza sfidare troppo i suoi assurdi sospetti e l’improvviso malumore.

Che tipo! In fin dei conti è stato lui a lasciarmi sola la sera precedente.

Per fortuna, durante il tragitto incontriamo Roberta.

<<Ciao Roby>> Dico ringraziando la mia buona stella per avere la possibilità di non discutere più con Max.

<<Ciao Isabel, Max>>

<<Adesso che ho compiuto il mio dovere andrei>> dice Max facendomi quello che si può definire un finto accenno di sorriso. Bacia me e saluta Roby.

<<Ci sentiamo più tardi>> dico ricambiando il bacio.

Quando vedo la figura di Max allontanarsi tiro un sospiro di sollievo. A Roby non sfugge niente e mi guarda con aria indagatrice, così le racconto tutto quello che è successo nelle ultime ore.

<<Isabel, scusa se mi permetto…>>

<<Dimmi, sai che puoi dirmi tutto>> affermo preoccupata per le “perle di saggezza” che stanno per uscire dalla sua bocca.

<<Negli ultimi due mesi sei stata praticamente una paranoica musona e oggi di punto in bianco hai un sorriso da un orecchio all’altro. Quando parli di questo famigerato Mattia non si può non notare il tuo entusiasmo. Mi auguro che tu non sia stata così euforica anche mentre lo raccontavi a Max! Non ho idea cosa possa avere di così speciale questo ragazzo. Ma un incantesimo l’ha fatto: i tuoi occhi hanno ritrovato la luce che si era spenta da un po’ di tempo.>>

<<Non posso semplicemente essere serena perché oggi è una bella giornata di sole e perché, dopo giorni, sono riuscita a passare un po’ di tempo con Max?!?>> le chiedo confusa per quello che mi ha appena fatto notare.

<<Senti qualsiasi cosa sia stato, bentornata Isabel! Chiunque sia riuscito a fare ciò lo ringrazio dal profondo del mio cuore.>> Mi dice prendendomi sotto braccio mentre ci incamminiamo verso l’ingresso dell’aula.

È vero che negli ultimi tempi difficilmente riuscivo a provare nuove emozioni, anzi, più il tempo passava, più il mio broncio stava peggiorando. I miei malumori rimarranno sempre un mistero. Roby mi vede praticamente ogni giorno e mi conosce meglio di chiunque altro. Non pensavo fosse così preoccupata per il mio atteggiamento mutevole. Forse sono solo un po' più stanca del solito. Dovrei darmi una controllata e mettere un freno alla costante voglia di pretendere troppo da me stessa. Sono perennemente in competizione con il mondo intero, dovrei darmi dei limiti. Però se voglio realizzare i miei sogni non posso permettermi di cedere. A volte vorrei essere più spensierata. Ho scelto la Facoltà di Psicologia per studiare i processi mentali e capire il comportamento umano, in futuro voglio lavorare con bambini e adolescenti, soggetti molto sensibili e alcuni di loro potrebbero avere problemi comportamentali e vorrei unire i miei studi con la mia passione. La disciplina che amo è meglio conosciuta come danza contemporanea: arte performativa che esprime il movimento del corpo ed include più stili avendo come base la danza classica. Voglio riuscire a trasmettere le stesse emozioni che provo io e voglio insegnare ad altri ad unire il corpo e mente e lasciarsi trasportare e travolgere da questa combinazione. La danza contemporanea è espressione a tuttotondo, comprende anche la recitazione di testi. Sarebbe fantastico un giorno poter avere una scuola tutta mia! Non sogno di prendere parte a musical a vita o a sgambettare in qualche stupido programma televisivo. No,amo la danza per quello che mi trasmette, per me è poesia, amore incondizionato e mi fa sentire libera. Non ho bisogno di platee, la musica mi entra nelle ossa e, dal quel momento in poi, il mio corpo è in grado di fare qualsiasi cosa io voglia, anche volare.

Mi perdo nei miei pensieri e non mi accorgo del tempo che trascorre, quando ci pensa Roberta a riportarmi bruscamente alla realtà: <<E' fidanzato?>> mi domanda a brucia pelo.

 

Capendo che si stava riferendo a Mattia rispondo: <<Non lo so...>> faccio una pausa e poi le domando: <<Stasera potresti venire a cena da me? Così te lo farò conoscere e potrai chiederglielo tu personalmente.>>

<<Non male come idea>> risponde immediatamente cogliendo l’attimo.

