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Inizio di una Nuova Vita

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Aus der Reihe: Le Leggende del Vampiro #1
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Capitolo Sette

Quando l'auto svoltò nel vialetto d'accesso, l'orologio segnava l'1:23am. Rachel vide i suoi genitori alla finestra, che guardavano fuori.

“Ciao Rach, ti scrivo domani, forse potremo andare al cinema, porta con te la tua carta d'identità!” Emily disse.

“Ok, buona notte,” Rachel disse.

L'istante in cui entrò in casa, sentì le voci dei genitori.

“Rachel, vieni subito qui!” il padre disse.

“Sto arrivando,” Rachel rispose.

Rachel si avvicinò ai genitori, che erano rossi per la rabbia. Sembravano stanchi e arrabbiati, e Rachel non li aveva quasi mai visti in quello stato. Era spaventata.

I tre si diressero nel soggiorno, e si sedettero sul divano.

“Che cosa è successo?” chiese la madre.

“Ecco, io ho perso il senso del tempo.” Rachel disse, provando ad evitare la punizione che l'aspettava.

“Il film è durato più del solito, e poi Taryn si è voluta fermare a casa di amici: non ho potuto dire di no.”

“Che cosa vuol dire che non potevi dire di no? A casa di chi, comunque?” il padre le chiese.

“Jessica, la mia altra nuova amica,” lei rispose velocemente.

“Sei con due ore e mezzo di ritardo, te ne rendi conto? Io e tua madre eravamo tremendamente preoccupati.”

“Mi dispiace. Ho detto che mi dispiace. Non so che altro volete.”

“Sei in punizione. Niente tv, radio o uscite con le amiche per il resto del fine settimana. Devi riflettere su ciò che hai fatto stasera,” esclamò il padre di Rachel.

“E niente più uscite con quella ragazza, Taryn, è chiaramente portatrice di guai,” disse la madre.

“Non è vero. E' una ragazza simpatica, che cosa ne sapete?” Rachel strillò.

“Ne abbiamo abbastanza! Vai in camera tua!” il padre disse.

Rachel si alzò dal divano, e passò davanti ai genitori e poi, salì le scale, e suo padre disse, “Torna qui.”

Rachel si avvicinò lentamente a lui.

“Vieni qui”, lui disse, “più vicino,”

“Hai fumato?”

“NO!” Rachel disse.

“Puzzi come un posacenere, senti?” il padre disse.

“Rachel, dicci la verità, hai fumato?” la madre di Rachel chiese di nuovo.

“Sto dicendo la verità, non ho fumato.”

“Sono state probabilmente le tue nuove amiche. Hanno una cattiva influenza su di te. Devi trovartene di nuove,” la madre disse.

Furiosa, Rachel si voltò e si diresse di sopra. Sapeva che i suoi genitori non le credevano, ma la cosa buffa era che non aveva affatto fumato. Almeno quella non era una bugia. Rachel si sentì in colpa per aver mentito loro, ma, se avessero scoperto che era andata a New York City, sarebbe stata punita a vita, non solo per il fine settimana. Rachel era anche arrabbiata, perché sapeva che il giorno seguente (a dire il vero, quel giorno) avrebbe dovuto vedersi con Rob, e non voleva perdersi quell'appuntamento, o non andare alla prima festa dell'anno. Sarebbe stato un vero disastro.

Esausta, si tolse la sua t-shirt dei Nirvana, e s'infilò sotto le coperte. Si addormentò rapidamente, dimenticando di scrivere il diario, per la prima volta sin da quando aveva cominciato in seconda media.

Rachel si svegliò la mattina seguente, sentendosi intontita ed esausta. La notte precedente era stata tutta una confusione, riflettè, mentre provava a rivivere gli istanti nella sua mente. Si sentiva male per aver fatto preoccupare ed aver disobbedito ai genitori, ma d'altra parte, sentiva che il coprifuoco era troppo in anticipo, e che erano stati troppo severi con lei. Rispetto alla maggior parte delle ragazze della sua stessa età, aveva il coprifuoco più breve di tutti e il numero maggiore di regole da rispettare.

