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Maschere: Dramma in un atto

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Il Pretore

Ricordatevi bene. Non ha aggiunto altro?

Francesca

Ah, povera signora mia! Povera signora mia!..

Il Pretore

Andiamo avanti, ora. Piangerete più tardi. Ditemi un'altra cosa…

SCENA II

LUIGI, FRANCESCA, il CANCELLIERE, il PRETORE, il DELEGATO, poi il MEDICO
Luigi

(di dentro, come un forsennato) Ma che è accaduto in casa mia? Che è accaduto? Non è possibile! Non è possibile!

Francesca

Uh! Il padrone!.. Madonna santa!, che succederà adesso?!

Il Pretore

(rapidamente) Ma la signora lo sapeva che egli arriverebbe proprio oggi…

Francesca

(sincera) Vi direi una bugia.

Luigi

(entra, gridando, con gli occhi stralunati, seguìto da un facchino, che posa a terra, in un canto, due grosse valige e va via.) Noi… Non è possibile!.. Non è vero!..

Il Medico

(entra anche lui, accorrendo ai gridi.)

Francesca

(voleva andare incontro al padrone e, vedendolo comparire, si è fermata, senza avere il coraggio di parlare.)

Luigi

(s'arresta, guarda intorno con le pupille dilatate e dopo un istante di silenzio generale, esclama:) Tutta questa gente!.. Tutta questa gente!.. Che fa in casa mia?.. È una congiura contro di me!.. Mi si vuol fare impazzire!.. (Silenzio. – A Francesca) E tu non dici nulla? Sei tu che l'hai chiamata questa gente?

Il Pretore

(con rispettosa mitezza) Perdoni. Io sono il Pretore, e, sa, trattandosi d'un suicidio, d'un avvelenamento, sono costretto, mio malgrado, a procedere alla prova specifica legale. La povera morta è là…

Luigi

(lo guarda ancora, sospeso. Indi, paurosamente, ripete:) La povera morta!.. (E con una intonazione da forsennato, come dianzi, con una intonazione quasi bambinesca, ricomincia:) No!.. No!.. Perchè avvelenarsi?.. Perchè morire?.. Per quale ragione?.. Non è… non può esser vero!.. (E, risoluto, si precipita nella stanza da letto chiamando forte, quasi gridando:) Gilberta! Gilberta! Gilberta!.. (Poi si ode, di lontano, la sua voce soffocata e vibrante di terrore) Gilberta!.. Gilberta!..

(Lungo silenzio.)
Il Pretore

Dunque, dottore?..

Il Medico

(che ha in mano un po' di carta ravvolta) Francamente a me pare certo che si sia avvelenata con l'arsenico… La boccettina del veleno era a terra, frantumata. Io ne ho qui delle schegge (Mostra l'involtino.) Vedremo. Intanto, ho guardato un po' la suicida…

Il Pretore

Ebbene?

Francesca

(va in fondo a parlottare col Delegato.)

Il Medico

Niente di notevole… A meno che non vi sembri notevole che ella era madre… da quattro o cinque mesi.

Francesca

(ha un movimento di sorpresa spiacevole.)

Il Pretore

Notevole no, ma bisogna tenerne conto. E non fate nessuna riserva?

Il Medico

(con sussiego) Francamente, so quello che dico.

Francesca

Ma, scusate…

Il Medico

(interrompendola) Zitta tu, scioccona!

Il Pretore

(al medico) Allora, preferite scrivere voi stesso il verbale o lo dettate al cancelliere??

Il Medico

Scriva, scriva lui… francamente; poi firmerò io.

(Si avvicinano al Cancelliere tutti e due, con le spalle rivolte alla porta della stanza da letto.)

(Il Delegato resta in disparte con Francesca.)

Il Pretore

Scrivete, don Gustavo.

Luigi

(con gli occhi infossati, i capelli scompigliati, in un aspetto di desolazione, comparisce e senza avanzarsi, resta muto, come uno scimunito, ad ascoltare.)

