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Tragedie dell'anima

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Caterina

No! Non te lo dirò!

Ludovico

(fremendo) Io devo saperlo!

Caterina

Non te lo dirò!

Ludovico

Io t'infliggerò la tortura!..

Caterina

Non te lo dirò!

Ludovico

(minaccioso) Bada, Caterina!..

Caterina

Ma che vorresti, tu? Vorresti ch'io ti mandassi a cercare nella folla un individuo che fortunatamente è persuaso di non essere stato niente per me, un individuo ch'io avrei scacciato perfino dalla mia memoria se purtroppo il disgusto non avesse reminiscenze così persistenti? Vorresti ch'io incaricassi te di dirgli: «Sai, fra quella madre e quel figlio tu sei qualcuno, non lasciarti frodare…», e io dovrei consentirti di creare in quell'uomo il convincimento di avere un'importanza che sinora egli non saprebbe sospettare? Dovrei, per mezzo tuo, ricacciarlo, vivo o morto, come un aspide, nella mia esistenza?.. Ah no! Torturami, battimi, mettimi pure una morsa alla gola: io mi lascerò soffocare cento volte senza mai proferire il suo nome!

Ludovico

(più terribile e più fremente) Ma dunque io non potrò neanche vendicarmi? Tra le rovine di ogni mio bene, d'ogni mia illusione, io sarò costretto a vedermi perennemente dinanzi il fantasma d'un uomo senza connotati, un'ombra schernitrice e inafferrabile, e sarò costretto a sentirmi quotidianamente come schiaffeggiato da una mano ignota?!.. E questo non è nulla a confronto di tutto il resto!.. C'è il frutto dell'obbrobrio, c'è il documento vivo della vergogna, della nefandezza, c'è la personificazione della sciagura che mi colpisce!.. C'è un bambino che oggi balbetta e piange, e che ben presto mi chiamerà «babbo» e che sarà più crudele, più offensivo, più beffardo d'una platea di curiosi! E se anche, per una umiltà di paziente, per una nostalgia di pace, per una frenesia d'innamorato, io volessi perdonare a te come un Cristo, no, quel bambino non me lo permetterebbe perchè esso resterà lì, sempre lì, attaccato a sua madre, e si farà grande, e sarà un uomo, e la sua presenza, ostinata, invadente, alimenterà di ora in ora, di minuto in minuto, le mie sofferenze, il mio odio, le mie angosce!.. Nessuna vendetta, non è vero? E nessun mezzo per abbreviare la durata del tormento?.. Nessuno?.. Nessuno?.. Nessuno?.. Proprio nessuno?.. (Con un moto di ribellione cupa e feroce) Ah no!.. Il mezzo c'è! Il mezzo c'è!.. (Trionfalmente) Io l'ho trovato!.. (Col viso acceso, con gli occhi di fuoco) Ti giuro che l'ho trovato!

Caterina

(intuisce d'un subito ed è invasa dallo spavento) Ludovico!

Ludovico

Bisogna eliminare la causa maggiore! Bisogna distruggere il documento vivo!

Caterina

Ludovico!

Ludovico

Bisogna sopprimere questa creatura che è nata per crucifiggermi!

Caterina

(atterrita) Ludovico!

Ludovico

(come per precipitarsi nella stanza a destra) Sì, io te l'ucciderò!

Caterina

(parandosi davanti a lui, con un grido) No, Ludovico! Pietà!.. Pietà!.. Pietà di me!..

Ludovico

(si arretra e si abbandona disfatto su una sedia.)

Caterina

(aspetta, lungamente, in un'atroce trepidanza.)

Ludovico

E sta bene!.. Avrò pietà di te! (Si passa una mano sui capelli e lascia scorgere d'aver presa una decisione. Guarda il suo orologio. Si alza nervosamente. Tocca due volte il bottone del campanello. Va alla porta comune come per evitare che la cameriera entri. Resta sulla soglia parlando a lei:) Betta, prendete le mie valige, portatele giù in portineria… e dite a Luigi che faccia fermare una carrozza. (Rispondendo a qualche domanda della cameriera) Ma sì, c'è tutto… Voi non avete che a chiuderle… Sbrigatevi.

Caterina

(immobile, lo avvolge dei suoi sguardi pavidi.)