Questi pensieri la misero di malumore e, come sempre in circostanze simili, le venne voglia di scrivere nel suo diario, per esprimere i suoi pensieri. Raggiunse il diario, e poi, improvvisamente, ricordò di aver dimenticato di scrivere la scorsa notte. Questa era una cosa a cui Rachel teneva moltissimo: non avrebbe mai voluto far passare un giorno senza averlo documentato.

Rachel aprì una pagina, la retrodatò e scrisse della folle prima serata fuori con le ragazze.

Quando terminò di scrivere, chiuse a chiave il diario. Se i suoi genitori avessero mai letto quella pagina, sapeva che sarebbe stata nei guai.

Erano le 10:15 del mattino, e lo stomaco di Rachel cominciò a brontolare. Era un po' agitata all'idea di affrontare i genitori, ma sapeva che non poteva restare in camera sua per tutto il giorno. Quando entrò in cucina, i genitori erano seduti, indossando ancora i pigiami, leggendo il New York Times e bevendo caffé. Sollevarono lo sguardo verso di lei, ma non dissero nulla. Il loro sguardo la fece sentire di nuovo colpevole.

I genitori di Rachel restarono lì seduti tranquillamente, ma Rachel intuì che erano ancora furiosi. Lei andò alla credenza, per tirare fuori i Golden Grahams, del latte dal frigo e poi, si sedette in silenzio dall'altra parte del tavolo della cucina. La stanza era silenziosa, e nessuno disse niente.

La ragazza si sentì dilaniata; voleva disperatamente raccontare loro la verità, ma temeva la loro risposta. Avrebbe desiderato tanto poter avere un rapporto più aperto con loro, ma erano così iperprotettivi, che pensò che fosse meglio proteggerli dalla verità.

Appena si portò la ciotola alla bocca, per bere le restanti gocce di latte, finalmente il padre parlò.

“Non dimenticare: niente tv o radio oggi – e non pensare nemmeno di uscire con le amiche stasera. Sei in punizione fino a lunedì mattina.”

“Lo so, lo so, mi dispiace,” Rachel disse, provando ad essere comprensiva.

Lei pensò alla sua punizione e si rese conto di aver dimenticato di mettere via il cellulare. In genere, quando la punivano, il suo cellulare era la prima cosa che le sottraevano.

Prima che potessero ricordarlo, Rachel pulì i piatti, mise via latte e cereali e tornò di sopra. Se fosse rimasta seduta lì per un solo secondo di più, loro lo avrebbero certamente ricordato.

Rachel staccò il cellulare dalla presa del caricabatterie collegato al comodino, e lo guardò.

1 Nuovo Messaggio:

Sperando che fosse un messaggio da parte di Rob, in merito alla serata trascorsa insieme, Rachel aprì il telefono.

Dana: Hei Rach, siamo andate al cinema ieri sera, ci sei mancata.

Leggendo l'sms, Rachel si rattristò. Ricordò quanto fosse semplice la sua vita in Pennsylvania. Si metteva raramente nei guai, e uscire con le amiche non si rivelava mai un'avventura folle. Avrebbe tanto voluto stare con le sue vecchie amiche in quel momento, facendo le solite cose divertenti: ma ora, era stata spinta in questo mondo differente, di cui sapeva così poco.

Rachel non se la sentì di riassumere tutto quello che era accaduto durante la serata in un sms, ma non voleva essere rude e non risponderle, sebbene Dana avesse omesso di contattare Rachel durante quei pochi giorni trascorsi.

Rachel: Hei! Sembra divertente, mi sarebbe tanto piaciuto esserci, anch'io sono uscita. Chatteremo dopo.

Rachel aveva sperato che l'sms fosse da parte di Rob, anziché da parte di Dana. Era ansiosa di ricevere un sms di Rob per la festa, ma non sapeva nemmeno come rispondergli. Poteva davvero dirgli che era stata messa in punizione per essere rincasata dopo le 11 di sera, non rispettando il coprifuoco? Non poteva farlo. Sapeva che, se avesse detto a qualcuno di essere in punizione, le sue amiche avrebbero pensato che fosse noiosa. Senza contare che avrebbero odiato i suoi genitori, e Rachel non voleva una cosa simile.

Rachel rifletté sulle sue opzioni. Doveva trovare un sistema per andare alla festa di Jordan e vedere Rob, ma non vedeva come poter scappare con i suoi genitori. Rachel sapeva che, se avesse tentato di farli ragionare, si sarebbero arrabbiati ancora di più, prolungando la sua punizione – perciò, quella non era un'opzione da considerare.

