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Il piccolo santo: Dramma in cinque atti

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SCENA II

Don Fiorenzo

(infastidito e severo) Che c'è, qui?!

(Le ragazze che stavano per uscire si fermano e si voltano, mortificate e confuse.)

Don Fiorenzo

Io non vi conosco nemmeno. Che volete? Che facevate?

Reginella

(gli si trova più presso delle altre, e, poichè, nello scompiglio, stava per portare seco il cappello, ora, tutta tremante, nascondendoselo sul dorso, indietreggia un poco e cerca le mani di qualche compagna.) Niente facevamo, Padre Fiorenzo!.. Siamo venute per…

Rosaria

(intervenendo) Per lo sposalizio della signorina Annita siamo venute. Da noi, sempre che c'è uno sposalizio in un villaggio, tutti i villaggi vicini, lo sapete, mandano una ragazza per dare alla sposa i fiori del mese… È l'usanza.

Lisetta

(intervenendo) E poi, è tanto cara la signorina Annita!.. Quando compariva per le campagne, pareva la santa Vergine della Saletta…

Titina

(intervenendo) Reginella, che è devota come lei, la incontrava anche al santuario dei Cappuccini. Erano diventate amiche…

Mariuccia

(intervenendo) Ed è Reginella che dirà alla sposa gli augurî del rito. (Rivolgendosi con grazia a Reginella) Fagli sentire, a Padre Fiorenzo, come sai dirli bene. (Incoraggiandola) «Sposa bella, – non catene e dolci anella»… Fagli sentire!..

Reginella

(occupata a consegnare, finalmente, il cappello nelle mani di Carmela, che apposta le è rimasta alle spalle, non può, non sa aprir bocca.)

Rosaria

Si vergogna… Ma se la signorina Annita fosse qui, piglierebbe coraggio, e che voce getterebbe all'aria!

Don Fiorenzo

(nervoso) Ma insomma!.. Insomma!.. Che ho di comune, io, con tutta codesta faccenda?

Rosaria

(imbarazzata) L'usanza è che le ragazze aspettino davanti alla casa degli sposi… Credevamo che…

Don Fiorenzo

La casa degli sposi è più su!

SCENA III

Sebastiano

(è entrato dal fondo, tutto immerso nella sua tetraggine, e, irritandosi nel vedere il piccolo sciame di fanciulle, sbraita:) È più su! È più su! Altri venti scalini, se non vi rompete la nuca prima di arrivarci. Questa è la casa di un prete. Via di qua! Via di qua, seccatrici!.. Via di qua!

Le ragazze

(si affrettano a uscire, stringendosi l'una all'altra e guatando Sebastiano con la coda dell'occhio.)

Sebastiano

(chiudendo la porta con violenza) Sfrontatelle pettegole maleducate!.. Col pretesto dell'usanza, corrono ad annusare i fumi della cucina non potendosi ancora sedere a tavola!..

Don Fiorenzo

Be', nulla di grave.

Sebastiano

Ppuh!.. (Poi, borbottando parole che non si distinguono, siede sopra una sedia e vi si rannicchia, accendendo un sigaro.)

Don Fiorenzo

(curvo, stremenzito, accasciato, ma irrequieto, passeggia a brevi tratti come un malinconico orso in gabbia, e si ferma di tanto in tanto, appoggiandosi a qualche mobile.)

(Un lungo silenzio.)
Sebastiano

Ti disturbo?

Don Fiorenzo

Ma no. Anzi…

(Ancora silenzio.)
Sebastiano

Come va che ti sei astenuto dal presenziare la cerimonia nuziale in chiesa? Mi sono molto meravigliato vedendoti poco fa alla finestra della tua stanza da letto.

Don Fiorenzo

(assorto, non gli dà ascolto.)

Sebastiano

(alzando la voce rudemente) Parlo con te, perdiancine! Non si può sapere perchè non ci sei andato allo sposalizio?