Nel pomeriggio sono riuscita a studiare un po’ e a trascorrere qualche ora in palestra, questa volta senza imbarazzanti interruzioni. Vado in bagno per rinfrescarmi e a prepararmi per la cena. Da qui a poco arriverà Roberta. Sono ancora in camera quando mi arriva un suo messaggio sul cellulare:

Scendi, sono davanti al portone.

Mi precipito all’ingresso per farla entrare e farla accomodare. Mattia non si è visto per niente prima dell’ora di cena, ma quando fa il suo ingresso nella sala da pranzo per raggiungerci, noto lo sguardo e la bocca aperta di Roby. Forse adesso anche lei potrà capire perché mi ha scombussolata così tanto. Dovrebbe essere illegale essere così dannatamente belli. Con due dita spingo in sù il mento di Roby per farle chiudere la bocca e con aria divertita le dico: <<Chiudi la bocca, sei indecente!>> Non le rimane che tacere, ma si vendica con un piccolo calcio sotto il tavolo.

<<Ciao Mattia, come stai?>> gli chiedo fissandolo negli occhi senza farmi ipnotizzare dal suo magnetismo travolgente.

<<Bene grazie, e tu?>>

<<Anch’io! Ti presento la mia migliore amica Roberta>> gli dico indicandola.

<<Piacere Roberta>>

Nonostante il blocco iniziale, Roby prende subito confidenza con Mattia. Sfoggia la sua grande faccia da fondoschiena e lo tempesta di domande. Com’è possibile che alla mia timida amica non fa l’effetto che ha fatto a me? Io la sera prima ero pietrificata e quasi non riuscivo a parlare. Ci siamo invertite i ruoli: lei è diventata estroversa ed io esageratamente timida. Nella sala si sente il vociare di sottofondo tipico di più conversazioni aperte. Di punto in bianco Vanessa mi chiede urlando da un tavolo non molto vicino al nostro: <<Isabel, ricordami qual è la data della prossima gara!>>

<<Devi partecipare ad una gara?>> mi domanda Mattia facendo trapelare la voglia d’essere invitato anche lui.

<<Si, vuoi venire anche tu con questi matti?!? Almeno potresti tenerli un po’ a bada, così eviteranno di farmi fare figuracce!>>

<<Molto volentieri>> mi risponde fissandomi in modo da mettermi in soggezione. Abbasso lo sguardo per nascondere il rossore e soprattutto per evitare che Roby se ne possa accorgere.

La serata scorre piacevolmente, decidiamo di rimanere in casa e, come al solito, riusciamo a perdere la cognizione del tempo se non fosse per i primi sintomi di stanchezza si fanno notare. Vista l'ora, Roberta decide di tornare a casa.

<<Vado, accompagnami alla porta>> mi dice, trascinandomi con lei. Mi ringrazia per l’invito a cena e soprattutto per averle fatto fare la conoscenza di Mattia.

Mentre ci stiamo recando verso la sua auto mi guarda e mi dice: <<Non ho potuto fare a meno di vedere quanto siate affiatati tu e Mattia; tutto ciò mi preoccupa! Oltre ad essere tua amica, lo sono anche di Max. Mi spiacerebbe davvero tanto vedere distrutto il vostro rapporto. Sai che ti voglio bene Isabel, fai attenzione. Se Max dovesse vedere quello che ho visto io stasera, potrebbero nascere delle discussioni.>>

<<Stai esagerando, mi comporto con lui esattamente come faccio con gli altri…>>

<<Ne sei proprio sicura?!? L’ho notato solo io come ti guarda?>>

<<Perché, come mi guarda?>>

<<Con appetito!>>

<<Robyyyyyyy!!!>> le ringhio.

<<Fidati Isabel, tu piaci a Mattia, è palese, anche mentre si congedava ti guardava profondamente.>>

Scoppio in una risata nervosa e dico: <<Roby, si chiama alcool! Stasera abbiamo un po’ esagerato con il vino a cena. Secondo me non è come dici tu!>>

<<Come vuoi. Spero davvero che sia così, comunque ti posso garantire che lui non ti toglie gli occhi di dosso!>>

Cerco di liquidarla per non continuare questa inutile conversazione.

<<Buonanotte Roby, ci vediamo domani. E stai tranquilla okay?>>

<<Sì… notte Isabel>>

Ci diamo due baci sulla guancia. Aspetto che si allontani con l’auto e poi rientro in casa.

Cerco di non pensare a quello che mi ha detto. Non voglio soffermarmi a quello che la mia amica crede di aver visto e ai suoi “film mentali”. È vero che lui mi intimidisce tanto e che non posso fare a meno di guardarlo, ma è solo perché sono attratta dal suo aspetto. Nemmeno lo conosco, perché Roby deve sempre demoralizzarmi così? Uff…