Si chiese se Rob si fosse mostrato e avesse suonato il suo campanello, forse i suoi si sarebbero sentiti in colpa, lasciandola uscire. Ma non pensava che avrebbe funzionato, perché non poteva contare sulla carta della compassione quella sera.

Improvvisamente, le venne un'idea. Quel giorno era sabato, e sapeva che i genitori uscivano sempre a cena il sabato sera. Rachel sarebbe potuta uscire di nascosto. Non lo aveva mai fatto prima, ma quella sera non sarebbe stata semplicemente un'altra uscita con le ragazze – ci sarebbe stato il GRANDE appuntamento con Rob, e non poteva perderselo per nulla al mondo.

L'unico intoppo nel piano era che Rachel non era sicura che i genitori uscissero anche quella sera, perché sarebbe stato il primo sabato nella nuova casa, e potevano ancora svuotare scatoloni, o avere altre cose da fare in casa. Potevano anche essere troppo stanchi, dopo la follia che li aveva colti durante la scorsa sera. Doveva scoprirlo.

Ma come?

Rachel sapeva che se lo avesse chiesto direttamente, avrebbero immaginato che ci fosse sotto qualcosa; Rachel non aveva mai indagato sui loro piani prima di allora, perciò per qualche motivo avrebbe dovuto iniziare ora? Specialmente quando era in punizione?

Improvvisamente, ebbe un colpo di genio. Immaginò il modo perfetto per scoprire i loro programmi, senza far capire che stava davvero provando a cercare il modo di sgattaiolare via.

Rachel era agitatissima. Sapeva che se avesse portato a termine il suo piano, avrebbe comunque dovuto mentire – ma, se non lo avesse fatto, avrebbe potuto farsi scivolare l'amore della sua vita tra le dita. La battaglia si svolse per pochi minuti nella sua mente, e poi decise che non poteva mancare all'appuntamento con Rob, e quindi doveva mentire ai suoi genitori.

Rachel lasciò camera sua e andò a cercare i genitori. Erano seduti in soggiorno, alle prese con degli scatoloni. Quando entrò nella stanza, loro si fermarono e la guardarono.

 

“Che cosa ci fai qui?” il padre le chiese.

“Ecco, stavo facendo i compiti, e poi mi sono resa conto che una parte di quelli di scienze consistevano nel guardare un episodio di Planet Earth.”

“Sei in punizione. Niente tv,” il genitore rispose.

“Ma, come farò i miei compiti? Non posso andare a scuola senza, ed è per lunedì mattina, alla terza ora.”

La madre di Rachel la guardò, poi si voltò verso il marito e disse, “Penso che dovremo fare un'eccezione, caro. Non la guarderà per divertimento – si tratta dei suoi compiti. Non possiamo farle peggiorare i voti soltanto perché è in punizione.”

“A che ora c'è?” il padre scattò.

“Comincia alle 8:30 stasera.”

Rachel sapeva che c'era una partita dei Phillies quella sera, e i genitori erano dei grandi fan; presumibilmente, i loro fan numeri uno. Sapeva che se non fossero usciti a cena, sarebbero rimasti seduti di fronte all'unica tv che avevano nella loro casa, a guardare la partita. Non avrebbero permesso a nulla e nessuno di distrarli dalla loro amata squadra di baseball.

Rachel comprese che il suo piano stava funzionando. I suoi genitori si guardarono tra loro, e poi guardarono l'orologio appeso nell'angolo della stanza.

“Va bene,” disse il padre di Rachel.

“Il programma dura due ore comunque, va BENE?” lei chiese, guardando entrambi i genitori.

“Non dovrebbe essere un problema,” la madre esclamò. “Usciremo a cena stasera alle 7 con i nuovi vicini. Hanno detto che forse andremo al cinema dopo, perciò probabilmente non saremo a casa prima delle dieci circa.”

“Oh, va bene,” Rachel disse, provando a sembrare indifferente. Non voleva che scoprissero l'eccitazione nella sua voce.

Rachel sapeva che Sarah era ancora a Skidmore, e Mark sarebbe rimasto a dormire da amici, perciò avrebbe avuto tutta la casa per sé.