Don Fiorenzo

Scusa… non avevo udito… Per un noioso contrattempo non ho potuto andarci. Quando stavo per uscire con Giulio, sono stato preso da un freddo terribile e da un mal di capo così forte che pareva mi scoppiasse il cranio…

Sebastiano

Ci ho gusto che non ci sei andato! Queste nozze mi dànno ai nervi!.. E poi!.. Non un invito, non un rinfresco, non un confetto!.. Io compatisco quei cinque galantuomini che si sono scomodati in cilindro e stiffelius per far da compare e da testimoni. Appena finita la cerimonia, licenziati in fretta come si smorzano le candele dell'altare dopo la messa! Roba dell'altro mondo! E perchè? Perchè la preziosissima signorina Annita è mistica! (Ride con acredine) Ah ah ah!.. «Il Misticismo»!.. Buffoni e impostori tutti quelli che lo professano. A cominciare da te!

Don Fiorenzo

(badandogli poco, senza ribellarsi) Ma che dici, Sebastiano?

Sebastiano

Mi piace d'offenderti. Ecco.

Don Fiorenzo

E allora, offendimi. (Continua a passeggiare.)

Sebastiano

Matrimonio sbilenco… e futura prole rachitica!.. Io, già, tuo fratello non l'ho mai potuto digerire, e quella falsa bigotta, peggio! Ma oggi li odio addirittura!.. (Poi, mutando bisbeticamente) Lo sai che se non fosse morta mia moglie, non sarebbero sposati?

Don Fiorenzo

(voltandosi con meraviglia) Come c'entra la fine della tua povera signora?

Sebastiano

C'entra benissimo. Ai funerali di quella disgraziata cominciarono ad amarsi!

Don Fiorenzo

(vivamente) Chi te l'ha detto?

Sebastiano

Lo so!

Don Fiorenzo

(si stringe nelle spalle.)

Sebastiano

È un vecchio conticino che io ho col signor Giulio. (Ride di nuovo con crudeltà) Ah ah ah!.. Egli suole beffeggiarmi per la mia verbosa manìa di suicida che non s'uccide mai. Va ripetendo che io sono come quei coristi che cantano: «partiam, partiam, partiamo», e restano sempre al medesimo posto. Stava per saltarmi il ticchio di fargli una graziosa sorpresa. Sicuro! M'era venuta l'idea di sbrigarmi proprio oggi. Così, tornando a casa con la sposina, egli, che ne intraprese la conquista accompagnando un morto, avrebbe trovato… un altro morto. Non sarebbe stato un bel regalo di nozze?

Don Fiorenzo

Ma cos'hai? Ma cosa ti passa per il capo?.. Mescoli i tuoi tormenti di vedovo inconsolabile con un odio ingiustificato! In sostanza, che ti hanno fatto di male quei due?..

Sebastiano

(scattando in piedi) A me?.. A me niente. Ma hanno fatto del male a te, perdiancine!, e io non lo sopporto.

Don Fiorenzo

(protestando con severità e calore eccessivi) Tu pigli una cantonata, Sebastiano! In che consiste questo male? In che consiste?

Sebastiano

Io non lo so, perchè non mi ci sono mai raccapezzato; ma è indiscutibile che essi te ne hanno fatto e molto!

Don Fiorenzo

(adombrandosi ed accendendosi sempre più) Non è vero! Non è vero!

Sebastiano

(inviperito) Da quando si sono introdotti in questa casa, tu ti sei trasformato.

Don Fiorenzo

Non è vero!

Sebastiano

Hai perduto il tuo buon umore, hai perduta la tua serenità, hai perduto l'entusiasmo con cui facevi tanto bene a tanta gente…

Don Fiorenzo

(convulso) Non è vero!

Sebastiano

(gridando) Sei diventato un cencio per causa di quei due bricconi!

Don Fiorenzo

Tu non capisci quello che dici!

Sebastiano

Io non capisco quello che dico, ma, giacchè tuo fratello giura che sono un uccellaccio di malaugurio, voglio gettar loro addosso tale una bestemmia che…

Don Fiorenzo

(in uno scroscio d'ira, coi pugni stretti) Sebastiano!.. (Indi, moderandosi, si scosta da lui e va a sedere sulla sua poltrona. – Pausa.) Sei disgustevole quando fai così.