Ludovico

(attraversa la stanza in fretta, dirigendosi verso la porta a destra.)

Caterina

(ne ha un nuovo sussulto di spavento.)

Ludovico

(prima di varcare la soglia, si arresta. – Si sorveglia. – Si rivolge a lei) Pigliami, ti prego, il soprabito e il cappello.

Caterina

(guardandolo supplichevolmente, obbedisce e va. – Rientra subito recando il cappello e il soprabito, che pone sopra la scrivania.)

Ludovico

(assorto nella risoluzione presa, verifica il suo portafogli. Quindi afferra soprabito e cappello come per andarsene.)

Caterina

(timida, implorante) Ma dove vai?

Ludovico

Non lo so.

Caterina

E quando tornerai, Ludovico?

Ludovico

Non tornerò.

Caterina

Mi lasci per sempre?..

Ludovico

E che altro mi resta a fare?!

(Un breve silenzio.)
Caterina

Io… t'ho detto tutto… con la speranza di risentirmi degna di te, con la speranza di offrirti la mia vita purificata, e invece, ecco, ti perdo!.. Avrei potuto ancora mentire, mentire ogni giorno, mentire sino alla morte; ma l'amor mio non ha voluto permettere alla mia voce, ai miei occhi, ai miei baci la facile viltà d'ingannarti! E ho tanto sofferto (piange) e ho affrontato il sacrificio della confessione per poter aspirare al diritto di essere la tua compagna… per ridiventare, sinceramente, la moglie tua. Ah, se ti avessi amato meno, avrei risparmiato a te questo supplizio e a me la condanna di perderti così!

Ludovico

(dibattendosi fra due urgenze opposte ed eccitandosi al pensiero d'una soluzione liberatrice) Vuoi… vuoi veramente liberarmi da questo supplizio?

Caterina

(irradiandosi) E me lo domandi?

Ludovico

Vuoi veramente ch'io abbia l'eroismo di considerare la tua colpa come il delirio di un'inferma?

Caterina

(ansiosa) Sì!

Ludovico

Vuoi che io compia il prodigio di dimenticare… anzi, no, meglio, meglio ancora, di ricominciare da capo, di rivivere nella illusione, nella certezza della tua innocenza e della tua fedeltà?

Caterina

(avidamente) Sì, Ludovico!..

Ludovico

Ebbene… ebbene, vieni come me… Andiamo via, andiamo via… No, io non ti ucciderò il tuo bambino; ma è necessario che io non lo veda più, ch'io non lo senta, ch'io non ne sappia più nulla, è necessario ch'io non ricordi che tu sei madre, è necessario che egli non mi tolga nè un minuto, nè un battito, nè un pensiero, nè un sorriso, nè una lagrima della tua vita. (Lascia cadere a terra cappello e soprabito.)

Caterina

(sente passare a traverso il suo animo tutte le parole di Ludovico, ne trema, ne soffre, ne ha orrore, ne ha dolcezze profonde, e, a poco a poco, ne sarà presa, conquistata, e, senza che il suo cervello possa più funzionare, il suo cuore e i suoi nervi cederanno a lui completamente.)

Ludovico

(con frenesia, prendendole dapprima le mani, poi cingendola freneticamente con le braccia e parlandole sulla bocca) Tu lo affiderai alla tua buona nonna, ai tuoi parenti, a chi vorrai, e noi provvederemo a tutto, alla sua educazione, al suo avvenire, alla sua ricchezza… Sì, anche alla sua ricchezza. E se un giorno crederà che io sia stato un malvagio costringendoti a rinunziare a lui, io non mi lamenterò, non mi difenderò mai dalle sue accuse, mai, mai, mai; ma adesso andiamo via… Io devo andarmene immediatamente… perchè (con preoccupazione sinistra) la notte mi atterrisce e mi tenta, e non c'è nessuna enormezza di cui io non mi sentirei capace in questa casa, dove io l'ho visto nascere, dove egli respira, dove egli vive. Vieni, vieni, Caterina…: se non hai la forza di separartene in questo momento, non potrai averla mai più!.. Vieni con me… Dimostrami che hai affrontato il sacrifizio per essere ancora la mia compagna… Dimostrami che io solo ti sono indispensabile. Noi andremo lontano come due profughi del passato e non saremo che due amanti assetati di godimento… Distaccandoci da tutto ciò che è pieno di ricordi, noi ritroveremo noi stessi, riallacceremo le nostre anime, ricostruiremo il nostro paradiso…

Caterina

(è fra le braccia di lui, affascinata.)