Ce l'aveva fatta. Il suo piano era riuscito. Aveva ottenuto tutte le informazioni che le servivano. Si sentì un po' dispiaciuta per aver mentito, ma non riusciva a pensare ad un altro modo.

Rachel tornò in camera sua. Guardò l'orologio. 1:15. Dette un'occhiata al suo cellulare.

Nessun Nuovo Messaggio.

Rachel sapeva che la festa sarebbe cominciata alle 8 di sera, e le restavano soltanto poche ore a disposizione prima di andarci. Si chiese perché Rob non le avesse ancora scritto. Forse se n'era dimenticato? Forse le stava dando buca?

Molte opzioni le frullarono per la mente.

Dovrei scrivergli?

Rachel continuava a controllare il cellulare, pensando che forse Rob le avesse scritto e lei non avesse sentito la vibrazione. Ancora niente.

Il giovane cominciava a piacerle ancora di più, e lasciò vagare la mente, pensando al loro appuntamento. Si chiese come sarebbe stata la festa, e chi vi avrebbe partecipato. Si chiese che cosa avrebbero fatto lei e Rob insieme – s'immaginò persino a baciarlo.

Rachel aveva baciato soltanto un ragazzo prima di allora, ed era stato un ragazzo a casa nel suo campo estivo. Era stato più di un bacio richiesto dai coetanei, e non significava nulla per lei: non ricordava nemmeno il nome del ragazzo. Perciò, quello sarebbe stato il “vero” primo bacio di Rachel.

Trascorse un'altra ora, senza ricevere alcun sms da Rob. Le speranze di Rachel di stare con lui cominciarono a svanire. Fu anche un po' infastidita, perché aveva già mentito ai genitori, ed aveva escogitato un piano elaborato per uscire di casa. Cominciò a pensare che forse lui le piacesse più di quanto Rob provasse interesse per lei.

Improvvisamente, Rachel sentì una vibrazione. Il cuore le balzò in gola, mentre si avvicinava al cellulare.

1 Nuovo Messaggio:
Rob: Hei Rachel, sono carico per stasera. Passerò a prenderti intorno alle 7

Rachel aspettò alcuni minuti per rispondere, così da non sembrare troppo eccitata. Non voleva che Rob pensasse che stesse lì seduta accanto al telefono, ad aspettare tutto il giorno di ricevere un suo sms, e voleva andarci piano. Non avendo mai avuto un ragazzo, aveva avuto molti anni per analizzare e iperanalizzare i rapporti delle amiche e i loro drammi con i ragazzi.

Rachel: Grandioso. Puoi venire alle 7:45 invece?

Rachel non voleva che Rob si incontrasse accidentalmente nei suoi genitori mentre stavano uscendo di casa, e sapeva anche che erano cronicamente in ritardo per tutto e non sarebbero usciti probabilmente che dopo le 7.

Era anche un po' perplessa per il fatto che Rob sarebbe passato a prenderla un'ora prima che la festa cominciasse. Sapeva che qualunque cosa a Bedford, distava soltanto a cinque minuti di auto, per cui le 7 era fin troppo presto. Poi, pensò che prima volesse portarla da qualche altra parte, così da poter stare da soli. Era eccitata alla sola l'idea, ma subito si rese conto che quella sera non sarebbe stato possibile. Se voleva avere anche una sola possibilità di portare a termine il piano e uscire, doveva aspettare fino a quando i genitori non fossero andati via già da un pezzo.

Rob: Sì, va bene. Ci vediamo dopo piccola!

PICCOLA! Mi ha davvero appena chiamata piccola? Rachel non era mai stata chiamata in quel modo prima, o per quel che contava, neanche con nomignoli o vezzeggiativi.

Si sentì alla grande. Ciò la fece sentire persino più eccitata per la serata. Ora il pensiero di aver mentito ai genitori e uscire di casa di nascosto avevano perfettamente senso. Quel ragazzo sarebbe diventato l'amore della sua vita. Rachel sognò ad occhi aperti del suo appuntamento con Rob, e poi, che lui diventava il suo ragazzo. Pensò che sarebbe stato l'amore del liceo, e sperava che si sarebbero sposati. Potè vedersi insieme a lui al college, o almeno in due scuole vicine l'una all'altra.