Sebastiano

(mortificato, commosso, con qualche lagrima negli occhi) Oggi, faccio così… per cose che riguardano te. Noi dobbiamo essere solidali… perchè siamo due infelici.

Don Fiorenzo

(si alza, gli si avvicina, gli si stringe affettuosamente, tenendogli un braccio sopra le spalle, e, con tenera intimità, gli dice:) Ma non è giusto, non è ragionevole far pesare sugli altri la infelicità nostra.

Sebastiano

Tu sai ragionare. Io, no. Ragiona, dunque, tu… anche per conto mio, e lascia che io mandi bestemmie… anche per conto tuo.

Don Fiorenzo

… Del resto, le bestemmie di una persona buona, fortunatamente, non colpiscono mai.

SCENA IV

(Risuona, a un tratto, il vocìo delle ragazze in agitazione gioconda.)
Don Fiorenzo

(ergendo la testa come per una impellente energia) Credo che giungano!

(Le Ragazze si chiamano fra loro con brio affaccendato:)

– Eccoli! Eccoli!

– Rosaria!

– Mariuccia!

– Titina!

– E Reginella, dov'è?

– Dov'è, dov'è Reginella?

Sebastiano

Ora ti tocca di andare a riceverli?

Don Fiorenzo

No… non è necessario… Giulio ha visto che non mi sentivo bene e lui stesso m'ha raccomandato di avermi cura. Crederà che mi sia messo a letto.

 
(Il vocìo femminile aumenta.)

(Si distinguono, festevoli, le parole dell'augurio paesano.)

Reginella

(le lancia con una vocetta limpida, vibrante e carezzosa:)

Sposa bella, non catene, e dolci anella!

Non catene!

Non inganni, ed ogni bene!

Sebastiano

(sbuffando rabbiosamente) Le solite vecchie corbellerie!

Reginella

(continua:)

Non malanni,

Sposa bella, per cent'anni!

Tutte

Per cent'anni!.. Viva gli sposi!..

La voce di Giulio

(in un grido spaventevole) Annita!

(Il vocìo cessa bruscamente.)
Don Fiorenzo

(trasalendo) Sebastiano?!

(Ora si leva un mormorio cupo.)
La voce di Giulio

(urgentissima) Apri, apri, Fiorenzo! Apri sùbito!

Don Fiorenzo

(come paralizzato, incapace di muoversi) Apri tu, Sebastiano.

Sebastiano

(apre e retrocede sbigottito.)

(Un po' oltre la soglia, appare Annita, distesa a terra, come esanime, nel candore della veste nuziale, tra le pieghe del velo che quasi tutta l'avvolge.)

(Le ragazze – quelle che sono entrate dianzi e le altre – ingombrano il pianerottolo e le scale dirimpetto, tacendo.)

Giulio

(curvo sul corpo di lei, in una concitata desolazione, la soccorre) Annita mia!.. Annita mia!..

Don Fiorenzo

(con un moto d'immenso spavento) Madonna santa, che è accaduto?!

Giulio

(sollevando il corpo intirizzito e trascinandolo cautamente verso la poltrona) È orrendo quel che è accaduto!.. È orrendo!.. Me la sono vista stramazzare accanto come fulminata!

Don Fiorenzo

Come fulminata?!..

Giulio

Sì, proprio là, sul pianerottolo, quando io mi scostavo dal suo braccio per bussare alla tua porta e per farti un saluto. Tutta d'un pezzo è andata giù… Con l'istantaneità d'un masso di piombo lasciato a sè stesso… (L'adagia sulla poltrona, le riversa la testa sulla spalliera, le prende le mani che penzolano e gliele raccoglie in grembo.) Che sciagura, Fiorenzo mio! E che infamia!.. Che infamia del destino!..

Sebastiano

(con riservata e timida affettuosità) Permettetemi di dirvi, signor Giulio, se la mia parola non v'infastidisce, che il vostro allarme disperato per un semplice svenimento è una vera allucinazione, è una vera follia…

Giulio

Non può essere uno svenimento! No! Si tratta senza dubbio di un fatto molto più grave! Si tratta senza dubbio di un colpo mortale! (Nella concitazione crescente) Non vedete?.. Non vedete?.. La sua faccia è diventata di cera, i suoi occhi sono fissi come due occhi di vetro, le sue membra sono già quasi irrigidite… In questo corpo non c'è più nulla di vivo!..