Il Medico

(dètta in fretta, a bassa voce) «Constatato il decesso, mi risulta che la signora Gilberta Palmieri si è avvelenata con l'arsenico e che… dato questo avvelenamento, il suo corpo non presenta nulla di anormale. Mi risulta inoltre…»

Il Cancelliere

Un momento… (Scrive e fa l'eco:) «anormale».

Il Medico

«Mi risulta inoltre che… che…»

Il Cancelliere

(facendogli un po' la caricatura) «Che… francamente…»

Il Medico

Ma qui non c'entra il il «francamente». «Mi risulta inoltre che la suicida era… in istato interessante da quattro o cinque mesi, o poco più».

Luigi

(trasalendo con raccapriccio) Lei!

Il Medico e il Pretore
(si voltano.)
Luigi

(si frena subito, e, in un'angoscia mortale, finge di non avere altra emozione che quella prodottagli dal dolore.) Dicevate, dottore, che la mia povera moglie…

Il Medico

Sì, purtroppo, la sventurata, lasciandovi, vi ha portato via anche un figlio…

Luigi

(quasi temendo di tradirsi arrischiando altre interrogazioni) E… ne siete sicuro?

Il Medico

Vi pare! Sicurissimo. Del resto, se lo volete voi, potremo fare ulteriori osservazioni…

Luigi

(di scatto) No! Non le fate… (Frenandosi di nuovo.) Sarebbero superflue.

Il Pretore

Ed ora, signor Palmieri, io sono proprio dolente d'importunarla in questi momenti: ma il dovere lo esige. Anche lei deve dirci qualche cosa, e se vorrà avere un po' di pazienza…

Luigi

(fremendo) Ma che debbo dire, io? Che pretendete da me?.. E perchè delle persone che non mi conoscono e che io non conosco, delle persone estranee alla mia casa, vengono qui a circondarmi? a offendermi? a frugare, a frugare nei segreti della mia famiglia? a frugare nel mio dolore? (Allucinato) Perchè? Perchè? Andate via tutti!.. Lasciatemi solo! Per pietà, lasciatemi solo. (Si lascia cadere sopra una seggiola.)

Il Pretore

(dopo una pausa – con cortesia) Si calmi, signore. Noi non siamo qui per frugare… e tanto meno per offenderla. Non comprendo in qual modo abbiamo potuto arrecarle offesa. La sua giusta commozione le crea non so quali fantasmi… Siamo qui per ragioni d'ufficio: ecco tutto. E anche a lei deve importare che la grave sventura sia chiarita in ogni particolare… Nondimeno, signore, noi vogliamo rispettare lo stato dell'animo suo. Passeremo di là, in una stanza lontana, per redigere i nostri appunti. E quando avremo finito, ci permetteremo di tornare da lei per riempire qualche lacuna che possa riguardarla. Se ce ne andassimo, saremmo poi obbligati a incomodarla peggio, facendo venir lei oggi stesso in pretura. È persuasa?

Il Medico

(borbottando, al Pretore:) Io non sono abituato a essere trattato così, francamente! Ho fatto quel che dovevo fare, e me ne vado. Buongiorno!

Il Pretore

(al Medico che si avvia per uscire) V'aspetto in pretura, eh? E voi, signor Delegato, se non volete perder tempo, io non vi trattengo. Ma lasciate, vi prego, una guardia alla porta.

Il Delegato

Naturalmente!

(Escono l'uno dopo l'altro il Delegato e il Medico.)

Il Pretore

Andiamo, don Gustavo.

Il Cancelliere

(paziente) Andiamo. (Raccoglie carte e calamaio e si mette sull'orecchio la penna.)

Il Pretore

(a Francesca) Voi, venite con me…

Francesca

Vengo subito.

Luigi

No. Tu resta… se il signor Pretore permette.

(Il Pretore si stringe nelle spalle in atto di condiscendenza cortese.)

Francesca

(con ostentato zelo) Nella camera in fondo, eccellenza, (accennando a destra) troverete l'occorrente per scrivere.