I pensieri di Rachel furono interrotti, quando sentì il cellulare vibrare di nuovo. Era ancora Rob? Rachel si chiese che cosa si fosse dimenticato di dire.

1 Nuovo Messaggio:
Emily: E' stato pazzesco ieri sera Rach! Sono contenta che sei venuta. Ti sei divertita?
Rachel: Sì! Alla grande. Che stai facendo?
Emily: Sto decidendo che cosa fare per stasera, vuoi venire a vedere quel film?
Rachel: Oh, non posso. Vado alla festa di Jordan con Rob
Emily: DAVVERO? Perché?
Rachel: Rob è così carino, mi piace
Emily: Sì, ma frequenta un brutto giro. Lo odierai.
Rachel: Vuoi venire?
Emily: Mai
Rachel: Ok, bene, allora io ci andrò. Andiamo al cinema il prossimo fine settimana, va bene?
Emily: Vedremo. Se non lo avrò ancora visto per allora. Ciao.
Rachel: Ci vediamo

Rachel era preoccupata che Emily fosse arrabbiata con lei. Le piaceva tanto Emily: era la sua preferita del gruppo, ma non le piaceva quanto lei fosse così contraria a Rob e ai suoi amici. A Rachel non piaceva che le dicessero che cosa fare o che cosa provare, e rimproverava questo ad Emily. Sebbene quest'ultima fosse stata a scuola con loro da sempre, Rachel voleva ancora la possibilità di gestire le cose a modo suo. Non voleva che Emily le dicesse che avrebbe odiato la festa o ostacolato la sua gioia. Rachel sapeva che sarebbe andata alla festa e si sarebbe divertita. Non poteva avere una serata peggiore di quella precedente.

Rachel guardò l'orologio; il tempo era volato; erano quasi le 5 del pomeriggio, e doveva cominciare a prepararsi per il suo grande appuntamento. Era contenta che Sarah non fosse a casa, perché così non avrebbe dovuto lottare per aggiudicarsi la doccia, e poteva persino prendere in prestito la sua gonna denim di Gap.

Rachel e Sarah si scambiavano raramente i vestiti, soprattutto perché i loro gusti erano molto diversi. Ma Rachel ammirava poche cose della sorella, e la gonna in denim della Gap era una di queste. Pensò che una gonna sarebbe stata adatta e sexy per la serata. Non voleva esagerare troppo comunque, così pensò d'indossare le sue converse in abbinata.

Rachel entrò nella stanza di Sarah, e aprì il suo armadio. Eccola lì, appesa perfettamente su una gruccia di plastica rosa. La tolse dall'armadio, e si fece un appunto mentale di riporla poi esattamente come l'aveva trovata. Tornò in camera sua, passando attraverso il bagno adiacente e guardò nel suo armadio, cercando una camicia da indossare insieme alla gonna.

Camicetta, t-shirt, maniche lunghe, maniche corte, nero, blu, rosa confetto? Aveva molte opzioni, ma nessuna di quelle le piacque. Cominciò a frugare nei cassetti, e tirò fuori la canotta aderente e bianca che pensava di aver perso durante il trasloco.

La provò e si guardò allo specchio. Si sentì bene e sapeva che sarebbe stata perfetta per la festa.

Rachel tirò fuori l'outfit e lo appese nella doccia. Usò l'esfoliante a cocco e lime della Bath and Body works di sua sorella, così che la pelle le diventasse molto morbida, in caso Rob le prendesse la mano o le toccasse il braccio. Voleva essere perfetta per lui. Fece una doccia molto lunga – lavandosi con molta più cura di quanto avesse mai fatto.

Quando Rachel uscì dalla doccia, indossò i suoi soliti vestiti comodi, così che i genitori non sospettassero alcunché. Avrebbe anche aspettato che uscissero per truccarsi e profumarsi. Se l'avessero vista seduta nella sua camera, col volto perfettamente truccato e profumata, avrebbero saputo che c'era sotto qualcosa.

Quando le 7 si avvicinarono, Rachel tirò fuori uno dei suoi libri di testo e cominciò a leggere. Sarebbe stata sprofondata nei compiti, quando i genitori sarebbero andati a salutarla prima di uscire. Almeno voleva apparire in quel modo. Quando si sedette, guardando le pagine, un'ondata di senso di colpa la investì. Forse non avrebbe dovuto agire così. Non riconosceva la persona che stava diventando, e non era certa che le piacesse.