Le ragazze

(hanno pian piano oltrepassata la soglia e si sono fermate a una certa distanza, intente, col fiato mozzo. – Soltanto Reginella si è fermata più avanti, non sapendo vietarsi di vedere il volto di Annita.)

Barbarello

(è entrato dopo le ragazze, ed è rimasto, guatando, tutto contratto, attaccato allo stipite della porta.)

Don Fiorenzo

(con gli sguardi intensamente diritti sulla sposa immota, con le vene agghiacciate, non osa, non può profferir parola; non osa, non può avvicinarsi a lei.)

Sebastiano

Ma la signorina Annita, benchè un po' fragile e nervosa, non aveva nessuna malattia. La gravità che voi temete non è presumibile. Mentre, invece, è naturalissimo che sia svenuta. La cerimonia in chiesa, l'emozione, la festosità di queste benedette ragazze così discordante con la sua indole… l'hanno snervata, l'hanno esaurita. Via, tranquillatevi! E, se non disdegnate la mia offerta, vado a prendere io quello che ci vuole. Ho ancora in casa tutta una farmacia…

Giulio

Vi sono grato signor Sebastiano, ma piuttosto fatemi la grazia di chiamare un medico… Voglio un medico! Voglio un medico!.. A qualunque costo, un medico, signor Sebastiano!

Sebastiano

Cercherò di rintracciare il Dottor Finizio…

Giulio

Ma presto, ve ne supplico! Non perdiamo più tempo!

Sebastiano

Non ne perderemo! Prendo il cappello e volo. (Entra immediatamente nella sua casa, ne riesce all'istante col cappello in testa, e si precipita per le scale.)

Giulio

(agitandosi disperatamente, a Don Fiorenzo) E tu?.. Stai lì, muto, impietrito… Non hai nemmeno il coraggio di dirmi una parola di conforto?.. Che pensi, tu?.. Che credi?

Don Fiorenzo

Io credo… che l'opinione di Sebastiano sia logica… sia esatta…

Giulio

(andando verso Annita) Ma quando mai l'aspetto di una donna svenuta è così terrificante? Quando mai è così lugubre? (Le posa una mano sulla fronte.) Questa fronte è gelata! È gelata come la fronte di un cadavere! (Indi scuote e riscuote quel corpo algido e rigido con la frenesia di rianimarlo) Annita!.. Annita!.. Annita!.. Annita!.. (Rinunziando) È inutile!.. Nulla più di vivo qui dentro! Nulla! Nulla!

Don Fiorenzo

… Ma tu… non le hai ancora osservato il polso.

Giulio

No, Fiorenzo… Non voglio… Ho paura di questa prova decisiva.

Don Fiorenzo

Vedrai invece che sarà rassicurante. Fatti animo!

Giulio

(in preda alla più intensa trepidazione, le si inginocchia accanto, le prende un braccio, le tasta il polso attentissimamente.)

Don Fiorenzo

Lo senti battere?

Giulio

Aspetta…

(Un silenzio.)
Don Fiorenzo

Lo senti battere, sì o no?

Giulio

No!.. No!..

Le ragazze

(hanno un fremito. – Si ode una raffrenata esclamazione di strazio.)

Don Fiorenzo

… Le pulsazioni sono forse deboli, sono forse capillari, ma non è possibile che siano cessate… È un inganno del tuo eccitamento…

Giulio

(levandosi) Intanto, tu sei atterrito come me, più di me! Il tuo contegno è di chi si trova innanzi a una catastrofe irreparabile! Vorresti che io sperassi, ma tu stesso non speri più. E, difatti, perchè non preghi?.. perchè non fai per tuo fratello ciò che faresti per qualunque sventurato che tu sinceramente esortassi alla speranza?

Don Fiorenzo

Tu dimentichi che io so di non meritare la insensata fiducia che si ripone in me.

Giulio

Ma se tu non fossi convinto che tutto è finito, ti parrebbe di non dover compiere nessun prodigio. Crederesti di potermi soccorrere con la semplice preghiera del sacerdote.