Ludovico

… e chi sa quante nuove ebbrezze, quali nuove delizie, quale nuovo benessere, quale nuova felicità ci riserba la nostra giovinezza! Di', di', Caterina: (stringendosela forte al petto) ci verrai con me? ci verrai? ci verrai?

Caterina

(perdutamente) Sì… sì… ci voglio venire… Non lo capisci che ci voglio venire? Non lo vedi che non hai bisogno d'insistere affinchè io ti segua dovunque? Non vedi che sono già solamente tua? Non vedi che io sono già pronta a tutto?.. a separarmi da lui… (con un accento d'inconsapevole pietà) ad abbandonarlo… a fuggirlo… a strapparmelo anche dal cuore… Ma tu, tu, Ludovico, tu che sei migliore di me… impediscimi di commettere questo delitto!

Ludovico

(udendo la parola «delitto», la respinge bruscamente. Si riconcentra in se medesimo. Raccoglie il soprabito e il cappello, e, dopo una pausa, in un tono tra di comando e di concessione, le dice:) Resta!

 

(Si guardano a lungo, intensamente, dubbiosamente, l'uno sperando ancora ch'ella lo segua, l'altra sperando ancora ch'egli non se ne vada.)

Ludovico

(con poca voce) Addio! (E fugge.)

Caterina

(immota, col volto trasformato, terreo, come se finalmente avesse consumato il sacrifizio necessario) È finita! (Indi, va alla finestra: attraverso i vetri vede Ludovico che si allontana. Estenuata, quasi inebetita, col passo malfermo si avvia verso l'uscio della sua camera. Le forze le mancano. I ginocchi le si piegano. Stramazza. Poi si sorregge a una sedia, si leva, e, soccorsa dalla suprema volontà, oltrepassa la soglia.)

SIPARIO

[Ascolta]


ATTO SECONDO

La scena come al primo atto.

SCENA I

La signora TERESA, LUISA, BETTA

(La signora Teresa si è addormentata sopra una poltrona. Betta è seduta, in fondo, con le braccia piegate. Le imposte della finestra sono socchiuse. La stanza è nella penombra.)

Luisa

(entrando, affaccendata, dalla prima porta a destra, e rivolgendosi a Betta, a bassa voce) Dov'è la biancheria pulita?

Betta

(piano) Quella lì, sulla sedia, è già pronta.

Luisa

(prende in fretta la biancheria e sta per uscire.)

Betta

E di': che te ne pare di quel medico?

Luisa

A vederlo, mi pare il più bravo di tutti. (Esce dalla porta da cui era entrata.)

Betta

(getta un sospiro.)

Teresa

(svegliandosi) Cos'è? È già tramontato il sole?

Betta

(alzandosi) No, signora Teresa. È ancora giorno.

Teresa

Così buio?

Betta

Ho socchiuso le imposte per lasciarvi riposare un poco. Sono tre notti che voi e la signora Caterina non avete dormito.

Teresa

Apri, apri… Alla mia età non bisognerebbe mai dormire, perchè non c'è più tempo da perdere…

Betta

(apre le imposte. L'ambiente si rischiara.)

Teresa

Ho fatto un bel sogno, sai?

Betta

Che avete sognato, signora Teresa?

Teresa

Ho sognato tanti fiori, tanti fiori, più di quanti ce ne sono nel nostro giardino.

Betta

E poi?

Teresa

E poi, nient' altro. Sognando, ho avuto l'idea di regalarli tutti al piccino, ma ora sto riflettendo che… il profumo dei fiori potrebbe fargli male.

Betta

S'intende.

Teresa

Se invece ne regalassi alla Madonna? Che ne dici?

Betta

Fareste bene.

Teresa

(si alza) Vado a raccoglierne io stessa.

Betta

Ma no, signora Teresa. A questo, penserò io. Andate piuttosto di là, voi; andate a sentire un po' quest'altro medico.

Teresa

Un altro?

Betta

La balia mi ha assicurato che è il più bravo di tutti.

Teresa

E non me ne avvertivi, benedetta?! (Si avvia.)