Improvvisamente, Rachel sentì le voci dei genitori provenienti dal corridoio, e sentì bussare alla sua porta. Rachel dette un'occhiata all'orologio: 7:15.

“Avanti,” Rachel disse, mentre era seduta sul letto, guardando il suo libro di scienze della terra.

“Stiamo uscendo. Andiamo al ristorante cinese Mr Chen, e poi al cinema. Torneremo intorno alle 11:30-12,” disse la madre di Rachel.

“Mi fa piacere vederti fare i compiti,” il padre aggiunse.

“Bene, divertitevi. Salutatemi i vicini,” Rachel disse.

“Abbiamo messo a registrare la partita dei Phillies, perciò non premere alcun tasto quando guardi il programma. E' una grande partita questa,” il padre disse.

“Tranquillo, non lo farò.”

Quando i genitori si voltarono e uscirono dalla porta, lei sentì una scarica di eccitazione. Si affacciò dalla finestra, per osservare mentre la loro Station wagon usciva dal vialetto d'ingresso, e poi si immetteva in strada.

Ce l'aveva fatta. I genitori se n'erano andati, e lei aveva mezz'ora prima che Rob passasse a prenderla.

S'infilò in bagno a truccarsi. Decise che avrebbe avuto un trucco naturale quella sera. Non voleva esagerare al loro primo appuntamento – inoltre, non conosceva l'ambiente in cui si sarebbe recata. L'ultima cosa che voleva era presentarsi eccessivamente truccata o troppo vestita. Voleva avere l'aspetto giusto.

Diede gli ultimi ritocchi al trucco e poi, passò a due spruzzi del suo profumo CK 1. Scese di sotto e afferrò una barretta di Nature Valley. Non aveva il tempo di cenare, e immaginò che una barretta ai cereali sarebbe bastata.

Quando si sedette in soggiorno, vestita e pronta, non poté fare a meno di scrutare dalla finestra, per vedere se Rob fosse lì. Osservò e aspettò pazientemente. Pochi minuti dopo, vide una Jeep Grand Cherokee nera accostarsi nel suo vialetto d'accesso. Il clacson suonò. Lei saltò dal divano.

Rachel chiuse la porta d'ingresso e si diresse verso l'auto, con una scarica di eccitazione e nervosismo. I palmi delle mani erano sudati, mentre raggiungeva la maniglia dello sportello del passeggero.

Rachel l'aprì ed entrò nell'auto. Fu impressionata dal veicolo e ancora di più quando vide quello che lui indossava. Aveva un paio di jeans grigi con una polo bianca, e il colletto alzato. I muscoli delle braccia si gonfiavano attraverso le maniche aderenti, e lei non poté fare a meno di pensare di toccarli.

Rachel si ricompose e disse, “Hei!”

“Hei Rach, sei eccitata per la festa?” lui le chiese.

“Sì, sarà divertente,” fu la sua risposta.

Non appena Rob fece retromarcia, uscendo dal vialetto, lei si sentì sollevata. Era riuscita a sgattaiolare fuori casa per la prima volta in assoluto, ed era con il ragazzo più bello della scuola.

 

Cosa poteva esserci meglio di questo? lei pensò.

Appena Rob arrivò a casa di Jordan, parlarono di come fosse andato fino il loro fine settimana. Rob le disse che era andato in città con alcuni amici la sera scorsa. Apparentemente, i ragazzi ritenevano divertente riunirsi dietro tutti i negozi di Main Street a Bedford. Rachel non lo trovava affatto divertente, ma disse, “Grandioso!”. La ragazza raccontò a Rob della serata in città con le ragazze, e gli disse di essere in punizione per il resto del fine settimana.

“Accidenti, che noia,” Rob disse. “E' così fico che tu sia andata in città. Amo la città. Sei mai stata nei locali?”

“No, non ancora,” lei disse, “ ma ho il mio documento falso,” lei disse con orgoglio.

“Stupendo,” lui disse. “Io ho la carta d'identità di mio fratello maggiore: funziona tutte le volte. Forse, il prossimo fine settimana andremo in città, e ti porterò in una delle mie discoteche preferite".