Don Fiorenzo

Io sento di essere sempre più indegno della mia missione… Mi sembra che non possa più giungere al Signore la mia preghiera!.. Mi sembra finanche di non saper più pregare!.. Tuttavia… tenterò… sì… tenterò… (Ha sulla faccia la impronta di un complicato tormento atroce. Poi, tutta la sua persona si drizza, e si fa più alta. La sua fisonomia rivela lo sforzo del suo pensiero, lo sdoppiamento faticoso del suo spirito. A poco a poco, si volge al Cristo dello scarabattolo. Ancora trepido, vi si accosta, cade genuflesso, piega la testa fino a toccare con la fronte il margine della tavola su cui si erge lo scarabattolo, – e prega.)

(Le ragazze, estatiche, tacite, rivolte a lui, e in lui assorte, s'inginocchiano anch'esse; e anche Barbarello, fissandolo con perplessa venerazione, stretto allo stipite, s'inginocchia.)

Giulio

(dopo di aver seguìto con lo sguardo Don Fiorenzo in tutti i suoi movimenti, dopo di averlo visto cadere ginocchioni, torna ad Annita. – Resta alle spalle di lei, e, un po' chino, vigila, sfiorandole con la bocca i capelli. – Nella solennità silente dell'attesa mistica, l'angoscia lo incalza. Come in un delirio spasmodico, egli le parla col pensiero. Indi, il suo pensiero diventa parola, sommessa e affannosa)… Era questo… era questo il tuo voto costante, non è vero?.. Tu hai sempre desiderato di fuggirmi!.. Sempre!.. Sempre!.. Anche dopo che avevi accondisceso a sposarmi, io ti vedevo tremare vicino a me. E m'illudevo. M'illudevo. Pensavo che fosse il principio di una sensibilità nuova… Pensavo che fossero le prime ansie di una nuova vita… E certamente doveva essere, invece, una profonda repulsione invincibile di cui nemmeno tu ti rendevi conto… Non mi hai voluto mai! Ecco… ecco tutta la verità! E quando, in chiesa, sei stata costretta a pronunziare il tuo sì, questa parola buona, che avevo tanto aspettata e che avevo tanto meritata, s'è perduta… s'è perduta in una lagrima! (Piange.) Io me ne sono accorto, in quel momento, che qualche cosa di straordinario… stava per distaccarti da me!

SCENA V

(compaiono sul pianerottolo il Dottor Finizio e Sebastiano. – Questi sta per entrare. Il medico lo trattiene. Tutti e due restano lì, nel vano della porta, togliendosi il cappello.)
(Un silenzio.)
Reginella

(con un sussulto) Signor Giulio!.. Si muove!

Giulio

(animandosi) Che!?..

Annita

(ha una lieve oscillazione del capo appena percettibile.)

Reginella

Si muove! Si muove!

Giulio

Ma io non vedo!

Reginella

È certo che si muove!

Don Fiorenzo

(si leva, spettrale, ansimando, frenandosi il petto con le mani.)

(Tutte LE RAGAZZE si levano contemporaneamente e circondano Annita e Giulio.)

Barbarello

(si leva anche lui, senza lasciare il suo posto.)

Sebastiano

(resta in fondo, parlando tra sè, facendo dei gesti sgarbati per suo conto.)

Il Dottor Finizio

(si avanza insinuandosi fra le ragazze per osservare.)

Mariuccia

Apre la bocca, adesso!

Lisetta

Sembra che sorrida!

Rosaria

Vuole parlare!..

Reginella

Parlano già i suoi occhi! Sono così pieni di luce!..

Mariuccia

E come le si colora la faccia!..

Reginella

Le si colora tutta di rosa!.. Diventa più bella di prima!..

Giulio

(grida come un pazzo:) Vedo anch'io! Vedo anch'io! Ella rivive! Ella mi ritorna!.. Fiorenzo! Fiorenzo!.. Fiorenzo!..

Le ragazze

(si voltano tutte verso Don Fiorenzo coi visi irradiati di ammirazione e di devozione.)

