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Le disilluse

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da un'anima ghermire,
ed ecco stringonsi
insiem come due spire.
 
 
A un filo magico,
ch'è un raggio dell'Eliso,
legate, volano
del cielo nel sorriso.
 
Fleno

(che sporge la testa dal finestrino, senza essere veduto, borbotta:)

 
Cos'è cotesto affare?!
Si sono intesi già?
Si tratta… di volare!
A vele gonfie ei va.
 
 
Ed io, che, senza vela,
più navigar non so,
qui reggo la candela…
Un bell'ufficio fo!
 
Le Fanciulle

(affollandosi e facendo ressa intorno ad Arunto lo interrogano in tono lamentevole.)

 
O cavaliere amabile,
voi di lusinghe e speme
venite apportatore.
Or diteci, di grazia,
quello che più ci preme:
 
(mostrando il ritratto)
 
dov'è questo signore?
 
 
Noi ne vediam l'immagine…!
L'immagine è gentile;
ma l'uom chi ce lo dà?
Noi ne leggiam la lettera,
che è scritta in bello stile;
ma il resto… dove sta?
 
Arunto
(tra sè, maliziosamente)
 
Che fretta, caspita!
Ho ben capito:
lo voglion subito
questo marito.
 
 
Che sian confuse
a me non pare…
Le disilluse
si dan da fare.
 
 
Il gran proposito
è già sfumato,
pensando al giovine
innamorato.
 
 
Son d'una pasta
queste figliole!
A lor non basta…
di restar sole!
 

(Rivolgendosi alle Fanciulle per tranquillarle)

 
Rassicuratevi,
fanciulle mie.
Altro che storie
e fantasie!..
 
 
Se l'impazienza
frenate un po'
dandomi udienza,
vi spiegherò.
 

(Se le chiama attorno, e mentre esse sono tutte intente a udirlo, egli spiega l'enigma:)

 
Di queste immagini
ogni fanciulla
può far degli «uomini»
o… non far nulla.
 
 
Sono ritratti
d'uomini veri,
un poco matti
sì, ma sinceri.
 
 
Sposano ed amano
sinceramente,
ognun dicendovi
quello che sente.
 
 
Ma se per poco
voi diffidate,
vi spegne il foco…
Ahimè! badate.
 
Le Fanciulle

(si mostrano vivamente emozionate e parlano tra loro con molto fervore.)

 
– Da queste immagini
possono uscire
proprio degli uomini?!
 
 
– C'è da impazzire!
 
 
– Sono ritratti
d'uomini veri?!
 
 
– Vedrem dai fatti
se son sinceri.
 
 
– Sposano ed amano
sinceramente?!
 
 
– Fidare e credere
non è prudente.
 
 
– Ma se per poco
noi diffidiamo,
si spegne il foco…
 
 
– No! no! Badiamo!
 
Arunto
(continuando a spiegare l'enigma.)
 
Di queste immagini
mi son munito,
chè dentro ascondono
un bel marito.
 
 
Se dunque amate
intensamente,
voi conquistate
l'uomo latente.
 
 
Tutti i miracoli
può far l'amore,
che è già un fenomeno
superiore.
 
 
Ogni ritratto
diventerà
un uomo adatto…
che sposerà.
 
Fleno
(tra sè)
 
Ma che fa? Le piglia in giro?
È un burlone, o è un fakiro?
 
Le Fanciulle

(raggianti, ma ancora un po' dubbiose, restano mute, perplesse.)

Arunto
 
Ebben, su, che risolvete?
Siete, alfine, innamorate?
 
Le Fanciulle
(pudibonde)
 
Cavaliere, via, tacete!
Perchè ci mortificate?
 
Arunto
(in tono canzonatorio)
 
Dite di no?
 
Le Fanciulle
(abbassano gli occhi e non rispondono.)
(Pausa.)
Arunto
(piegando le braccia)
 
Aspetterò.
 
(Pausa.)
 
Dite di sì?
 
Le Fanciulle
(irrefrenabilmente prorompono)
 
Sì, sì, sì, sì!..
 
Arunto
 
Ah! finalmente!
Ed ora attente,
attente a me.
 

(Raccoglie dalle loro mani i ritratti e, con la solennità d'un ispirato, li lascia cadere a uno a uno dietro la siepe. Quindi, con gravità e mistero, che stuzzica sempre più la curiosità non disinteressata delle ragazze, aspetta il risultato del suo audace incantesimo, dicendo:)

 
Uno!.. due!.. tre!
 

(Al «tre», dietro la siepe compariscono, scattando su come fantocci da una scatola, tanti giovanotti, belli e luminosamente vestiti, quanti ritratti Arunto ha seminati; ed egli, con un gesto trionfale, esclama:)

 
Chiedeste uomini?
Eccoli qua!
 
Le Fanciulle

(pazze di gioia, corrono ognuna presso il rispettivo fidanzato.)

 
Oh, l'ineffabile
felicità!..
 
I Giovanotti

(amorosamente, parlano, ognuno alla propria sposina.)

 
Io ti ho scritto, damigella,
per offrirti la mia mano.
Lo sapevo che sei bella;
ch'io son ricco è noto; ma…
 
Le Fanciulle
 
È il mio core che t'invita.
T'ho chiamato da lontano…
Già di te m'ero invaghita.
Dove? Quando? Chi lo sa!
 
Arunto
(alle Fanciulle)

Sicchè voi ritornate a Zano con me?

Le Fanciulle
(vociferando)

Ritorniamo! Ritorniamo!

Arunto

Io metto ai vostri piedi la mia riconoscenza. Ora che la mia impresa è riuscita posso dirvene la ragione e posso dirvi quanto vi debbo.