“Sì, sarà divertente,” lei rispose.

Rachel era elettrizzata all'idea di un futuro appuntamento con Rob. Finora, la serata procedeva alla perfezione, pensò.

Quando i due parcheggiarono di fronte alla casa di Jordan, c'era almeno una quindicina di auto parcheggiate sul lato della strada, e nel suo vialetto.

“Accidenti, c'è un sacco di gente qui,” lei disse.

“Questo è solo un quarto dei ragazzi che dovrebbero venire stasera,” rispose Rob. “Quasi l'intera scuola sa della festa – o meglio, tutti quelli popolari”.

Rachel si sentì alla grande. Era parte del gruppo “in”. Questa era una novità per lei; non aveva mai fatto parte di un gruppo simile in Pennsylvania, sebbene avesse segretamente desiderato farlo. Era stata soltanto ad una festa in una casa, ed era stata abbastanza noiosa. Immaginava che quella festa fosse niente in confronto a quella in cui stava per entrare.

Quando Rob parcheggiò l'auto e spense il motore, si voltò e disse, “Aspetta qui, ti apro lo sportello.”

Rachel era stupita: nessun ragazzo le aveva mai aperto lo sportello prima di allora. “OK!” lei rispose.

Rob raggiunse l'altro lato dell'auto, e le aprì lo sportello. Lei venne fuori e loro s'incamminarono fianco a fianco verso la casa di Jordan.

“Ciao amico!” disse una voce proveniente dall'interno.

“Jordan, amico mio! Come va fratello?” esclamò Rob.

Jordan si fermò e guardò Rachel. Lui disse, “Questa è Rachel, è nuova, non sono certo che vi siate ancora incontrati.”

“No, mai. Hei Rachel, benvenuta alla fes-ta!” disse Jordan.

“Grazie di avermi accolto qui,” Rachel rispose.

“Ti va una birra?” Jordan chiese, mostrando un paio di lattine di Budweiser.

“Sì amico,” disse Rob. “Ne vuoi una?” Rob si voltò e lo chiese a Rachel.

Non volendo apparire come una sfigata, lei disse, “Certo, ne prendo una.”

Rachel non riusciva a credere a che cosa stava accadendo. Non beveva per la verità: aveva solo bevuto poche volte prima con le amiche in Pennsylvania, ma non lo aveva mai fatto ad una festa. Decise che avrebbe bevuto soltanto quella volta quella sera, specialmente perché doveva tornare di nascosto in casa e fingere di fare i compiti quando i genitori sarebbero rincasati.

“Salute,” Rachel disse, cozzando le loro lattine di birra insieme.

Rachel sorrise e bevve un sorso. Lei realizzò che non le piaceva bere così tanto la birra. Bevve altri sorsi e poi, tenne la lattina tra le mani. Pensò che se se la fosse portata in giro con lei, sarebbe sembrato che stesse bevendo, sebbene non fosse vero.

Rachel si guardò intorno, osservando tutti i presenti alla festa. La maggior parte di essi stava bevendo, e lei vide che soltanto pochi erano sul portico sul retro a fumare. Sembrava che tutti si stessero divertendo. Lei desiderava segretamente far parte del gruppo popolare, e sapeva che quella sera sarebbe potuto accadere. Voleva essere popolare, parzialmente perché pensava che fosse grandioso, ma soprattutto perché voleva davvero piacere a Rob. Credeva che, se fosse entrata in contatto con tutti i suoi amici, per lui sarebbe stato facile innamorarsi di lei.

Rob portò Rachel in giro e le presentò la sua squadra di football. Rachel pensò che i ragazzi fossero simpatici, ed era eccitata all'idea che stessero parlando con lei. Rachel non aveva mai avuto amici maschi prima di allora: in Pennsylvania aveva soltanto delle amiche. Non costituiva un problema per lei, che in realtà aveva sempre voluto avere degli amici.

La radio stava dando una canzone di Eminem, e alcuni ragazzi cominciarono a ballare e cantare al ritmo della musica. Rachel si guardò intorno, mentre continuava a parlare con Rob, che le stava dando informazioni su tutti i ragazzi, mettendola rapidamente al corrente su chi usciva con chi, chi praticava quale sport, chi guidava tale auto. Il cervello di Rachel stava cominciando a dolerle, a causa di tutte le informazioni ricevute.