Don Fiorenzo

(che è rimasto in disparte) Non chiamarmi, Giulio. Sei tu che hai saputo pregare.

Reginella

Mi riconoscete, Annita? Sono Reginella. Mi riconoscete?

Il Dottor Finizio

(con bontà) No, non la interrogate, Reginella! È bene che per ora si rinunzii a farla parlare. Tanto, non può rispondere, e molto le nuocerebbe lo sforzo di tentarlo. (A Giulio, spiegando) È stato, evidentemente, un caso di catalessia transitoria, dovuto a una condizione speciale del suo sistema nervoso.

Giulio

E nessun rimedio c'è, Dottore? Nessun rimedio?

Il Dottor Finizio

Visto che va ricuperando i sensi, quale scopo avremmo di molestarla?

Giulio

Ma potrebbe verificarsi di nuovo quest'orribile fenomeno, e allora?..

Il Dottor Finizio

Non vi preoccupate. Il rimedio dell'avvenire sarà… la felicità coniugale; il rimedio di oggi sarà… un po' di riposo. E anche per questo, il medico l'affida al marito! Conducetela su con voi, ora. Tenetela nel silenzio, tenetela nella tranquillità, e vedrete che dopo il riposo ella non serberà più nemmeno una traccia del breve sonno che ha dormito.

 
Giulio

Ma è ancora così inerte… Sarà difficile condurla…

Il Dottor Finizio

Sarà facilissimo… se la vostra volontà può agire su lei. È una buona occasione per sperimentare (sorridendo)… l'obbedienza di vostra moglie. (Rivolgendosi a Don Fiorenzo quasi per chiamarlo in aiuto dell'esperimento) Dico bene, Don Fiorenzo?

Don Fiorenzo

Come sempre, Dottore.

Il Dottor Finizio

In altri termini, faremo come… un piccolo tentativo di suggestione ipnotica. (A voce alta e alquanto solenne, con lo sguardo obliquo rivolto a Don Fiorenzo) Volete, signor Giulio, fermamente, che vostra moglie si lasci… condurre da voi?

Giulio

Sì.

Don Fiorenzo

(in una spontanea e impaziente concentrazione risolutiva) Deve volerlo!

Il Dottore

Ebbene, vediamo. (Solleva lievemente un gomito di Annita come per invitarla ad alzarsi.)

(Il corpo di lei non oppone nessuna resistenza. Ella si alza a guisa di un automa. Ha, tuttavia, l'aspetto della ritornante vitalità interiore.)

Giulio

(la contempla trasognato.)

(La contemplano, attonite, LE RAGAZZE.)

Il Dottor Finizio

Animo, signor Giulio! Offrite il braccio alla vostra sposa. E voi, ragazze, datele questi bei fiori; spargetene anche, se vi piace, il suo cammino…; e fate passare… fate passare…

Giulio

(le porge il braccio.)

Annita

(vi appoggia il suo.)

Alcune ragazze

(le riempiono le mani di fiori.)

Altre

(facendo largo, ne spargono per terra, verso la soglia.)

Reginella

(le bacia devotamente il velo.)

(La coppia si avvia. – Si allontana. – Le ragazze la seguono.)

Il Dottor Finizio

Caro Don Fiorenzo, io ne sono dolentissimo, ma il mio intervento ha in certo modo sminuito il miracolo. Nondimeno, per la leggenda ce ne resta abbastanza.

Don Fiorenzo

(con umiltà dolorosa) Non mi spetta il vostro sarcasmo, Dottore! Voi lo sapete che io sono il vostro migliore alleato nello sfatare la leggenda da cui sono oppresso.

Il Dottor Finizio

Ma sì. Ho scherzato. È una vecchia celia, e oggi ve ne avete a male?

Don Fiorenzo

Perdonatemi…

Il Dottor Finizio

Perdonarvi io?! Siete voi che dovete perdonare me, se ho scherzato in un cattivo momento.

Don Fiorenzo

(stringendogli affettuosamente la mano) A rivederci, Dottore.

Il Dottor Finizio

A rivederci, mio buon amico. (Uscendo) Servo vostro, signor Sebastiano.

Sebastiano

Padrone mio.