Fleno

(che, senza esser visto, non ha mai cessato di far capolino dal buco del suo tugurio, sporge ora un poco più il capo per meglio udire, e mormora:)

Finalmente capirò anch'io qualche cosa.

Arunto
(alle Fanciulle)

Quando voi, disilluse, fuggiste da Zano, quel popolo aveva discacciato dal trono il re Fleno… e aveva fatto benissimo!

Fleno
(offeso, tra sè:)

Oh! questo poi!

Arunto

Un pessimo arnese, senza carattere, senza energia, senza intelligenza…

Le Fanciulle

È vero! È vero!

Fleno
(tra sè:)

Cortesissime!

Arunto

Ebbene, io mi presentai candidato al trono. Promisi mari e monti, e spesi un fiume… di quattrini, ma non conchiusi nulla. Senonchè, il popolo di Zano mi fece sapere ch'esso concederebbe il trono a chi ritrovasse e riconducesse nel regno le Fanciulle disilluse. Accettai il patto, compresi che la disillusione, con la relativa fuga, non poteva avere avuto altra causa che la mancanza di quel prezioso gingillo che si chiama marito; e quindi, provvedutomi di questo articolo in effigie e in epistola, impresi il viaggio e… il resto lo sapete.

 
Ogni miracolo
può far l'amore,
che è già un fenomeno
superiore.
 

L'amore, quando è verace, dà corpo alle ombre, fa d'un ritratto un uomo, fa di un nulla un marito…

Fleno
(tra sè:)

… e di un marito un nulla!

Arunto

E, difatti, sotto la pioggia del vostro amore, i mariti vi sono spuntati dinanzi… come i funghi. In conclusione, io vi condurrò a Zano, avrò il premio, sarò acclamato re, e, per regalo di nozze, offrirò alla mia sposa, una corona… di Regina.

Giovanotti e Fanciulle

Sia gloria ad Arunto, il futuro re di Zano!

Fleno
(uscendo, modestamente, dal tugurio)

Domando la parola per un fatto personale.

 
Giovanotti e Fanciulle

Chi è? Chi è?..

Fleno
(alle Fanciulle)

Non mi riconoscete, eh? Il vostro amico, il vostro vicino, il vostro povero romito… Signorine mie, avete creduto per tanto tempo alla mia Vecchiezza: ma essa era falsa, come la vostra Disillusione.

Le Fanciulle

E allora, chi eravate? Chi siete?

Fleno

Io ero e sono… Fleno, il re discacciato da Zano.

(Sorpresa generale.)
Una delle Fanciulle

Sì… ora mi rammento di avervi visto una volta in funzione. Fu il giorno in cui cadeste da cavallo.

Fleno

Oh, non mi parlate di quel cavallo!.. Era un asino!

Arunto

… Mi scuserai se t'ho fatto un po' di critica… Vuoi che io rettifichi?

Fleno

Non rettificare, ma permettimi invece di fare appello alla tua coscienza. Prestandoti la mia Vecchiezza, t'ho dato modo di guadagnare un regno e una donna, che vale più del regno. Vuoi essere riconoscente? Tieniti la donna e cedi il regno a me. A quanto ho sentito, chiunque ricondurrà queste fanciulle a Zano avrà in premio il trono rimasto vuoto. Lascia che riconduca io le belle fuggitive in patria. Così il premio sarà mio e riavrò quel che mi fu tolto.

Arunto
(un po' titubante)

Ma io ho promesso il regno alla mia fidanzata… È lei che deve decidere.

Clea
(solennemente)

A me basta il Regno dell'Amore! Ritorni Fleno al suo trono!

Fleno
(con pari solennità, stringendole la mano)

Signorina… voi siete un galantuomo!

Arunto

Va, dunque, buon Fleno: mettiti alla testa di queste felici coppie di sposi. Chiudi un occhio per la strada… e va a rifarti re!

Giovanotti e Fanciulle

Sia gloria a Fleno, il futuro re di Zano!

Arunto

Con lo stesso entusiasmo avete acclamato me un minuto fa!

Fleno

La politica, mio caro, è opportunista come il cuore della donna! Ed ora… voglio lasciare a queste contrade un ricordo del falso vecchio romito, la cui falsità è stata utile a tanta gente giovane e forte. Ecco un robusto tronco d'albero eterno (mostrando ad Arunto un tronco d'albero, che ha alla cima quasi l'impronta d'una faccia umana) il quale continuerà a rappresentare l'esperienza della Vecchiezza e la forza della Gioventù. (Truccando il tronco da romito, col mantello, con la barba e col bastone) Chi sa che anch'esso, con questi panni e questa barba, non debba rendere qualche servigio all'umanità! (Il tronco ha preso l'aspetto del vecchio romito) Così… Così! (Salutando il fantoccio)Addio, addio, romito!

Tutti

Addio, romito! Addio!

(Grande animazione, saluti, strette di mano, manifestazioni di tenerezza e di allegria.)
Clea

Addio, compagne d'esilio!

Le Fanciulle

Addio, Clea!

Arunto

Addio, Fleno! Addio, fanciulle!

Arunto e Clea

Noi andiamo a far l'amore!

Le Fanciulle

Noi andiamo a far le mogli!

Arunto e Clea

Non è lo stesso!

Fleno

Io vado a non far niente!

(Si avvia su per un erto sentiero, e, capitanando le coppie degli sposi, le esorta, con gesto di trionfatore, a seguirlo).

Tutti

Viva il Re! Viva l'Amore! Viva il Matrimonio!

(L'animazione cresce. – Arunto e Clea, affascinati, abbracciati, s'incamminano su per un sentiero opposto. – I vapori dell'atmosfera si vanno diradando… come la pazienza del pubblico.)

Arunto
(a Clea)
 
Vieni, vieni, mia Regina,