La festa cominciò a scaldarsi e a diventare davvero affollata, e Rachel e Rob decisero di uscire sul portico sul retro. Quando Rob aprì la porta a vetro scorrevole, e fece uscire fuori Rachel, quest'ultima fu sorpresa nel vedere che nessun altro era lì. Rachel aveva visto un gruppo di ragazzi lì fuori a fumare alcuni minuti prima, ma pensò che dovevano essere rientrati in casa.

Rob si diresse verso un divanetto a dondolo, e si sedette, e Rachel lo seguì. I due si sedettero lì, dondolando avanti e indietro insieme, chiacchierando.

“Allora, ti sta piacendo finora?” le chiese Rob.

“Intendi Bedford o la festa?”

“Entrambe le cose,” disse Rob.

“La festa è fantastica, e mi sto abituando alla mia nuova vita a Bedford. Mi sto un po' adattando, ma ora va meglio.”

“Sono contento che tu sia qui,” Rob disse, guardandola negli occhi.

“Anch'io,” Rachel disse, mentre anche lei lo guardava negli occhi, ma poi distolse lo sguardo.

Rachel non sapeva che cosa stava accadendo. Rob stava per baciarla? Stasera? Il cuore di Rachel stava cominciando a battere più in fretta, mentre era seduta lì accanto a lui.

“C'è qualcosa di diverso in te, Rach. Non so che cosa sia, ma mi piace davvero,” Rob disse, continuando a guardarla negli occhi.

“Ti ringrazio, credo,” Rachel disse, sorridendo.

Rob si allungò e poggiò la mano sulla sua gamba. Il cuore di Rachel si sollevò. Lui si voltò verso di lei, e cominciò ad allungarsi verso di lei. Anche lei lo fece e proprio quando i suoi occhi cominciarono a chiudersi, la ragazza sentì la porta scorrevole aprirsi, e un gruppo di ragazze entrò sul portico.

“Che cosa ci fai qui, ragazza nuova?” Arielle chiese.

“Sì, chi ti ha invitato?” chiese una delle amiche di Arielle.

“Io,” Rob disse, prendendo le parti di Rachel.

“Che cosa ti ho detto l'altro giorno?” Arielle disse, rivolgendosi a Rachel. “Spero che tu non l'abbia dimenticato.”

Rachel rispose allo sguardo, ma non disse nulla.

“Faresti meglio a stare attenta,” Arielle disse, rientrando in casa.

“Sarà meglio che me ne vada,” Rachel disse a Rob.

Guardò il suo orologio e si rese conto di essere rimasta alla festa già per due ore. Erano da poco trascorse le 10, e sapeva di dover essere a casa per le 11, così da poter entrare e sfilarsi l'outfit da festa, prima che i genitori tornassero a casa.

“Beviamo un'altra birra e ti riaccompagno a casa,” Rob si rivolse a Rachel.

Rachel non sapeva che cosa fare. Una parte di lei voleva restare alla festa con Rob, ma l'altra invece, voleva correre via. Era terrorizzata all'idea di incontrare di nuovo Arielle e le sue amiche.

“Non voglio davvero restare qui,” Rachel gli disse.

“Bene, ce ne andiamo, ma prima di portarti a casa, voglio portarti in un posto,” Rob disse.

“Dove?” gli chiese.

“Vedrai,” Rob rispose, “E' una sorpresa.”

A Rachel piacevano le sorprese, e pensò che fosse dolce da parte sua lasciare la festa con lei. Rachel non intendeva deluderlo, dicendogli di voler tornare a casa, perciò decise che sarebbe andata con lui. Rachel sperò anche che provasse di nuovo a baciarla; erano stati così vicini a baciarsi sul portico, e sapeva che, se doveva accadere, sarebbe stato quella sera.

Rachel lasciò la festa senza incappare di nuovo in Arielle o nelle sue amiche. Temeva d'incontrarle uscendo, e non voleva che sapessero che stava andando via insieme a Rob, o che lui la stava per riaccompagnare a casa. Le temeva un po' ora, ma era bello che il ragazzo che si stavano contendendo volesse proprio lei.

Appena tornarono in auto, Rob le chiese, “Ti piace l'acqua?”

“L'acqua?” lei chiese a Rob.